Prologo

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25 dicembre , 22:56

Mi punta la pistola al petto con un movimento agile che gli fa svolazzare il cappotto. Il suo sguardo vuoto è fisso su di me. Sta per premere il dito sul grilletto. Un bel modo di passare il Natale.

Guardo la cicatrice che ho sul braccio e mi chiedo dove lei possa essere, così lontana da venire a salvarmi o talmente vicina da smettere di pensare a me. Mi chiedo se è cambiata, se ci crede ancora.

Appoggio la schiena contro al muro e chiudo gli occhi. Mi appendo a quello che si potrebbe chiamare passato.. lo definisco più che altro una forma contorta del presente che ci perseguita in modo costante. Quindi, come difendermi, la mia natura sovrumana mi ha insegnato a sopravvivere con il passare degli anni. Io non sono come gli umani.  Umani . Che parola orrenda. 

Sento un formicolio partirmi dalle punta delle dita, la rabbia si fa spazio nel mio corpo. Questo è il momento in cui cambio aspetto, smetto di pensare e il mondo diventa più nitido. Spalanco gli occhi e finalmente sono diventato me stesso. 

Spesso penso che alla fine i più umani siamo noi.

"Non posso"Where stories live. Discover now