Mutaforma

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Supernatural elements


Cosa non era normale, lo aveva scoperto solo tre anni prima, durante il suo turno da barista.

Era stato in una giornata pressappoco come tutte le altre, in cui si era versato il caffè addosso per la fretta, alle cinque di mattina. Quel signore burbero al bancone che ordinava sempre il solito, gli aveva chiesto due volte lo scontrino fiscale, dato che la sua collega si era dimenticata di farglielo. Fino a qui, sembrava tutto normale: un cliente con le giuste pretese, senza che bisognasse mai dargli torto come insegnava il mestiere. Anche perché, se Manuel lo avesse mandato liberamente a fare in culo, avrebbe perso il posto. La cosa anormale era arrivata ad un certo punto: era bastato che ne sfiorasse appena le dita per porgergli il resto, nel piccolo spazio adiacente al bancone, per avvertire qualcosa di simile alla nausea istantanea. L'uomo così come era venuto a consumare la sua colazione, se ne era andato lamentandosi in egual modo. Dopo l'intera giornata di lavoro, Manuel era ritornato a casa.

Anche qui, niente di diverso.

Se non fosse che erano le otto passate e l'unica cosa che avrebbe voluto fare era cenare con della pizza e una birra ghiacciata nonostante fosse pieno ottobre. La nausea notturna glielo aveva negato.

L'indomani si era presentato al lavoro ed era lì che era successo il fattaccio. Che poi proprio definirlo "fattaccio" dipendeva dai casi. Successe così, dopo aver dedicato uno sguardo di troppo ad una signora e averle teso la banconota di resto. La sensazione di nausea salì in gola e Manuel corse al bagno, lasciando la sua collega a preoccuparsi. Quando si sciacquò la faccia allo specchio, era di un altro sesso. Colore dei capelli, vestito a fiori, rossetto alle labbra.

Avrebbe lanciato un'imprecazione se solo il locale fosse stato fuori. Manuel si era limitato a sussurrare "cazzo" per almeno dieci volte, nel panico. Si era toccato i capelli lunghi e sfibrati, la faccia, dato tre schiaffi ogni tre secondi per capire se fosse sveglio o meno. Se fosse una delle sue famose sbornie che si era preso prima di addormentarsi, Un seno grosso e ingombrante gli riempirebbe il petto e avvertiva improvvisamente l'urgenza di urinare da un organo che non era più il suo.

Manuel avrebbe voluto scappare dal bar e darsi per disperso.

Sì, un po' come succedeva nei film soprannaturali.

Manuel era rimasto dentro quel piccolo spazio per un'ora, ed il messaggio improvvisato alla collega gli era valso come unica scusa credibile rispetto al suo turno di lavoro.

Ci impiegò un anno e mezzo per abituarsi a quella condizione, per capire che la trasformazione del suo corpo si applicasse anche agli animali, ma in modo più singolare. Erano gli animali stessi a fiutare, a percepire che non fosse completamente identico a tutti gli altri. Quelli erano soliti abbaiare o ringhiargli o contro senza nessun bisogno di trattenersi.
I gatti erano già più tranquilli: fissavano come ipnotizzati e in pochi secondi trovavano al loro fianco un gemello identico.
Per capire che la durata della trasformazione impiegò già di più: l'effetto della trasformazione durava all'incirca tra la mezz'ora - se Manuel riusciva a controllarla rimanendo calmo e concentrato su unico pensiero - e un'ora e passa se invece decideva di non intervenire o si faceva prendere troppo dalle emozioni.

Era sottospecie di "caso poraccio de twilight" nel mantra che mormorava Manuel sottovoce, da un mese a quella parte, nel buio della stanza disteso a pancia in giù sul materasso.

Nessuno lo sapeva, a nessuno aveva avuto il coraggio di dirlo.
Né Matteo, né sua madre Anita, né la sua ex con la quale aveva mantenuto buoni rapporti. Come dicevi a chi volevi bene che eri diventato qualcosa di simile ad un mostro delle favole o, peggio, degli orrori?

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