Capitolo 17 - Un favore per un favore

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Avvolti dalla folla di persone che ballavano, mi appoggiai al muro, lo sguardo fisso su Leo. Le luci soffuse della sala lampeggiavano, creando ombre tremolanti sui suoi lineamenti. La musica vibrava nell'aria, i bassi profondi risuonavano nel petto come un secondo battito cardiaco.

"Allora, cosa hai in mente?" chiesi, cercando di mantenere un tono calmo, anche se il cuore mi martellava nelle orecchie.

Leo si avvicinò lentamente, i suoi occhi scuri bruciavano di un'intensità che mi lasciò senza fiato. Il suo corpo era ormai quasi premuto contro il mio, il calore della sua pelle attraversava la poca distanza che ci separava. Passò una mano tra i capelli, i suoi movimenti fluidi e seducenti, come se ogni gesto fosse studiato per attirare la mia attenzione. La sua voce si abbassò di nuovo, un sussurro sommesso vicino al mio orecchio, avvolto dall'odore leggero del suo profumo che mi stordiva.

"Beh, stavo pensando che potremmo divertirci un po' qui, in mezzo a tutta questa gente," disse con un sorriso malizioso, "ma se preferisci, conosco un angolino tranquillo qui vicino dove potremmo andare."

La sua voce era vellutata, le sue labbra sfiorarono il mio lobo mentre parlava, e il brivido che mi attraversò fu impossibile da ignorare.

"Vacci piano," dissi, poggiando la mano sul suo petto per allontanarlo leggermente. "Voglio divertirmi, ma non significa che abbia voglia di sfilarmi i jeans e scopare col primo che passa. Voglio solo stordirmi."

Leo rise, con una punta di delusione negli occhi mentre lo spingevo indietro. Alzò le mani in segno di resa, un sorrisetto divertito increspava le sue labbra.

"Ehi, nessuna pressione. Era solo una proposta, tutto qui." Disse, il tono della sua voce tornò a essere seducente. "Ma se vuoi solo dimenticare e divertirti, conosco un modo anche per quello."

Alzai le sopracciglia, curiosa, e lo esortai a continuare con un gesto della mano.

Il sorriso di Leo si allargò vedendo la mia espressione. Si avvicinò di nuovo, il suo respiro caldo accarezzava il mio collo mentre parlava.

"Che ne dici di qualche shot? Vediamo se riusciamo a far girare la stanza un po' più velocemente."

Propose, il suo tono basso e profondo mi fece venire i brividi lungo la schiena.

"Adesso parliamo la stessa lingua."

Ci avvicinammo al tavolo della cucina, la superficie in marmo ricoperta di bicchieri vuoti e alcol rovesciato, il profumo pungente ne riempiva l'aria.

Leo fece un gesto verso l'assortimento disordinato di bottiglie davanti a noi, un bagliore malizioso negli occhi.

"Scegli il tuo veleno."

Disse con la voce bassa, carica di tentazione.

"Sei tu il re delle feste, o sbaglio? Mi affido a te per stasera. Scegli."

Sorrise compiaciuto dalle mie parole, chiaramente soddisfatto di avere il controllo della situazione. Si toccò il mento per un istante, lo sguardo che vagava sull'ampia selezione di alcolici.

"Va bene, vediamo... Che ne dici di un bel Tequila Sunrise per cominciare?"

Propose, afferrando una bottiglia di tequila e una lattina di succo d'arancia dal tavolo, pronto a iniziare la serata.

Leo afferrò due bicchierini e versò la tequila in entrambi, il liquido dorato scintillava alla luce soffusa della cucina.

"Ora, aggiungiamo un tocco di granatina" spiegò, versando una sottile striscia di sciroppo rosso rubino in ciascun bicchiere. La miscela creò un motivo a vortice, come il sole che sorge all'orizzonte.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 17 ⏰

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