7- Poesia

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Di incontri e giornate di guerra

Cantami, o Diva,
del Pelide Achille l'ira funesta che...
Anzi, no.
Te ne prego, o Diva,
Cantami ciò di cui nessuno ha mai narrato,
Di quando il figlio di Peleo ha pianto lacrime amare
e di quando quello di Menezio,
ormai evanescente,
gli ha accarezzato il capo e le guance bagnate,
passando i diti tra la sua chioma d'oro,
senza che il suo amato lo sentisse.
Cantami anche di quando,
dopo giornate di guerra e sangue,
in cui le spade furono sguainate e i petti squarciati dalla potente lama,
gli amici si ritrovavano e non più amici erano.
Le loro mani si sfioravano leggere e le gambe di intrecciavano
nella tenda di colui il cui nome era un mito e le gesta leggenda.
E mentre il castano navigava tra i flutti scuri,
volgeva gli occhi al cielo ormai privo di stelle,
sottratte dai Numi dell'aere in punizione ai peccati dell'uomo,
rivedeva in quell'alba azzurra le iridi del Pelide amato.
E quando le loro braccia tornavano a sfiorarsi,
un fiume di bellezza e allegria aleggiava nell'aria. 
E allora, cantami, o Diva,
dell'amore tragico tra il re degli Achei e il suo amico d'infanzia,
che amico non era ormai più.
E perdona la mia persona,
per aver raccontato questa storia proibita,
ma la poesia nel mito,
ha rapito il cuor mio
e costretto a godere delle gesta di eroi
forti come roccia
ma più fragili di foglie.
In attesa, forse, di poter sperimentare anche io,
il dolce suono di quei minuti di gloria infinita.

~Io~

Angolo autrice:
Questa è la mia prima poesia, ringrazio Marina087643 per averla letta in anteprima e spero che a voi possa piacere.

Piccolo appunto: quando ho scritto "i diti" so che non si scrive così, ma mi ricordo che i greci a volte lo scrivevano quindi ho deciso di metterlo in questo modo

Stellina? Decidete voi.

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