Prologo

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"A me piacciano quelle persone un po' distratte; quelle che appena le abbracci sembrano ricomposto, mentre prima cadevano in mille pezzi"
~Charles Bukowski

Brooklyn 2023

Vivere a New York sembra bello, e lo è, ma non sempre.

Avere un padre che ti fa impazzire per il lavoro, che ti costringe a fare cose che non vorresti non sempre è piacevole, e non parlo solo di lavoro.

Costretta a essere quella che non voglio solo perchè ho lo stesso suo cognome.

"Ei quella è Angel Hale, la figlia di Filip Hale" ogni volta che vado in giro sento quella fottuta frase, forse dovrei esserne felice ma è anche fastidioso, cosa che la gente non capisce.

Passeggio per le strade di Brooklyn aspettando che mia sorella esca dalla scuola, guardo tutti i negozi di marca e guardo come le ragazze restano davanti alle vetrine a sognare di comprare le borse e scarpe lussuose.

I loro ragazzi che appena si accorgono che stanno guardando quelle borse le portano dentro il negozio per comprargliele oppure che se ne vanno facendo finta di nulla.

I capelli lisci castani volano a causa nel vento e infilo le mani dentro le tasche del cappotto guardandomi intorno per trovare qualcosa da fare ma all'improvviso sento il telefono squillare e lo prendo rispondendo alla chiamata.

<<pronto?>> dico continuando a camminare <<ma dove sei finita? Ti avevo detto di aspettarmi fuori scuola>> si capiva dalla voce che era furiosa <<Bethany, abbi pazienza sto arrivando>> lei sbuffa dall'altra parte del telefono <<muoviti sto morendo di freddo>>

Arrivo davanti la scuola e la trovo parlare con un ragazzo, sorrido a quella vista e mi appoggio al cancello.

Le sorrideva e lei ricambiava tranquillamente.

Poi il mio pensiero va a un ragazzo che avevo conosciuto anni fa.

Giocavamo insieme a obbligo o verità e mi ricordo che tutti e due sceglievamo sempre la verità.

Le domande che mi faceva me le ricordo ancora, erano sempre le stesse a volte "preferisti un altro amico o me?", "cresceremo insieme?" " un giorno visiteremo Dubai insieme?" poi quella famosa domanda che aveva fatto solo una volta "mi hai mai amato?".

Eravamo piccoli e non sapevamo cosa fosse davvero l'amore, e infatti crescendo abbiamo fatto molti sbagli.

<<Ang?>> Bethany si mette davanti a me <<oh Beth, ciao>> sorrido e mi rimetto dritta, lei mi guarda con sguardo confuso <<a che pensavi?>> io scuoto la testa <<niente, cose di lavoro>> lei annuisce non facendomi più domande.

Sapeva bene il mio rapporto con il lavoro, e apprezzavo quando non mi faceva domande insistenti su di esso.

<<Allora? Chi è quel ragazzo?>> chiedo mettendole un braccio sulle spalle , lei abbassa la testa imbarazzata <<è..è solo un amico, ci conosciamo e basta niente di che>> io sorrido <<oh certo principessina, gli amici si guardano così>> lei mi spinge e io scoppio a ridere <<e tu con Nathan? Siete semplici colleghi?>> io sbuffo <<certo che siamo semplici colleghi, lui non mi piace e io non piaccio a lui>>

in realtà forse non è così.

Nathan Cole, è il mio collega di lavoro, è un bel ragazzo e può darsi che a volte ci siamo spinti oltre a lavoro quando entrava nel mio ufficio, ma niente di che.

Il mio silenzio fa ridere Bethany <<stai pensando ai suoi muscoli eh?>> io la guardo spalancando gli occhi <<ma smettila>>

Continuiamo a camminare nella strada affollata fino a che sento una mano sul mio braccio <<che c'è>> chiedo a Bethany confusa

<<perchè quel tizio si sta avvicinando a noi?>> alzo lo sguardo e lo vedo.

Lo vedo con il suo solito ciuffo spettinato, l'aria da superiore non lo abbandonava mai, le mani nelle tasche e l'espressione tranquilla, era sempre stato sicuro di sè.

Si avvicina sorridendomi e guarda mia sorella accanto a me.

<<ciao Beth, sei cresciuta>> dice con voce tranquilla senza neanche guardarmi. Bethany mi guarda confusa. <<Michael.>> dire il suo nome ad alta voce dopo tanto, troppo tempo, mi sembrava strano.

Lui mi guarda <<ciao diavoletto>> e sentire quello stupido soprannome di più. Io sospiro e lo guardo cercando di non sembrare nervosa <<che ci fai qua?>>

Era una domanda abbastanza stupida, lui era cresciuto qua, ma poi era andato via a Manhattan con sua madre, lasciando suo padre e sua sorella qui.

Lui si avvicina di un passo <<sono venuto nella mia città. Non posso?>> la sua aria da superiore mi faceva infuriare.

<<no certo che puoi>> lui guarda mia sorella <<è cresciuta molto, l'ultima volta che l'avevo vista aveva 5 anni>> Bethany ci guarda straniti

<<sei venuto qua per farmi vivere nell'inferno Michael?>> lui ride <<no, sono qua per prendere un posto che è mio>> il suo sorriso si allarga di più, io guardo Bethany <<andiamo, mamma e papà ci stanno aspettando>>

Do una spallata a Michael e inizio a camminare in fretta.

Le ultime parole che sento uscire dalla sua bocca sono

<<a presto Angel>>

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Ciao a tutti🥀

Sono ritornata con una nuova storia, questa volta ho deciso di scrivere qualcosa di più forte.

Questo capitolo, cioè il prologo, non è niente di che, era solo per iniziare il tutto e farvi capire un po' come stavano le cose.

Dal primo capitolo inizierà un vero e proprio viaggio.

~A🤍

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