CAPITOLO 1: DIPLADENIA BIANCA

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Una lieve pioggerellina tamburella sulle foglie ovali di una dipladenia e leggeri ticchettii pervadono l'aria. La fine dell'estate porta con sé temporali che minacciano ogni fragile forma di vita, ma la pianta resiste. I petali bianchi brillano sotto l'acqua, come piccole stelle che rifiutano di spegnersi. La terra si nutre, rigenerata dall'acqua che porta vita e, allo stesso tempo, la consuma. Eppure la dipladenia si aggrappa alla sua fragile esistenza. Sa che non ce la farà, ma intende combattere fino alla fine. Ogni goccia è un dono che non vuole sprecare.

Poco distante da essa c'è un uomo. Una giacca di colorblu fiordaliso fascia alla perfezione il suo corpo scultoreo, aprendosi su unacamicia di un blu acqua marina. La stoffa inizia a bagnarsi e ad aderire alcorpo, sottolineando le curve del petto e i muscoli dell'addome. Dopo qualcheminuto il lino è completamente imbevuto di pioggia, ma l'uomo non sembracurarsene. Ora, anche i suoi capelli sono bagnati. L'acqua lava via la lacca ei fissanti impiegati per mantenere il capello perfettamente liscio e ordinato,così dei riccioli ribelli castano scuro sembrano riaffiorare. Piccole gocce sifanno strada incessantemente lungo il suo viso, penetrando nelle sue labbraschiuse. I suoi occhi sbarrati fissano il cielo: un misto di meraviglia e terrore.

Il vento aumenta, scuote gli alberi, i fiori, le piante. Quello che prima era un sussurro ora è un urlo che invade il giardino, la pioggia cade più forte, martellante. Una macchia imbratta la seta sul petto dell'uomo e siespande sempre più, incoraggiata dalla potenza dell'acqua che sembra quasivolerla cancellare. La camicia si tinge di rosso, pian piano, assecondandol'avanzata delle perle di cui il cielo gli ha fatto dono e ricoprendo granparte del tessuto di un nuovo colore, come l'acqua del mare bagna la riva e lamuta, rendendola di un marrone più acceso, più pronunciato.

Il cigolio delle altalene si unisce alla melodia tragica che la natura ha composto. Il frusciare del vento rimane l'unico respiro udibile.La morte incombe inesorabile ed è pronta a portare con sé ogni forma di vitache incontra lungo il suo cammino. I petali della dipladenia, bruscamente separati dalla loro dimora, bianchi come il latte, si posano sul corpo dell'uomo, mescolandosi al rosso del suo sangue. È così che la natura sta confortando il figlio che poco prima ha strappato alla vita, accarezzandolo con le sue mani delicate e alleviandone il dolore. La dipladenia si riversa su sé stessa e si accascia a terra, come l'uomo. Anche lei si è arresa al suo destino. La vita che un tempo brillava si spegne, senza un suono.

Giusy

L'ala del ristorante riservata al ricevimento è interamente decorata con motivi floreali bianchi e rossi. Ogni centrotavola presenta una rosa rossa, simbolo della passione dei neo sposi, accanto a un narciso bianco, che richiama la purezza del loro amore.  Per risaltare rispetto agli altri, il tavolo di Isabella e Nello è coperto da una tovaglia bianca con piccoli inserti rossi, sulla quale campeggiano lettere di legno dipinte di bianco con i loro nomi e petali di rosa sparsi qua e là. . Dietro i loro posti d'onore si apre una lunga finestra che affaccia sulla piscina, posta al centro del giardino. Un chiosco, situato in una posizione sopraelevata, offre una vista sull'intero giardino, ricco di piante di ogni tipo e provenienza.

All'ingresso della sala, un grande tabellone indica i posti assegnati. Dopo averlo studiato con attenzione, mi dirigo con la mia famiglia verso il nostro tavolo. Mi siedo vicino alla parete per avere una visuale sull'intera stanza; accanto a me prende posto mio fratello, Leonardo. Abbiamo un legame speciale, anche se non ci vediamo mai: solo a Natale e per il compleanno di mamma. Da quando ha deciso di trasferirsi a Londra per le opportunità lavorative, ha trovato impiego come graphic designer. Mia madre ha sofferto tanto per la sua lontananza; ricordo che nei primi tempi lo chiamava ogni giorno e lo riempiva di messaggi. Invece, adesso, dopo dodici anni, è riuscita a concedergli più spazio. Si fida di lui ciecamente e quindi si è convinta a lasciarlo respirare. Mio padre, invece, ha reagito in modo diverso alla partenza di Leonardo. Dal momento in cui ha prenotato il biglietto di sola andata, è caduto in un silenzio religioso, non rivolgendogli parola fin quando non è atterrato a Londra. Anche dopo, sebbene si sia preoccupato per lui, non ha mai mostrato troppi sentimentalismi. La loro relazione è rimasta strana, intrisa di una certa distanza, e credo che mio padre non gli abbia mai perdonato di aver fatto quel passo così importante in un momento in cui il mondo sembrava sul punto di collassare. 

Accanto a Leo c'è la nonna, Regina, che tutti chiamano Reginella. Tutti tranne me... Io la chiamo "Queen" (mi piacciono i nomignoli che uso soltanto io). Nonostante la confusione attorno a noi, trovo un po' di conforto nella sua presenza. Di fronte a noi ci sono i miei cugini e zio, mentre mamma e zia sono ai due capitavola. Papà non c'è, doveva lavorare e nessuno poteva sostituirlo, perciò non è potuto venire.

Quando tutti hanno preso posto, una voce risuona nella sala: «Signore e signori, come ben sapete, il volere degli sposi è quello di essere accolti da musica, balli e tanta confusione, non dal solito silenzio e dall'applauso generale. Perciò, oggi che è il loro giorno, accontentiamoli e diamoci dentro!»

Le grida di approvazione si mescolano al chiacchiericcio sempre più intenso, mentre il DJ dà il via alle danze con le note di "What's My Age Again" dei Blink-182, scelta discutibile, ma perfettamente in linea con i gusti dello sposo, il quale ne è fan sfegatato. La pista si riempie rapidamente di persone che si muovono a ritmo, abbandonandosi alla musica. Il bianco predominante della sala lascia spazio a una gamma di colori che cambiano continuamente, illuminati dalle luci psichedeliche. La signora Perfili, madre della sposa e cugina di mio padre, attira l'attenzione con il suo vestito rosa confetto, ricoperto di strass dorati. Lorena, la figlia, non è da meno; indossa un lungo abito blu notte con uno spacco laterale che mette in mostra le sue gambe chilometriche. In confronto, il mio tubino nero, semplice e sobrio, sembra insignificante. Per loro, il mio abito sarebbe solo un indumento da casa, ma per me è il massimo dell'eleganza. Non amo i colori sgargianti, le gonne pompose o qualsiasi altra cosa che non mi permetta di passare inosservata.

Seduta al tavolo, mi rendo conto di non avere voglia di ballare. Aspetterò le prime pietanze, sto morendo di fame. Non si è mai visto a un matrimonio che i balli precedano il banchetto, è assurdo!

«Non vieni a ballare, tesoro?» chiede mia madre, con un sorriso che invita alla gioia.

«No, mamma, vai tu. Io aspetto qui.»

Annuisce e si appresta a raggiungere la folla, che continua a crescere. In questo ambiente festoso, sento un'insolita malinconia che mi avvolge; mi chiedo dove siano finiti gli sposi,  spero che non ci facciano aspettare ancora molto.

La formula magicaWhere stories live. Discover now