Prologo

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La sindrome di Tokotsubo. O comunemente chiamata sindrome dal cuore spezzato.

Tutto questo fu ciò che riuscì a sentire dalle parole del Dottor Dickens.

Ecco la mia condizione. Un involucro di carne e ossa con il cuore spezzato.

Parole forti per una ragazza di 23 anni lo ammetto, ma in quel momento, seduta su una sedia di pelle nera era tutto ciò che riuscivo a pensare.

Fin dai tempi antichi, il cuore spezzato è stato attribuito a delusioni amorose. Una volta lessi in una rivista che, quando finisce un amore si prova una profonda tristezza ma che passate varie fasi si può uscire da quel tunnel.

Ma il mio cuore spezzato forse non sarebbe potuto guarire mai più.

Perché il mio cuore spezzato non era causato da una delusione amorosa, no l'amore non c'entrava assolutamente nulla. Il mio cuore aveva ceduto perché si era ritrovato a tenere insieme i pezzi distrutti della mia anima persa.

Si era ritrovato a reggere grida disperate per qualcosa che i miei occhi avevano visto e che non avrebbero mai dimenticato. Per ciò che le mie mani avevano toccato e per ciò che il mio naso aveva annusato.

<<Signorina Williams, lei deve stare a riposo. Ha avuto un grosso trauma. Sta passando un periodo di forte stress. Non può affaticarsi>> vidi il Dottor Dickens fissarmi intensamente.

Io fissavo un punto della stanza. Tutto il mio sistema nervoso era come bloccato.

Le mie pupille si mossero guardando il Dottore.

<<Come farò a vivere Dottor Dickens? Me lo dica lei. Come posso riposarmi? Come posso farlo se sento ancora l'odore del loro sangue sulle mie mani. Sul mio corpo.
Come posso Dottor Dickens? Loro sono morti, e io......io ho visto i miei genitori senza vita. E il peggio è che è tutta colpa mia. Se solo fossi arrivata prima, tutto questo non sarebbe successo. Capisce?>> mi alzai di scatto con le lacrime che sgorgavano dai miei occhi e la voce rotta. La sedia si rovesciò a terra.

Il Dottor Dickens trasalì, e vidi i suoi occhi spalancarsi.

Mi diressi verso la porta la aprii e me ne andai.

Camminai per non so quanti chilometri, mi fermai ad una stazione degli autobus e comprai un biglietto per New York.

Il telefono continuava a squillare, lo spensi, sali sull'autobus, e mi lasciai alle spalle ogni cosa. Mi lasciai alle spalle ogni cosa che mi ricordava quel giorno e loro.

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