A Manuel non è necessario nessun disegno oggi per sapere che si tratta di un giorno nero.
Glielo chiederà comunque per scrupolo, per cercare di tirarlo fuori dal letto almeno per qualche minuto, ma non ha alcun dubbio su quello che troverà una volta varcata la soglia di casa Balestra.
Il nero è ovunque.
Sui sorrisi di cortesia vuoti di Dante e Floriana, adagiato in un velo sottile ma infinitamente pesante sui loro cuori, ed è sicuro che lo troverà in una nuvola soffocante e minacciosa in camera di Simone.
E adesso che sta percorrendo il vialetto che lo conduce alla villa, lo scorge anche in una figura rannicchiata ai piedi di un albero.
Se ne sta lì da sola con le ginocchia al petto a strappare pensierosa qualche filo d'erba di tanto in tanto e, nonostante averla trovata lì gli suggerisca che non vuole compagnia, prevale il pensiero che, in realtà, sia ciò di cui più ha bisogno.
D'altronde lui è sempre stato uno specialista nel dare segnali bruschi e scostanti quando invece avrebbe solo avuto necessità di qualcuno.
"Cami? Se po'?"
Un cenno positivo e secco della testa che nonostante tutto lo fa sorridere, perché in quei gesti e quella testa di riccioli scuri non può che intravedere Simone.
Camilla sbuffa sonoramente e Manuel appoggia la schiena al tronco accanto a lei, facendo sfiorare appena le loro spalle.
"Lo so che è 'na giornata tanto, tanto difficile," esordisce in un sussurro, che in effetti non sa se ha il coraggio di farsi carico di tutti quei cuori così pesanti.
Sono mesi che ci prova, ma non riesce nemmeno a immaginare cosa provi quella famiglia annientata dal lutto, nonostante la morte di Jacopo abbia colpito profondamente anche lui.
"Sono tutti così tristi."
Manuel abbozza una risatina più amara che altro, ma gli fa tenerezza quella ragazzina che sta navigando in un mare così tormentato e difficile, ma che mantiene pur sempre il classico candore di chi non è adulto.
"È triste. Simo è il più triste di tutti," dice in una semplice constatazione che gli arriva un po' come una coltellata in pieno petto.
Perché è vero che Simone sta facendo più fatica di chiunque altro a sopravvivere.
Non la interrompe, però, forse perché non crede di poterle offrire parole che siano realmente di conforto, non certo più di quelle della sua famiglia, o della psicologa che li sta affiancando.
Un altro sospirone, poi Camilla riprende la parola.
"A me manca così tanto Jaco, ma mi manca anche lui."
Rimane così colpito che si aggiusta un po' nella sua posizione, come se fosse stato fisicamente smosso da quella considerazione.
Lo terrorizza e lo devasta il pensiero che, in qualche modo, Simone stia scomparendo agli occhi di sua sorella proprio come ha fatto Jacopo, come se non fosse nemmeno del tutto vivo.
È un pensiero così tremendamente cupo, ma non la può certo incolpare per aver semplicemente notato che Simone non solo è cambiato, ma sembra esistere per metà.
Gli si forma un nodo in gola talmente spesso da minacciare di togliergli il respiro ed è certo che se provasse a dire qualcosa, la voce non reggerebbe.
Così si limita a prendersela fra le braccia, la lascia piangere un po' mentre lui stesso versa qualche lacrima in silenzio.
Non l'ha ammesso nemmeno ad Anita, ma questa situazione lo sta schiacciando.
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il senso delle cose 🎨
FanfictionSimone, un silenzio assordante e una voragine nera che minaccia di inghiottirlo. Manuel, colore, caos, vita e la voglia di non arrendersi mai. TW: tratta di argomenti delicati