Il confronto

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Il silenzio tra loro sembrava eterno, carico di tensione. Simone si sentiva soffocare sotto il peso degli sguardi di Daniel e Riccardo. Amedeo, come sempre, sembrava divertirsi nel vederli a disagio. Era esattamente ciò che voleva: mettere Simone in una posizione in cui fosse costretto a scegliere. Ma Simone non era ancora pronto, e questo lo paralizzava.

"Simone," iniziò Daniel, la voce bassa e controllata, "tu non sei questo. Questo non sei tu."

Simone si sentì come se qualcuno gli avesse dato un pugno allo stomaco. Non sapeva cosa dire, perché parte di lui non poteva negare che Daniel avesse ragione. Lui non era mai stato il tipo da perdersi in cose come il fumo e le situazioni complicate con persone come Amedeo. Ma c'era anche una parte di lui che si sentiva in trappola da quella perfezione che Daniel sembrava volere da lui.

Amedeo, notando il turbamento di Simone, decise di inserirsi ancora. "Oh, dai Daniel, smettila di fare il fratello maggiore perfetto. Lascia respirare Simone. Forse ha bisogno di staccarsi un po' da te, da tutto quello che gli imponi."

Le parole di Amedeo, sebbene manipolative, fecero breccia in Simone. La sua testa era un groviglio di pensieri confusi. Sentiva una strana lealtà verso Amedeo, forse per ciò che avevano condiviso fisicamente, ma allo stesso tempo, sapeva che quella relazione non era sana. Tuttavia, non riusciva a spezzarla. E questo lo faceva sentire ancora più colpevole nei confronti di Daniel, perché sapeva quanto ci tenesse a lui.

Riccardo, che finora era rimasto in disparte, esplose. "Simone, devi svegliarti! Amedeo non fa altro che manipolarti, come ha già fatto in passato! Ti ha usato, ti ha trascinato in un giro di merda, e ora vuoi permettergli di farlo di nuovo?"

Simone abbassò lo sguardo. Le parole di Riccardo erano vere, ma c'era qualcosa di più profondo che non riusciva a spiegare, nemmeno a se stesso. Era quella confusione che provava, quel senso di inadeguatezza che cercava di soffocare con Amedeo, invece di affrontarlo con Daniel.

"È diverso questa volta," mormorò Simone, quasi come se stesse cercando di convincere se stesso più che gli altri.

"Diverso come, Simone?" chiese Daniel, con una nota di incredulità nella voce. "Sei tornato a fare le stesse cose che ti hanno distrutto la prima volta. E non me l'hai nemmeno detto."

"Perché sapevo che avresti reagito così," rispose Simone, alzando lo sguardo. "Sempre a cercare di proteggermi, come se fossi un bambino. Non lo sono, Daniel."

"Lo so che non sei un bambino," ribatté Daniel, la sua voce ora più bassa, ma carica di emozione. "Ma sei mio amico. Sei... molto più di un amico per me, e lo sai. E vedere che ti stai lasciando coinvolgere di nuovo in questa storia con Amedeo, senza nemmeno dirmelo... mi fa sentire come se non ti fidassi più di me."

Quelle parole colpirono Simone dritto al cuore. Daniel non lo stava attaccando, non lo stava giudicando. Era ferito, profondamente ferito, e Simone sapeva che la sua scelta di non dire nulla aveva incrinato il loro legame.

Amedeo, intanto, osservava la scena con un sorriso di sufficienza. "Ah, eccoci qui, il grande discorso sull'amicizia fraterna. È carino, davvero. Ma forse Simone vuole qualcosa di più di un semplice fratello."

Le parole di Amedeo caddero come una bomba. Daniel lo guardò con rabbia, mentre Simone sentì un'ondata di vergogna e confusione travolgerlo. Non era così. O forse sì, ma non voleva che le cose fossero rivelate in quel modo, non ora, non così brutalmente.

Riccardo fece un passo avanti, visibilmente furioso. "Sei proprio uno stronzo, Amedeo. Non ti è bastato rovinare la sua vita una volta?"

Amedeo si limitò a ridacchiare, ma non disse nulla. Sapeva che aveva seminato abbastanza caos con le sue parole.

Daniel, però, non stava più ascoltando Amedeo. Il suo sguardo era fisso su Simone, cercando di capire cosa stesse succedendo davvero nella testa del suo amico. "Simone," disse piano, cercando di controllare la rabbia e il dolore nella sua voce, "se c'è qualcosa che non mi hai detto, te lo chiedo ora, di dirmelo. Siamo sempre stati sinceri l'uno con l'altro, e io... non so come reagire se mi stai nascondendo altro."

Simone sentiva che stava per crollare. Aveva evitato quel momento per troppo tempo. Il peso di quello che provava per Daniel, mescolato alla confusione che Amedeo aveva contribuito a creare, lo stava distruggendo. Non poteva più nascondersi, ma non sapeva come spiegare tutto senza ferire Daniel ancora di più.

"Dan..." iniziò Simone, ma le parole si fermarono in gola. Non riusciva a dire altro. Tutto era troppo, troppo complicato.

Daniel si avvicinò, e per un attimo, la sua mano si alzò come se volesse toccarlo, ma poi si fermò, incerto. "Dimmi solo la verità, Simo. È l'unica cosa che ti chiedo."

Simone sentì le lacrime salire, ma le ricacciò indietro. Non poteva più continuare così. Ma non riusciva nemmeno a parlare. La tensione tra loro era palpabile, e Amedeo, sempre in agguato, sembrava pronto a lanciare un'altra frecciatina.

Riccardo intervenne, spezzando il silenzio. "Simone, questo tipo non ti merita. Non ti ha mai meritato. Non lasciare che rovini tutto di nuovo."

Simone si voltò verso Riccardo, poi guardò Daniel. Sapeva che doveva fare una scelta, ma non era sicuro di essere pronto.

"Dobbiamo andare," disse infine, quasi sussurrando. E con un ultimo sguardo a Daniel, si voltò e si allontanò con Amedeo, lasciando Daniel e Riccardo fermi sul posto, sconvolti.

Legami Invisibili | Dadda x AwedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora