82 - Viaggio interiore

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I giorni passano e Can continuava a rifugiarsi nel silenzio, evitando ogni contatto con sua madre.

Il peso della delusione e della tristezza lo accompagnano in ogni momento, rendendo ogni interazione un'impresa insormontabile.

Demet, osservando il marito sempre più frustrato da quella situazione, ha deciso che è giunto il momento di agire.

Can è un cucina, intento ad allacciare l'orologio al polso.

Il lavoro chiama.

Demet lo raggiunge dopo essersi preparata anche lei per il lavoro.

Lo osserva.

<Can> lo richiama
<Dimmi>

Si guardano.

<Sai... stavo pensando ad una cosa da un po' di giorni>
<A cosa?>
<Non prenderla male, ti prego>
<Dem, che ti prende? Come posso prendere male una cosa che mi viene detta da te?> le sorride appena
<Can ... Ecco... - si avvicina e prende la sua mano- ...  secondo me hai bisogno di aiuto per affrontare meglio lo scoglio del passato> suggerisce con delicatezza
<La terapia potrebbe essere un modo per te di esprimere tutto ciò che tieni dentro. Un professionista sa sempre cosa dire>

<Non ho bisogno di aiuto. Credo non esista nulla per cancellare quello che ha fatto mia madre. Neanche una terapia> risponde Can, con la frustrazione trasparente nella sua voce

<Lo so che può sembrare così> replica Demet, cercando di mantenere la calma
<Ma a volte è bene avere qualcuno che sa come guidarti in questi momenti difficili>

Can abbassa lo sguardo, combattuto.

È stanco di sentirsi così.

................

Dopo giorni di evasione e conflitto interiore, Can si è reso conto che forse la terapia non è una cattiva idea.

Motivo per cui è seduto in quella sala d'attesa.

Si sente nervoso mentre attende.

Le pareti sono decorate con colori caldi e quadri che rappresentano paesaggi sereni, ma per lui sembrano solo un promemoria della sua inquietudine.

Quando finalmente la psicologa , Zeynep,  lo chiama, il suo cuore batte forte.

<Benvenuto Can!> dice Zeynep con un sorriso rassicurante.
<È un piacere conoscerti. Sono Zeynep. Ti prego, siediti e mettiti a tuo agio>

Can si siede su una poltrona comoda, cercando di rilassarsi.

Zeynep lo osserva con attenzione, trasmettendo una sensazione di calma.

<Posso offrirti qualcosa da bere? Un tè o un bicchiere d'acqua?> chiede gentilmente

<No, grazie> risponde Can, cercando di sembrare più sicuro di sé
<Sto bene così>

Zeynep annuisce.

Prende la sua penna e il quaderno, sistemandoli sul tavolino tra loro.

<Va bene> dice con un tono incoraggiante <Oggi è solo un incontro per conoscerci meglio. Non c'è fretta e puoi parlare di ciò che desideri quando ti senti pronto>

Can si sente ancora teso, ma il sorriso di Zeynep lo invita a condividere i suoi pensieri.

<Come ti senti in questo momento?> chiede lei, mantenendo uno sguardo attento e aperto

<È strano essere qui> ammette Can, guardando il pavimento per un momento prima di rialzare lo sguardo
<Non so da dove iniziare…>

<Non c'è problema, possiamo prendere tutto il tempo necessario> risponde Zeynep con dolcezza
<Se vuoi, possiamo cominciare parlando di cosa ti ha portato qui oggi. Qualsiasi cosa tu voglia condividere è importante per me>

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