Tw: solo smut, non c'è trama in questa cosa che ho scritto.
OS che fa parte della SocMed "Tetris" che sto pubblicando su Twitter, ma potete leggerla anche non conoscendo la storia percheé, ripeto, non c'è traccia di trama.
Il ding di arrivo dell'ascensore rimbomba nella tromba delle scale di quella palazzina.
Rimbomba anche nel cuore di chi si trova all'interno di quel cubicolo di acciaio, a cui sembra che il tempo si sia dilatato da quando ha fatto ingresso in quell'edificio – ha trovato il portone d'ingresso aperto – fino a quasi fermarsi ora che l'ascensore è arrivato al piano desiderato.
Quel suono rimbomba anche nel muscolo involontario di chi si trova fuori da quel cubicolo, appoggiato allo stipite della porta del proprio appartamento. Ha sentito qualcuno che entrava nell'ascensore dall'interno della sua casa e ne è uscito quasi come se sentisse che chi sta salendo è colui che sta aspettando. Sembra che il tempo tra il suono e l'apertura delle porte abbia deciso di rallentare fino a non scorrere più.
Quando la porta che divide il pianerottolo dall'interno dell'ascensore si apre, a uscirne fuori è la figura di Manuel, con i capelli più in disordine del solito e una frenesia ben leggibile nei suoi occhi, come appura Simone quando incastra il suo sguardo nel gemello.
In quel momento il tempo riprende il suo corso naturale.
"Ciao", dice il corvino, cercando di non alzare troppo la voce per evitare che rimbalzi tra le pareti dell'intera palazzina.
"Ciao", risponde Manuel, facendo passi lenti per avvicinarsi all'altro ragazzo.
"Ci hai messo poco ad arrivare."
"C'era poco traffico.", replica il musicista, ormai giunto a pochi centimetri dall'altro.
"Sei venuto solo per ricevere la proposta di appuntamento o...", tenta di fare una domanda Simone, ma viene interrotto dall'altro.
"C'ho tutta la notte libera."
"Allora è meglio entrare. Non possiamo di certo passare il tempo qui fuori."
Manuel fa cenno di sì con la testa.
È strana la sensazione che si respira in quel momento. Entrambi sembra non sappiano come affrontare questa nuova piega del loro rapporto. Forse sono a disagio perché nessuno dei due si aspettava di incontrare l'altro quella sera: Simone non pensava che si sarebbe ritrovato Manuel sulla porta di casa e Manuel, di certo, non si aspettava che il corvino gli scrivesse per proporgli un vero appuntamento.
In pochi secondi sono dentro l'appartamento. Manuel fa qualche passo, ricordando tutti i dettagli che aveva già notato la prima volta che era stato in quella stanza, mentre Simone richiude la porta, attardandosi qualche secondo in più, fermo con la maniglia ancora tra le mani. È come se stesse accumulando energia per la prossima mossa.
Si volta, a testa bassa, e inizia a farfugliare qualche parola.
"Allora, immagino che sia arrivato il moment-"
Non riesce a finire la frase; il suo viso viene tirato verso l'alto da due mani che gli si posano sulle guance e le sue labbra vengano catturate da due gemelle, che, con pochi accorgimenti, le coinvolgono in un bacio che ha poco di dolce. Simone mette le mani intorno ai polsi di Manuel e le allontana dal proprio viso, provocando il conseguente distacco anche delle loro bocche.
"Manuel, io ti devo chiedere dell'appuntamento.", pronuncia il corvino, con voce a tratti lamentosa.
"Vabbè, famo che me l'hai chiesto, io ho accettato e mo stamo già a 'sto punto."