In una stanza piena di persone, guardai quella bara e scoppiai a piangere. Non era lui, non poteva essere mio padre. Rifiutavo di accettare la verità. Papà era morto.
Il mondo mi crollò addosso nell'esatto istante in cui ricevetti la notizia dell'incidente. Non potevo smettere di pensarci, era difficile dimenticare quel che era successo, la notizia si diffuse nel giro di poche ore su giornali, radio, telegiornali e la gente non faceva altro che parlarne. La macchina sbandò, il colpo fu violento e assordante. La sua vita si fermò esattamente in quel istante.
Mi avvicinai alla bara: "Ora sono io a portarti i fiori e ancora mi chiedo: Papà, dove sei?
Non passeremo più le serate a guardare le stelle, non faremo più lunghe camminate a riva, non mi insegnerai più a costruire oggetti con il legno, non potrai vedermi crescere e tutto questo è ingiusto.
Dopo la cerimonia uscii dalla stanza, allontanandomi dalla folla. Avevo bisogno di aria. Sadie era lì accanto a me per consolarmi.
Non c'era nulla che io potessi fare; papà se n'era andato, e con lui anche la mia felicità.
Lì, davanti alla sua bara, gli promisi che avrei continuato a raccontare la sua storia e a vivere per lui.
Nei giorni seguenti non riuscii ad alzarmi dal letto, non ne avevo le forze. Ogni tanto andavo nella stanza di mamma e mi mettevo sotto le coperte vicino a lei, abbracciandola forte, come quando ero piccola. Ci consolavamo a vicenda. Ma tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento era stare da sola, prendermi del tempo per riflettere.
Non ebbi nemmeno il tempo di salutarlo per l'ultima volta.
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Legami Infranti
Teen FictionAthena ha quindici anni, vive a San Diego e la sua passione più grande è la scrittura. Conosce Sadie da sempre e fin dalla nascita hanno instaurato un legame d'amicizia forte e profondo. L'estate dopo il primo anno di liceo doveva essere piena di em...