Fear Will Not Defeat Me

2. Sunnie

Prima di entrare a Pennylvania
metabolizzo quello che dovro fare oggi.

Devo fare la tutor di medicina al ragazzo più temuto di quest' università, che è stato bocciato così tante volte che sta ancora al primo anno a 23 anni.

Ok, Pearl, calmati.

Non sarà così difficile, devi solo aiutare in medicina.

Finalmente entro e non ho il tempo di guardarmi intorno che Maria mi salta addosso.

Cado per terra insieme a lei e si mette a ridere.

«Ma ciao Pearl».

«Ciao Maria, grazie di essermi saltata addosso, manco fossi un cane».

Maria mi aiuta ad alzarmi e la saluto dato che deve andare alla lezione di letteratura.

Mi dirigo verso la biblioteca dell' università, le ripetizioni si faranno lì.

Perché ha voluto che lo sapessi proprio ieri?

Perché mi ha scelto come tutor? Già era tanto se mi caga quando avevamo le lezioni insieme.

Sono in biblioteca, e non trovo traccia di Hirisch.

Molto probabilmente è in ritard...

«Mi stai per caso cercando?».

Un ragazzo dau capelli rossi arruffati, un viso angelico e degli occhi verdi, credo con sfumature marroni, non si vede bene, mi guarda con una malizia che non mi piace per niente.

Mi giro verso dove proviene la voce e rimango di stucco.

«Beh, ti devo fare una lezione, ritengo
importante che te ci sia».

«Ti piace medicina?»
«Oh, la adoro».

Lui scoppia in una risata poco amichevole e poi mi guarda come fossi un alieno.

«Hai problemi seri».
«Io credo di stare più che bene».

Hirisch, prima lontano da me, mi raggiunge, e mi sovrasta con il suo metro e novanta, essendo che io sono un metro e sessanta.

Ok, mi sento uno gnomo.

«Hai il coraggio di affrontarmi?».

Lo guardo con un sorriso sadico e poi gli rispondo.

«Ti potrei pure dare due schiaffi per toglierti quell' espressione strafottente».

Lui ricambia il mio sorriso.
«Fallo».

Forse non ha capito la gravità della situazione, dovrei insegnarli medicina e invece...

Ok Pearl, non ascoltarlo...

...Nah, non sarebbe da me.

«Lo vuoi davvero?», gli dico, con una punta di eccitazione.

«Bah, il preferirei di no per te».

«Si vede che non mi conosci».
«Beh, allora comosciamoci».

«Fammi una domanda qualunque».

Lui mi guarda con malizia, la malizia che gli avevo visto quando avevo incrociato il suo sguardo.

«Come ti chiami?»

Rimango a bocca aperta dalla domanda che mi ha fatto.

Chiede me come tutor e poi non sa nemmeno come mi chiamo?

«Se non sai nemmeno come mi chiamo perché cazzo mi hai scelto come tutor di medicina?»

«Il professor Smith mi ha fatto vedere le più abili in quella materia, e appena ho visto la tua foto mi sono detto: Oh, devo scegliere proprio lei»