Le giornate in città continuavano con la stessa monotonia, e Clorinda sentiva il peso dell’attesa
farsi sempre più opprimente. Dopo il primo incontro con il suo futuro sposo, Adrian, si era resa
conto che la loro relazione non sarebbe stata niente di più che una farsa. Nonostante i sorrisi e i
gesti galanti di lui, Clorinda sapeva che nessuno dei due provava un vero interesse per l’altro. Era
un matrimonio di convenienza, come lo erano la maggior parte dei matrimoni nella loro società.
Un’unione voluta dalle rispettive famiglie per rafforzare legami, accumulare ricchezze e, forse,
garantire una certa sicurezza politica. In poco tempo lui si sarebbe trovato bellissime e numerose
amanti, mentre a lei non sarebbe rimasto nient’altro che la sua solitudine in delle stanze vuote.Una mattina, seduta al tavolo della colazione con Adrian, tentò di avviare una conversazione
diversa dal solito, sperarando di poter rimediare alla distanza tra loro. La luce del sole filtrava
attraverso le ampie finestre, illuminando la tavola imbandita con ogni sorta di cibo prelibato, ma a
Clorinda mancava l’appetito.
«Cosa pensi della città?», chiese, cercando di rompere il silenzio che si era creato tra loro.
Adrian la guardò, con l’espressione distratta di chi non ha mai veramente dovuto riflettere su
qualcosa di importante. «La città? Oh, è… impressionante, immagino. Grande, rumorosa. Ma non
mi interessa molto, sai? Preferisco le tenute in campagna. Qui c’è troppa gente.»
Clorinda annuì, cercando di nascondere la sua frustrazione. «E cosa pensi del nostro
matrimonio?», azzardò, la voce più tesa di quanto avesse voluto.
Adrian si limitò a scrollare le spalle. «È quello che ci si aspetta da noi. Non ci sarà molto di
diverso, dopo tutto. Le cose andranno avanti come devono. Avremo una bella vita, Clorinda. Non
c’è bisogno di preoccuparsi.»
Il tono disinvolto di Adrian la colpì come un pugno nello stomaco. Per lui, tutto era così semplice.
Era nato in quel mondo, cresciuto sapendo che un giorno avrebbe preso moglie, avuto figli e
proseguito la sua esistenza con la stessa placida tranquillità con cui viveva ogni giorno. Ma per
Clorinda, tutto questo era una prigione. Sentiva che la sua vita stava per sfuggirle di mano, e con
essa ogni speranza di trovare qualcosa di autentico, qualcosa che avesse realmente senso per lei.Le giornate seguenti trascorsero in una routine rigida e soffocante. Le serve la vestivano ogni
mattina con abiti sempre più elaborati e colori sgargianti, preparandola a una serie infinita di
incontri e visite, in cui doveva sorridere e mostrare il suo volto migliore. Dopotutto, era stata
preparata per questo da una vita intera, pur sentendosi sempre più lontana da tutto ciò. I suoi
pensieri volavano verso le colline della sua infanzia, dove aveva corso da bambina, libera e
spensierata, e verso i volti dei suoi genitori che ora le sembravano così distanti, ma anche crudeli
per il destino che avevano scelto per lei. La sua stanza, pur sontuosa, con grandi finestre
affacciate sui giardini e mobili pregiati, era diventata una gabbia. Le era proibito uscire da sola, e
ogni passo che faceva fuori dalla casa era controllato, ogni parola che diceva monitorata.Nel pomeriggio, Clorinda si trovava spesso nel salone principale, intento a ricamare come
richiesto dalla società, per una donna era impensabile qualunque altro tipo di attività ricreativa.
Tuttavia, le sue mani erano ferme, il ricamo trascurato, mentre osservava il cortile esterno dalla
finestra. Era uno di quei momenti in cui il silenzio diventava assordante, e l’unica compagnia era il
crepitio del fuoco che ardeva nel camino.
Proprio allora, una voce alle sue spalle la riscosse dai suoi pensieri. «Clorinda, cara, come
procede il ricamo?»
Era Lady Devorah, la madre di Adrian, una donna austera dall’aria rigida e impeccabile. Il suo
sorriso era sempre sottile, mai del tutto sincero. Lady Devorah era una presenza costante nella
vita di Clorinda da quando i preparativi per il matrimonio erano iniziati, e il suo sguardo penetrante
faceva sentire la ragazza sempre sotto esame.
Clorinda forzò un sorriso, mostrandole il ricamo appena iniziato. «Sta venendo bene, credo.»
Lady Devorah si avvicinò per osservare il lavoro con occhio critico. «Bene, molto bene. Sarai una
moglie eccellente per Adrian, Clorinda. La nostra famiglia ha sempre avuto un alto standard, e tu
non devi deluderci.»
Il peso di quelle parole cadde come un macigno sulle spalle di Clorinda. Nonostante l’apparenza
gentile, le parole di Lady Devorah erano cariche di aspettative e avvertimenti. La sua vita sarebbe
stata scrutinata da tutti, e ogni errore sarebbe stato visto come una mancanza non solo sua, ma
dell'intera famiglia.
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Dark Desire - La Gilda [fantasy romance spicy]
FantasyClorinda non ha mai avuto il lusso di scegliere. Nata in una famiglia ricca ma conservatrice, il suo destino è stato deciso il giorno in cui è venuta al mondo: sposerà un cugino e vivrà una vita fatta di doveri, ricchezze e opulenza. Ma quando vi...