Odio i viaggi in treno. Scendi da quel vagone che ti senti tutto rotto, col mal di schiena e le gambe addormentate.
Mi sentivo proprio così dopo circa 5 ore e mezza di treno, ma finalmente ero arrivata a Milano centrale. Non avevo mai visto una stazione così caotica. Piena di persone che andavano di fretta a destra e a sinistra, alcuni molto eleganti ed altri con una semplice tuta. Per non parlare di certa gente poco raccomandabile appostata dove meno si nota.Dopo aver dato uno sguardo veloce a quell'ambiente, aprii subito Maps per dirigermi a piedi, data la davvero troppa gente sui mezzi pubblici, verso la mia stanza per fare il check-in. Mi è sempre piaciuto camminare ma diciamo che con una valigia, un borsone e uno zaino sulle spalle non era la cosa più comoda. Fortunatamente il resto delle mie cose me lo sarei fatta spedire giorni avanti.
Arrivata al palazzo e fatto il check-in, tirai un sospiro di sollievo perché fortunatamente quei 5 piani avevano un ascensore ed io ero proprio al quinto.
Le lezioni sarebbero iniziate tra una settimana ed ho preferito sistemarmi prima per conoscere un po' la città.
Mi avevano assegnato la stanza 51, la mia personale "area 51", già mi piaceva. La cosa migliore è che avevo un letto matrimoniale tutto per me.Una volta sistemati i bagagli uscii per fare un giro verso il centro per vedere quanto effettivamente fossero costosi i negozi e cosa mi sarei potuta permettere di comprare.
Presi l'ascensore e schiacciai 'piano terra' ma prima si fermò al terzo per far salire un gruppo di ragazzi. Non sembravano male, erano molto educati. Un secondo prima di salire parlavano a voce alta tra di loro scherzando e sorridendo ma una volta sopra se ne stavano in silenzio, come se la mia presenza un po' li intimidisse. Erano più grandi di me, anche di una decina d'anni. Uno era molto alto, moro e indossava un berretto bianco. Un altro era un po' più basso, riccio, una barba molto ordinata e tatuato. L'ultimo era alto un po' più di me, sul metro e 72, biondo tendente al rosso, barba e occhiali. Tutti e tre molto belli ma quest'ultimo aveva quel qualcosa in più e non erano solo gli occhi azzurri che si ritrovava.
Scesero dall'ascensore prima di me e li persi subito di vista.