Non è una ragazzina!

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Erano passate diverse ore da quel brutto incontro alla locanda. Da quando aveva ripreso il viaggio, all'alba, nessuno ne aveva più parlato. L'aria di tensione aleggiava ancora intorno ai quattro e solo la principessa sembrava tranquilla; era probabilmente troppo ingenua e dolce per capire il reale pericolo della situazione, meglio non turbarla troppo con faccende in cui una principessa non dovrebbe entrare, pensò Casen, guardandola. Era così tranquilla su quel carretto, seduta elegantemente a godersi il freschetto; Casen ammirava come la principessa potesse rimanere così bella e dolce anche in situazioni come quelle.
-Ragazzi...- esordì il monaco all'improvviso, -Cos'è questa tensione? Io e lo scoiattolo, qui, ci stiamo annoiando.- disse indicando un piccolo animaletto sulla sua spalla. Per tutta risposta Hydra saltellò a terra e si ritrasformò.
-Ehi!- ringhiò, tuttavia con un sorriso sulle labbra.
-Ehi tu! Non è che mi hai defecato la spalla? Guarda che ti cuocio la prossima volta che ti trasformi in un animale commestibile.- rispose Aaron, ridendo. Hydra gli fece la linguaccia, divertita, poi tornò seria. -Cosa c'è?-
-Sicuro di stare meglio?-
-Aaaah!- Aaron si inginocchiò a terra, stringendosi lo stomaco -Hydra, salvami!- poi scoppiò a ridere, soprattutto quando l'elfa, dopo averlo guardato male, gli si era gettata addosso e lui l'aveva presa sulle spalle.
-Scemo!-
Il cavaliere, poco più avanti, sbuffò al suono di quelle risa. Hydra iniziava a prendere troppo seriamente quello scemo di Aaron, che si era permesso di accusare Lady Winona.
-Ma insomma, Casen, rilassati!- brontolò Black Annis, notando come il Cavaliere non aveva detto nulla ne riso allo scambio di battute di quei due. Di solito un rimprovero ci stava, quel giorno nulla. Silenzio assoluto.
-Strega, dimmi come posso rilassarmi in una situazione come quest- si bloccò a metà, sollevando lo sguardo. La donna si chiese se non fosse uscite definitivamente pazzo, ma quando seguì il suo sguardo per poco non le venne un colpo: si ritrovarono faccia a faccia con alcune persone incappucciate sbucate dal nulla, e nessuno di loro si era accorto di quelle presenze che, chiaramente, li avevano seguiti. Aaron e Hydra smisero di scherzare, affiancando i due compagni.
-Chi siete?- ringhiò Casen, posando già le mani sulle else delle due spade. Era calato un silenzio glaciale, l'elfa venne percossa da un brivido e Black Annis da un presentimento oscuro, le due si lanciarono un'occhiata di intesa e furono subito pronte per un eventuale combattimento. -Ripeto: svelate la vostra identità. Adesso.- ordinò Casen, e le quattro figure si guardarono fra loro. Da sotto il cappuccio di una di queste venne fuori una risata, talmente limpida e sensuale da far cedere per un attimo le spade di Casen.
-L'avete sentito? Ha detto adesso.- Scosse il capo e, finalmente, mostrò il suo volto, stirando le labbra carnose in un sorriso perfetto -Aaron conosce benissimo la mia identità, vero?-
Il monaco per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Fece istintivamente un passo indietro, mettendo il bastone davanti a se. Era lei. La rediviva dai capelli rosso fuoco, la donna dei suoi sogni, quella che qualche ora prima l'aveva quasi ammazzato. Hydra vide il volto del ragazzo impallidirsi ancora di più, la fronte imperlarsi di sudore freddo, e non faticò a capire chi fosse quella donna. Si mosse istintivamente, un passo avanti e un braccio a difendere l'amico.
-Non toccarlo!-
-Oh, ti prego!- sghignazzò la rediviva, ravvivandosi i capelli -Ti fai difendere da una ragazzina?!-
-Non sono- fece per ribattere lei, quando una voce alle sue spalle la anticipò:
-Non è una ragazzina!-
Hydra guardò Aaron con stupore, le guance imporporate di rosa, e lui le schiacciò l'occhio.
-Sciocchezze.- sputò veleno la figura accanto alla rediviva. Fece un passo avanti, abbassò malamente il cappuccio e rivelò il suo sguardo truce, dedicato tutto all'elfa.
-Cu...- indietreggiò fino a scontrarsi con la spalla di Aaron -Cuie!-
Stessi occhi, stesso naso, stesse labbra, stessi capelli, la pelle, l'altezza, le espressioni... Hydra sbiancò davanti al suo gemello.
-Sorellina.-
-Cosa... cosa ci fai qui?!- Era pronta a combattere, scagliare magie, trasformarsi, nulla poteva fermarla, tranne... tranne vedere Cuie tra quelle persone che volevano ucciderla.
-Naturalmente sono venuto a prenderti per riportarti a casa.-
Non le diede neanche il tempo per realizzare la cosa che subito prese le sembianze di un falco e gli volò contro, pronto ad attaccarla; se Aaron non fosse intervenuto ad aiutarla, si sarebbe fatta molto male.
-Che ti prende?!- Le gridò, con un misto di preoccupazione e rabbia.
-Nulla.- Hydra scosse la testa e si disse che non c'era tempo per i sentimenti, non c'era spazio per la paura o la tristezza, in quel momento c'era solo il combattere per sopravvivere e per un bene più grande. Aveva una missione e, ripensando al momento in cui si era tagliata i capelli davanti al re, giurò che non si sarebbe fatta fermare da nessuno, nemmeno se quella persona era suo fratello gemello. La risposta dell'elfa non convinse per nulla il monaco, ma quando sfoggiò quello sguardo deciso e si scagliò nella battaglia, fu sollevato.
Un attacco al fianco gli fece perdere il filo dei pensieri, si piegò in due convincendo il nemico di avergli inflitto più danni di quelli che realmente erano, poi alzò di colpo il bastone e scaraventò la rediviva contro un albero. Anche se sperava con tutto se stesso di averla sconfitta, sapeva che quella si sarebbe rialzata e la battaglia non si sarebbe conclusa così facilmente.
-Casen!- urlò Black Annis, evocando degli scheletri dal terreno che andarono immediatamente dal Cavaliere.
-Cosa fai?- urlò allarmato, non capendo subito, ma una volta che la strega gli indicò uno degli uomini che andava dove si era nascosta la principessa, non rimase lì a guardare. Capì che lei gli aveva mandato aiuto per trattenere il suo avversario mentre lui salvava la principessa, e in quel momento pensò che, forse, un po' ci si poteva fidare di Black Annis. Lei nel frattempo era alle prese con uno stregone dall'aria molto familiare, infatti era proprio quello che, tempo prima, l'aveva colta alle spalle con una magia paralizzante. Era il momento di vendicarsi e, in quanto a vendetta, chi meglio di una maligna strega oscura? Un'aura nera e potente le si disegnò intorno, gli occhi dorati si illuminarono e un sorriso regnava sul suo volto. Si tolse tranquillamente il cappuccio e i capelli corvini iniziarono a svolazzare al vento, lo stregone si guardò intorno nervoso, tuttavia alzò la mano e nello stesso momento la strega scagliò il suo attacco. Le due luci di magia si intersecarono, una verde di lei, una bianca di lui.
-Non vali quanto dicono in giro, Black Annis!- una voce gutturale e roca esordì dal cappuccio.
-Pensa, di te non dicono proprio nulla! Per cui quanto vali tu?- detto questo la strega sorrise, la potente luce verde prevalse su quella bianca e scaraventò lo stregone indietro di qualche metro. Lei poi gli si avvicinò, il mantello che svolazzava nell'aria e il passo elegante e deciso; si abbassò in modo da poterlo guardare negli occhi e, prima di scagliare un altro attacco, disse: -Vigliacco-.

The no man's land (IN PAUSA).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora