Ancora mi prudevano le mani, non essendo una persona violenta per natura non avrei mai alzato le mani su qualcuno, ma per quel tipo avrei quasi fatto un'eccezione. Arrivai nella mensa senza perdermi, in fondo bastò ripercorrere il percorso fino all'entrata al contrario e un cartellino indicava la direzione della mensa. Era grande, tavoli sparsi pieni di ragazzi che chiacchieravano e mangiavano. Individuai Olivia poco dopo e mi avviai verso di lei, era con una ragazza che non avevo mai visto prima. <<Eccolo, lui è Adam, siamo venuti qui insieme>> mi presentò alla ragazza con le punte viola accanto a lei. <<Siete tipo fratelli o qualcosa di simile?>> domandò lei. <<Una specie>> risposi io. <<Piacere Ellie>> allungò la mano presentandosi. Gliela strinsi e mi sedetti. Non me ne resi conto della fame fino a quando mi travolse l'odore delle lasagne che avevano preso loro. Così dopo pochi minuti di conversazioni, giusto per essere educato, mi alzai per prenderne una anche per me. <<Mi prendi una cola?>> mi chiese Olivia. <<Danno cola in un collegio?>> chiesi io. Beh, in fondo mi aspettavo succhi e acqua, niente chiarezze o cose del genere. <<Certo Adam, non è una prigione>> ribatté la mia amica. Sembrava aver cambiato velocemente idea su questo posto. <<Magari quando torni ci parli del tuo compagno di stanza, voglio sapere se è carino>>. Questa conversazione l'avrei evitata volentieri, ma se Olivia avesse voluto sapere qualcosa sarebbe stato difficile distrarla. Così feci solo un cenno e mi allontanai. Cosa potevo dire su quel tipo? Non ricordavo nemmeno il nome, sapevo che forse era uno sportivo, e che aveva i capelli scuri, forse castani o neri. L'unica cosa che sapevo per certo era che fosse una rottura di scatole e che aveva già ficcato il naso nelle mie cose, e mi venne il dubbio che stesse continuando a farlo dal momento che me ne fui andato dalla stanza. Note per me stesso: metti le cose di valore al sicuro da Harry. Eddie? Freddy? <<Ma come si chiama quello svitato?>> chiesi tra me e me. Avevo recuperato quello che mi serviva e tornai al tavolo. <<Allora? Racconta>> non mi fece nemmeno sedere Olivia, <<Magari che lo presenti. Come si chiama?>> insistette lei. Bella domanda. <<La verità è che si tatti forse della persona più fastidiosa che abbia mai conosciuto, e non mi ricordi il nome>> confessai. Lei strinse gli occhi, <<Non dirmi che sei stato sgradevole col tuo compagno di stanza>> insinuò lei, <<Devi sapere che Adam non è certamente la persona più amichevole che conosca>> disse rivolgendosi ad Ellie. Non potevo darle torto ma dato che la conoscevo abbastanza potevo affermare che lei al mio posto lo avrebbe già soffocato con un cuscino o qualsiasi cosa le fosse capitato per le mani. <<Si chiama Teddy? Harry? Non me lo ricordo>> le dissi per azzittirla mentre addentai una forchettata di lasagna. Era forse che non mangiavo da ore ma quella forchettata mi sembrò la cosa più buona che avessi mai mangiato. <<A che piano sei?>> chiese Ellie. <<Al secondo>> le risposi continuando a mangiare quella meraviglia di lasagna. <<Al secondo piano c'è solo un Harry, ed è biondo, se sei in stanza con lui mi dispiace per te, è tipo un feticista degli insetti>> ridacchio assieme ad Olivia di quella dichiarazione. <<Non è biondo, aveva i capelli scuri>> le dissi io, <<Era appena tornato da qualche allenamento, puzzava da morire e mi si è buttato sul letto dopo che l'ho sorpreso a con la mia roba in mano, e non ha fatto altro che parlare di quanto fosse bello e nudo>> solo parlarne mi dava fastidio, pensare di doverlo vedere tutti i giorni mi faceva quasi rimpiangere di non averlo tramortito con qualcosa. <<Ah ho capito di chi parli>> disse Ellie, <<Deve trattarsi di Henry Tehar, è tipo un dio qui dentro>> bello sentire complimenti su quel coso fastidioso. <<Dicci di più, avanti ragazza>> la incitò Olivia dandole un colpetto sul braccio. <<Ti prego non assecondarla>> pregai con tono piatto, una preghiera silenziosa. Ovviamente Ellie non mi diede retta, <<Nessuno sa molto di lui, se ne sta sempre con i suoi amici della squadra di football, le ragazze gli vanno dietro ma lui sembra non avere mai interesse ad approfondire, se volete intendere cosa sto dicendo>> cominciò lei, <<Sembra gli piaccia stuzzicarle e fargli perdere la testa ma poi non va con nessuna, alcune hanno fatto una scommessa: entro la fine dell'anno una di loro se lo porta a letto, ma io la vedo dura, mi sembra uno di quelli che non si fa imbrogliare facilmente>> dille Ellie. Il fatto che tutte gli andassero dietro era per me un mistero, non so proprio come possa fare qualcuna a sopportare una persona così arrogante e fastidiosa. <<Magari aspetta quella giusta>> disse Olivia come se quella fosse la risposta a tutte le domande del mondo. <<Lascialo perdere, sei già esaurita di tuo, non ti serve quella specie di Stitch chiacchierone>> la ammonii. Ellie rise alla mia battuta mentre Olivia mi diede un colpo mettendo un finto broncio. Restammo lì a parlare dei corsi e della scuola in generale evitando ogni domanda troppo personale, ero venuto a StoneBridge per lasciarmi il passato alle spalle e non volevo di certo sere compatito da tutto il collegio.

*

Ellie disse che a StoneBridge ci fossero i fantasmi. Le classiche storie di paura che si raccontano a quelli nuovi, storie alle quali non credevo assolutamente. Se avevo imparato qualcosa era che non c'erano figure sovrannaturali che causassero dolore, bastava la vita a toglierti tutto. Stavamo camminando per i corridoi, <<Si ve lo giuro, se andate nei bagni all'ultimo piano si dice che alle tre di notte si senta una donna piangere, è una strega. La storia dice che è morta sola, cercava disperatamente l'amore ma non l'ha mai trovato e così si è lasciata morire ed ora vaga per StoneBridge in cerca del suo compagno per la vita>> disse riducendo la voce ad un sussurro. Ribadisco che a queste stronzate non ci avrei mai creduto. <<Le va bene una compagna?>> la prese in giro Olivia, <<Tanto degli uomini ci si stanca dopo un po'>>. Ma cosa mi toccava ascoltare. Arrivammo davanti alla biblioteca, non era male, se le avesse fatte smettere di parlare di quelle sciocchezze le avrei seguite volentieri. Era molto grande, a quell'età di sera non c'era nessuno, <<Studiare qui è molto meglio che in camera, sapete mi distraggo facilmente e mi serve silenzio>> confessò Ellie. <<Buona fortuna allora, con Olivia in camera non avrei un secondo di silenzio>> le dissi. Oliva era un'ottima compagna di stanza ma le piaceva parlare e di certo non ci si poteva studiare assieme. Un rumore provenne da dietro uno scaffale, <<Cos'era?>> chiese Olivia col groppo alla gola. <<Magari la vostra strega>> le sussurrai all'orecchio, lei si voltò subito verso di me. <<Allora ci credi>> decretò lei. Mi bastò guardarla con le sopracciglia alzate senza dire nulla per farle capire che ero ironico. <<Prendi questo>> Ellie porse ad Olivia un libro dalla copertina arancione, <<Parla della leggenda della strega>> lo aveva estratto da uno scafale in basso. Olivia lo prese e se lo rigirò tra le mani, <<Grazie>> disse. <<Letture di spessore>> decretai, <<Non ti ho mai vista finire un libro in vita tua>> le ricordai. Lei mi lanciò un'occhiataccia fingendo una risatina, <<Divertente, magari comincio ora>> giurai che lo avesse detto già migliaia di volte, poi quindi libri, solitamente miei, rimanevano abbandonati su uno scaffale a prendere polvere. <<Torniamo in stanza, si sta facendo tardi>> consigliò Ellie, ed aveva ragione, erano le undici già e dal giorno dopo sarebbero iniziate le lezioni. Nel tragitto verso la stanza mi ricordai dell'essere che mi stava aspettando lì, e magari, forse era sperare troppo, aveva messo in ordine la stanza, e forse, ancora più improbabile, dormiva già. Arrivai alla porta, inserii la chiave ed entrai. Tutte le luci erano spente quindi per non svegliarlo, dato che mentre dormiva sembrava essere l'unico momento in cui non parlava, accesi la lampadina sul mio comodino. Ma quella leggera luce bastò per dare uno sguardo dal suo lato della stanza. Aveva messo in ordine come speravo, ma di Henry nessuna traccia. Quella notte rimasi in dormi-veglia per sentirlo rientrare, non che avessi intenzione di parlarci, appena avessi sentito la porta aprirsi avrei fatto finta di dormire. Ma quella sera mi addormentai tardi, ed Henry non tornò più.

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