Il cuore mi si fermò nel petto, fu peggio di un fulmine a ciel sereno.
Il treno della mia vita era passato e io l'avevo perso, o meglio il pullman, quel dannatissimo m45.
Non era mai passato in anticipo e quell'unica volta che avevo bisogno di lui per una questione di vita o di morte passò in anaticipo.La contattai dicendole che forse non sarei riuscito ad andare, lei mi disse che era in ritardo e che potevo aspettare ancora il pullman.
Attesi circa mezz'ora, quando ad un certo punto un barlume di speranza si vide in fondo alla strada era un'altro m45.
Feci segno di fermarsi e per sicurezza chiesi se portava al centro commerciale, e con un cenno mi disse:"si certo sali".Le mandai subito un messaggio dicendole che ne avevo preso un altro, dovetti per forza infrangere la promessa fatta la notte prima, dovevo informarla che forse non sarei potuto andare, ma da quel secondo messaggio non parlammo più.
Arrivai alla fermata, scesi e mi diressi dritto dritto verso l'ingresso più vicino.
Dovevamo vederci all'ingresso al lato opposto, dove si trova kiko, uscii fuori e mi chiusi una sigaretta e fumai.
Iniziai subito a chiamare uno per uno Lisa, Anna e Marco.Ero impaziente, in ansia, quasi tremavo, in quel momento mi resi conto che stavo per fare un salto nel vuoto, non avrei saputo su cosa sarei atterrato fino a quando la serata non sarebbe finita.
Rientrai, andai a controllare se per caso era gia lì e mi squillo il telefono, era lei, mi girai e la vidi entrare
Non la ricordavo così bella, indossava il suo capotto di pelle nera, il jeans che poi venni a sapere che era il suo preferito e un paio di stivaletti bassi neri.Mi venne incontro e mi abbracciò, quel momento mi sembrò durare una vita.
Mi sussurrò nell'orecchio:"mi manchi"
ed io le diedi la mia risposta stringendola ancora di più.Non avevo detto ancora nemmeno una parola e quando poi ci staccammo le dissi:"ci facciamo un giro?".
Iniziai a sudare faceva caldo li dentro, così dopo una decina di minuti le chiesi di uscire fuori perché faceva un po' caldo.
Mentre uscimmo si aggrappo al mio braccio e lentamente fece scivolare la sua mano verso la mia, e mentre la stringeva sempre di più, sembrava che mi dicesse:"finalmente sei qui"
Cominciammo a parlare di cose in generale e il tempo iniziò a passare troppo in fretta.
Ci sedemmo su un muretto e le diedi quello che le avevo portato come regalo, era una delle due sciarpe di mio nonno, cose che avevo preso quando la nonna se ne stava disfacendo dopo la sua morte, le spiegai quanto ci tenessi e il perché volevo che l'avesse.
Era semplice, volevo farle capire quanto tenessi a lei con un oggetto a cui tenevo tantissimo.Dopo avrglielo detto si mise avanti a me e mi strinse fortissimo.
Io ero seduto e lei era in piedi, sentivo il suo profumo bellissimo e il suo cuore battere velocissimo.Ci guardammo negli occhi e lei ridendo mi disse:"so quanto vorresti baciarmi".
Io per fare il duro le risposi:"ma chi? io? nah ti starai confondendo con qualcun altro."
Continuammo a fare il giro del centro commerciale ancora un paio di volte, finendo per sederci su una sbarra di ferro, sopra di noi c'era un albero di natale fatto tutto di lucine blu e bianche, sembrava l'atmosfera di un film.
Avevamo ancora una mezz'ora prima dell'arrivo di sua mamma.
Così si sedette sulla mia gamba sinistra.
Le sue braccia mi avvolgevano il collo e la testa era poggiata dolcemente sulla mia spalla.Le mie braccia le stringevano i fianchi.
Cominciammo a guardarci e a sorridere, quasi non ci credevo, ero li, vicino a lei, dopo tutto quel tempo.
Le tolsi i capelli che erano d'avanti agli occhi, le accarezzai la guancia e la baciai.
Nessuna delle ragazze che baciai prima di allora mi fece provare quella sensazione al primo bacio.
Sentivo quei bozzoli delle faralle schiudersi nel mio stomaco e iniziare a svolazzare.
Era quella la sensazione di una persona che iniziava ad amare ?
O era soltanto la felicità del primo bacio con la persona che più avevo desiderato in tutta la mia vita?
Credo di non averlo ancora capito.
Passammo gli ultimi quindici minuti a baciarci e a vedere l'uno il sorriso dell'altra.
Quando poi le squillò il telefono e rispose, mi strinse dicendomi:"non voglio andare via, voglio restare qui con te, ancora e ancora.."
Purtroppo ebbe poca scelta la mamma era arrivata, e a breve sarebbe arrivato anche mio padre.
Quando salii in macchina mi arrivo un suo messaggio:"già mi manchi"
Forse quello era stato uno dei giorni più felici della mia vita.
Tornai a casa e feci subito il mio primo errore, iniziai a correre dicendole:"anche tu, ti amo."
Una cosa che lì per lì non sembrava importante, ma ora a distanza di mesi mi rendo conto di aver corso davvero troppo.
Io le chiesi cosa pensava di quel pomeriggio, dal primo momento all'ultimo bacio.
Mi disse che appena mi vide pensò che ero figo perché amava la mia barba, che più mi guardava e più le batteva il cuore, che piu ci avvicinavamo più lei non ci credeva.
In quel momento nemmeno io ci credevo, stavo letteralmente vivendo in un sogno.
Continuammo a parlare fino alle due circa, fino a quando lei mi disse:"amore ho sonno, vado a dormire.. non vedo l'ora di stringerti ancora."
Rimasi tutta la notte a fissare il soffitto cercando di realizzare ciò che stava succedendo.
Alla fine mi ritrovai ad addormentarmi, senza sapere nemmeno che ore erano, ma con un sorrisone enorme stampato sulle labbra.
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The last one
RomancePeriodi di buio si alternano a periodi troppo luminosi dovremmo essere solo noi a far si che ci sia equilibrio. Ciao a tutti mi chiamo fabrizio quella che state per leggere è la storia o meglio lo sfogo di questi ultimi dieci mesi. I personaggi sono...