3: Bubble

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🫧

98esima bolla

Se mia sorella mi avesse preso con sé, se allo stadio avessi incontrato te.

"...Oddio mi scusi signore!..."

Disse una voce, acuta ma ben stabile, una punta di imbarazzo a colare i bordi dei suoni mentre, Minho sfarfallò gli occhi guardandosi intorno, tutto prendeva lentamente il suo posto.

Una sensazione strana, come di bagnato, prese a caratterizzare il suo cervello in quasi la totalità. In una situazione normale si sarebbe infastidito, si disse con la punta di un sorriso a sporcargli il viso mentre osservava i pezzetti del mondo a circondarlo fluttuare e andare a incastrarsi l'uno sull'altro, pixel su pixel e senza che nessuno ci prestasse attenzione, in un quadro perfetto, un'immagine perfetta, la biglietteria dello stadio più importante di Seul a fare da sfondo a un ragazzo, sembrava più bello del resto del mondo, occhi allungati e simili a quelli di una volpe, intento a porgergli un cartone contenente una bevanda ormai gocciolante ai suoi piedi.

"...non fa niente..."

Brontolò piano, il viso a farsi basso, mentre, la mano destra a scacciare un pezzetto di ghiaccio finito tra le asole del suo cappotto invernale, il ragazzino davanti a lui, niente di più che un dipendente dello stadio forse al suo primo giorno, - sua sorella iniziò a ridere, Minho si girò a guardarla comprendendo solo in quell'istante di non essere solo... - allungava le mani, lasciando il suo bancone, per andare in suo soccorso.

"...Signore..."

Ridacchiò sua sorella prendendolo in giro, una mano a spintonare Minho giocosamente mentre la fila dietro di loro, in attesa di un drink come il suo si dissolveva in sbuffi di disapprovazione al loro siparietto comico. Prima non se n'era accorto, pensò appena dando un breve sguardo a quelle persone senza volto a sparpagliarsi in fretta verso un'altro venditore ambulante, prima non ci aveva prestato proprio caso...

Disse a sé stesso continuando a intimare, convincere con un bonario sorriso ma gli occhi bassi, ancora incapaci di comprendere, sentirsi davvero reali, quel nuovo scenario a circondarlo, il ragazzo a smetterla, non scusarsi e al massimo comprargli un altro drink.

E Minho continunò in questo modo per minuti interi, sua sorella a ridacchiare alle sue spalle da un gradino poco sotto, intrappolato in un loop di parola al vento, rassicurazioni necessarie per quel ragazzino sbadato, incapace di comprendere come ecco...

Incapace di andare avanti. Incapace di abitaurarsi a quel nuovo mondo, incapace di vivere, respirare con un drink colloso a entrargli fin dentro ai vestiti, - per un istante si chiese se fosse stata quella la causa del suo bacio mancato, - troppo preso a abituarsi a quel nuovo scenario, quella nuova bolla involontaria, quella nuova assenza dolorosa, per permettersi di convincere l'uomo che no...

Non c'era niente di male nell'essere maldestri e...

Si sfiorò le labbra senza in fondo potersene fare una colpa mentre gli occhi gli si chiudevano e il ragazzino, Jeongin aveva ben ricamato sul petto della divisa a righe blu e bianche, un capellino da venditore di bibite a penzolargli sul caschetto color platino, si abbassava un'ultima volta, un comico inchino forse insegnatogli da sua madre, strappandogli un sorriso.

Jisung...

Pensò appena Minho consapevole di star facendo molta più fatica del previsto a staccarsi, allontanarsi da quella bolla precedente, quel mondo precedente in cui, le lacrime bagnarono appena i suoi occhi, - non se ne fece una colpa quando la sua mente vagò a tal punto dal fargli pensare ehi... ehi piangi quanto vuoi, piangi tutte le tue lacrime, forse in questo modo potrai riaverlo, rivederlo... - tutto sembrava star andare per il verso giusto.

- Universe: SAPONE E INCHIOSTRO - (Minsung)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora