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07/06/2024Madrid,Spagna

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07/06/2024
Madrid,Spagna.

Hoy es el dia.

Le giornate di giugno a Madrid hanno sempre qualcosa di magico. Il sole rimane sospeso in cielo fino a tardi, dorando ogni cosa e trasformando la città in un mare di luce. Ero alla sede del Real Madrid, un luogo che per molti era quasi sacro, ma che per me era ormai così familiare da sembrare quasi ordinario. Cresciuta accanto a mio nonno, il presidente del Real Madrid, mi ero abituata alle grandi cerimonie e ai volti famosi che andavano e venivano tra queste mura.

Quella sera però, l'atmosfera era particolarmente carica. La squadra aveva appena vinto la quindicesima Champions League e c'era un'energia quasi elettrica nell'aria. La coppa, luccicante e imponente, sarebbe presto stata esposta nel museo del club, e mio nonno avrebbe tenuto un discorso per congratularsi con i giocatori.

Mi aggiravo tra i presenti, cercando di mantenere un basso profilo. Non ero mai stata troppo a mio agio in queste situazioni. La mia vita, a differenza di quella di molti che mi circondavano, non girava intorno al calcio. Preferivo le gallerie d'arte, le serate tranquille con un libro in mano. Ma il mio cognome, Pérez Sandoval,mi legava a questo mondo in maniera indissolubile.

«Niña»
mio nonno mi chiamò affettuosamente mentre finiva di parlare con un gruppo di dirigenti. Solo lui mi chiamava così. Mi avvicinai a lui e mi strinse in un abbraccio caldo, come faceva sempre.

«Stai bene,niña
mi chiese, il suo tono sempre gentile, nonostante la stanchezza che ormai, a ottant'anni, non riusciva più a nascondere del tutto.

«Sì, abuelito, sto bene. Sei pronto per il discorso?»
gli chiesi, cercando di allentare la tensione che percepivo nei suoi occhi.

«Lo sono sempre.»
rispose, sorridendo con quella sicurezza che l'aveva reso uno dei presidenti più longevi e rispettati della storia del club.
«Ma c'è ancora tempo prima che cominci. Vai a goderti la serata,niña»

Annuii e mi allontanai, cercando un posto tranquillo dove poter osservare senza essere troppo notata. Era sempre interessante vedere i giocatori lontani dal campo, più rilassati, quasi normali, tra risate e chiacchiere. Ed è stato proprio in quel momento che li vidi.

Jude Bellingham, Vinícius Jr., Camavinga e, sorprendentemente, anche Mbappé erano raccolti in un angolo della sala. Stavano ridendo tra loro, probabilmente commentando qualche momento epico della finale. Jude, in particolare, sembrava divertirsi molto, con quel sorriso luminoso che avevo visto tante volte in TV, ma che dal vivo aveva qualcosa di più... magnetico.

Non volevo sembrare invadente, così cercai di passare oltre senza attirare l'attenzione, ma i nostri sguardi si incrociarono. Per un attimo, il tempo sembrò rallentare. Non ci fu nulla di spettacolare in quel momento, nessuna scintilla improvvisa, ma i suoi occhi scuri incontrarono i miei e c'era qualcosa di semplice e autentico in quel contatto visivo.

UNFORGETTABLE||JUDE BELLINGHAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora