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"Volete sapere la cosa più paradossale di tutte?
Odiavo gli eroi, gli ritenevo stupidi, dediti solo alla guerra e al loro orgoglio.
Eppure, il mio grande amore era un eroe, e io, sono morto da eroe.
Ed effettivamente avevo ragione, era molto dedito alla guerra e aveva un orgoglio di ferro, ma quando la lama trapassò il mio petto, l'unica cosa che pensai è che non lo avevo ascoltato, lui aveva ragione: non sarei dovuto andare avanti, non ero lui.

Io non ero lui,
la frase più banale del secolo,
e anche la più semplice da capire.
Sfortunatamente non per me, io pensavo di essere alla sua altezza,
ero fermamente convinto che avrei potuto fare le cose che faceva lui.
Ma non era così.
Lui era il grande Achille, e io il suo misero amante.
Amavo le letteratura, gli scacchi e i libri di poesie; non la guerra.
Quella era il suo territorio, non decisamente il mio.

Eppure, quando ci incontravamo sul campo di battaglia, non mi risparmiava mai un'occhiatina, quasi dolce, e un sorriso, in netto contrasto con lo sfondo di guerra che la rivestiva.

Achille era il mio amore,
la ragione dei miei sorrisi
l'uomo dai mille talenti e dalle molteplici imprese,
eppure, io sarei stato la ragione dei suoi pianti"

~Patroclo~

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