I giorni del Sangue e della Luna

2 1 0
                                    

Il sangue le cola lentamente sulla coscia, viscoso. Percorre anse inesplorate della sua pelle, tracciando segni misteriosi, finché abbraccia la Terra in un mistico amplesso. Non ha bisogno di vederlo, ne percepisce il calore e l'odore intenso di metallo. Gli occhi chiusi, la luce di una Luna quasi piena a illuminarle il volto.

Quel mese i crampi sono iniziati un po' prima del solito, con suo grande stupore. Raramente il suo sangue è apparso prima della Luna e ogni volta c'è stato un motivo. Aveva deciso di non dare troppo peso alla cosa per il momento, sgattaiolando silenziosa verso la tenda rossa, ancora poco affollata.

La tenda si staglia timida nel chiarore lunare e la conforta con la sua silenziosa presenza. La chiamano rossa per la sua funzione più che altro, perché i tessuti che l'avvolgono sono tendenzialmente marroni, un marrone dolce come quello delle castagne. Una piccola cupola a punta si erge dagli otto lati che la costituiscono, culminando con una minuta ma scintillante Triplice Luna. Dalle fessure spira nell'aria odore di incenso, profumo di sandalo e vaniglia.

Inspira lentamente. Quella Luna, la luna di Donna Sole Calante, è ancora piacevolmente tiepida e tiepido è ancora il prato su cui si sdraiano, nude, per restituire il sangue alla Grande Madre. Non è un caso che la tenda rossa sorga in un rigoglioso bosco: la Madre sa donare e ringraziare. Per quanto sia ormai grande, a volte continua ad essere ancora profondamente emozionata e grata per quel sangue sacro che le è stato donato, la fonte del loro potere. Potere della Terra, del Tempo che scorre tornando su sé stesso. Il potere dell'unico sangue che non proviene dal dolore e dalla violenza.

Accarezza i timidi fiori di fine estate, con lo sguardo al cielo e la mente nel suo grembo pulsante. Accanto a lei le sue sorelle brillano candide, inspirando l'odore della Luna e del bosco. Andare alla tenda durante i giorni dorati è inebriante, perché i confini tra l'esterno e l'interno diventano labili e la sacralità del Tempio spira da ogni foglia ondeggiante, da ogni stelo d'erba reciso e ogni grillo. Le sarebbe mancato.

Si gira sul fianco. Riesce a sentire il corpo vibrante della sua compagna accanto a lei, in attesa. Le piaceva quel gioco di attese, quel fingere di non appartenersi. La diverte molto, come se non fossero bastati pochi sguardi per amarsi, poche parole per aversi. Una folata di incenso si mescola all'odore pungente della notte quando decide di rompere l'illusione, sfiorandole lievemente il braccio. Lei sapeva che sarebbe successo ma non riesce a trattenere un tremito leggero, una scarica di piacere. Tiene gli occhi chiusi, gli angoli della bocca tremanti per soffocare un sorriso. Danae invece il sorriso lo lascia esplodere, mentre delicatamente inizia a disegnare spirali sul corpo della ragazza. Ondeggia tra i fianchi armoniosi, circolando dolcemente intorno all'ombelico. Risale piano sull'addome e si incanta a disegnare i confini dei seni tondi e pieni. Quando le sue mani le toccano i capezzoli turgidi e gonfi non si rende conto di mettere più intensità, finché a Phi sfugge un gemito e lei trattiene il respiro. Le spirali diventano presto linee nette mentre le dita non si limitano più a danzare sulla pelle lucente della ragazza, si fanno avide, si fanno cariche. Danae si mordicchia i denti e sente il suo corpo vibrare, mentre perde ogni controllo sulle sue mani bramose, che scendono inesorabili verso le cavità sacre del corpo di Phi. Esplora nel tragitto ogni meandro, ogni pienezza. Scala il monte giocando col suo tesoro nascosto e fremente, strappando talmente tanti singhiozzi dalla sua bocca da farle uscire quasi un guaito sommesso. Le sarebbe piaciuto continuare a giocare, ma il desiderio di sentirla, sentirla tutta fino in fondo, la prende così potentemente che a malapena si accorge che le sue dita continuano a scivolare e scivolare, fino a raggiungere gli inferi oscuri e pulsanti del suo corpo, pronti ad accoglierla e sommergerla.

Quando Phi si accascia esanime, respirando lentamente e dolcemente, Danae esce con delicatezza dalle sue sponde dorate, mentre sente l'energia del suo sangue scorrerle addosso. Rivolge la mano cremisi alla Luna, illuminandone le sfumature e rivolgendo grata alla Madre una preghiera silenziosa.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 08 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Ultimo quartoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora