Quando la coppia madre e figlio, ovvero Meredith e Alessandro, si ritirò nelle rispettive camere per riposarsi e cambiarsi – visto che era quasi ora di pranzo – la signora Pina accompagnò Emma verso gli spogliatoi e le fece indossare il grembiule. Con entusiasmo e un tocco materno, la signora Pina le disse:
«Ah, come stai bene con questo grembiule! Sei proprio bella!»Emma, imbarazzata, abbassò lo sguardo e rispose:
«Grazie, grazie...»La signora Pina la osservò con un sorriso affettuoso, aggiungendo:
«Bene, visto che l'ora di pranzo si avvicina, potresti cominciare con la sala da pranzo. Così sarà tutto pronto per i clienti. Sarai da sola, pensi di farcela?»Emma, con un pizzico di esitazione, ma anche coraggio, annuì:
«Sì, ce la farò.»Le pulizie passarono velocemente, poiché a Emma piaceva prendersi cura degli ambienti. Una volta terminato, aprì le grandi finestre del balcone e respirò profondamente l'aria fresca, lasciandosi incantare dalla bellezza del paesaggio. Ma il suo momento di tranquillità fu interrotto dal suono della campanella, che annunciava l'inizio del pranzo. Emma, con prontezza, lasciò rapidamente la sala da pranzo per assicurarsi che tutto fosse pronto per l'arrivo dei clienti.
Nel pomeriggio, Emma continuò a pulire instancabilmente. Si occupò dell'atrio e delle camere, mentre i signori e i clienti erano a pranzo. Il tempo passava velocemente, e ormai era tardo pomeriggio. Molti ospiti si erano radunati in giardino: alcuni fumavano, altri bevevano caffè, godendosi il fresco del tardo pomeriggio.
Emma, con lo sguardo che vagava tra i presenti, notò Alessandro in fondo al giardino. Era seduto da solo, intento a prepararsi una sigaretta mentre leggeva un libro. La sua presenza era distante e glaciale, e sembrava che tutto intorno a lui fosse solo un fastidio. Emma osservò il suo comportamento: le sue azioni erano lente e precise, ma il suo sguardo rimaneva freddo e indifferente, come se non avesse interesse in nulla di ciò che lo circondava.
Ogni tanto, Alessandro alzava lo sguardo dal libro e scrutava il giardino con un'espressione impassibile. Il suo comportamento non lasciava trasparire alcun sentimento, e questo lo rendeva ancora più distante e difficile da decifrare. Quando gli sguardi di Alessandro e Emma si incrociarono, lui mantenne una sorta di distacco glaciale, come se la sua attenzione fosse altrove, e questo atteggiamento freddo fece sentire Emma ancora più confusa. Si scosse e tornò a concentrarsi sulle pulizie. Aveva ancora il giardino da sistemare e non poteva permettersi di perdere tempo. Prese il secchio e le scope e si diresse verso l'esterno, ma proprio mentre si avvicinava al vialetto, notò Alessandro alzarsi dalla sedia. Con la sigaretta ormai consumata tra le dita, si avvicinò lentamente a lei. Il cuore di Emma cominciò a battere più forte, ma cercò di non darlo a vedere, continuando a lavorare con lo sguardo basso.
Quando Alessandro si fermò a pochi passi da lei, parlò con un tono basso e freddo, quasi indifferente.
«Sai dove posso comprare le sigarette da queste parti?» chiese, senza guardarla direttamente negli occhi. Il suo sguardo vagava distrattamente oltre Emma, come se chiedesse per puro obbligo, senza reale interesse.Emma sollevò lo sguardo, sorpresa dal tono distaccato. Non era una domanda gentile né cortese, e per un attimo si sentì a disagio. Sembrava che la stesse interrogando come se fosse un'intrusa. Con un filo di voce, rispose:
«C'è un tabaccaio in paese, a pochi minuti di cammino da qui. Lo troverà sulla strada principale.»Alessandro annuì appena, quasi infastidito dalla necessità di chiedere. Non ringraziò, non fece alcun gesto di cortesia. Si limitò a voltarsi, con la stessa freddezza con cui era venuto, e tornò sui suoi passi, tirando fuori una nuova sigaretta da arrotolare.
Emma rimase lì, immobile, fissando la schiena di Alessandro mentre si allontanava. Sentì un misto di frustrazione e confusione. Non era abituata a essere trattata in modo così distaccato, soprattutto da una persona con cui non aveva avuto alcun contatto diretto fino a quel momento. Si chiese se fosse qualcosa che avesse fatto, o se fosse semplicemente il suo modo di essere.
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Pesca nera
RomanceNel tranquillo paesino di montagna del Nord Italia, Emma, una giovane pittrice afro-italiana di 18 anni, lavora in un piccolo albergo per accumulare i soldi necessari per l'Accademia d'Arte di Milano. Con i suoi capelli afro voluminosi e il suo spi...