"Sono veramente felice?"

73 1 0
                                    

Tutto iniziò il 4 ottobre, un giorno davvero caldo per quel periodo.
Mi presento, sono Fabio White, ho sedici anni e vengo da Napoli, sono alto circa 1.85, capelli castani quasi nel biondo, occhi verdi e labbra carnose, un fisico non di certo statuario ma nella media dei sedicenni.
Sono italiano ma con un cognome straniero vi starete chiedendo il perché, e in effetti tutti se lo sono chiesti, ma questo è perché mio padre, Michael Withe è di origini inglesi, mentre mia madre, Manuela Vastri di origini napoletane.

Quel giorno io e le mie due migliori amiche Lisa, bruna, occhi scuri e con le labbra sottili, alta 1.75 con un fisico da vera sportiva, e Anna bionda, occhi castani con le labbra carnose, alta 1.70 con un fisico da far invidia, ci stavamo recavamo all'in-store del nostro idolo Fedez, mentre eravamo in auto ed immaginavamo come sarebbe stato incontare il nostro cantante preferito cominciai a pensare un po a tutto cadendo così nel solito vortice di pensieri, finendo sempre sulla stessa domanda: "sono veramente felice?" in quel giorno come potevo non esserlo, avrei realizzato un sogno che inseguivo praticamente da tre anni ma non sarei mai andato all'idea di quello che sarebbe successo dopo.

Una volta scesi dall'auto, ci recammo subito ad uno dei punti vendita del centro commerciale per acquistare il CD e la maglietta che loro due subito indossarono, io invece indossavo la mia maglia preferita dell'obey con un pantalone nero e un paio di vans nere, si il mio colore preferito è il nero.

Ci mettemmo in fila verso le dieci del mattino e facendo un po a turno per tenere i posti uscivamo fuori a fumare, io ero sempre quello con il pacchetto di chesterfield blu in tasca e una cuffia nell'orecchio, mentre anna era quella delle marlboro gold a vita, con il telefono a tutto volume urlando a squarcia gola le canzoni.

Passarono le prime due, tre ore e nel frattempo conoscemmo diverse persone in fila molto simpatiche, poi dopo un po mi vidi che qualche metro più dietro di noi c'era Paolo, un mio amico di infanzia che non vedevo da un po di tempo, così dopo essersi avvicinato a noi iniziammo a parlare ridere e scherzare.
Ci fecero compagnia per il resto della giornata, stando in quel posto fermi per molte ore ogni tanto si dava un'occhiata in giro e ad un certo punto mi accorsi di lei, una ragazza bellissima, bionda, occhi azzurri, alta circa 1.65, con un sorriso da fare invidia alle più famose del mondo, il tipo di ragazza con cui non ci sarei mai riuscito.

Mentre il tempo in quella fila a momenti sembrava non voler passare mai ad un certo punto quella ragazza si avvicinò a noi per chiedere al mio amico se era vermente quel ragazzo che faceva dei video stupidi su YouTube.
Io in quel momento probabilmente non connettevo proprio ricordo solo che da vicino sembrasse ancora più bella.

Dopo circa sette ore di fila si iniziò a scorrere in fretta mentre gli altri fan facevano foto e ricevevano autografi.

Lei putroppo era più avanti di me quindi e per quando io ebbi finito se ne era già andata da chi sà quanto tempo.
Al momento non diedi molto peso all'accaduto mi sembrava come tutte le altre volte in cui vedi una ragazza bellissima per pochi secondi e alla fine ti diventa una cosa quasi indifferente.

Tornammo a casa del tutto increduli di essere riusciti a realizzare quel sogno, così cominciammo a raccontare ogni dettaglio al nostro migliore amico, o anche fidanzato di lisa, marco: biondo con gli occhi azzurri, alto 1.70, con un fisico ben palestrato, che di tutto quello che era successo non è che si interessasse parecchio.

Verso le 21:30 andammo a mangiare una cosa al pub fuori la strada, una passegiata veloce per i negozietti e poi tutti a casa, stanchi dopo la dura giornata in piedi.

Dopo avre fatto una doccia ed essermi messo a letto non riuscivo in nessuno modo a prendere sonno, mi dicevo che forse era per l'emozione immensa di quel giorno o proprio perché non credevo al fatto di essergli stato così vicino, di avergli detto grazie, o di aver sentito la sua voce non da delle stupide casse di un telefono.
Ma dentro di me sapevo che non era quello il motivo, era perché continuavo a pensare a quel sorriso, a quegli occhi dove mi sembrava di poter nuotare.
In realtà non so perché pensavo a lei, non l'avrei rivista mai più eppure ogni cosa di lei mi si era stampata dentro come un marchio a fuoco, dopo aver smesso di pensarci chiusi gli occhi e continuai a riflettere finendo sulla domanda che mi ero posto un po di ore prima, presi il telefono dal comodino cercai la chat con lisa e le mandai un messaggio chiedendole: "sono veramente felice?".
Forzando i pensieri misi la testa sotto le coperte e mi addormentai sapendo che la mattinata dopo a scuola sarebbe stata pesantissima.

The last oneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora