I giorni passano e Can continuava a rifugiarsi nel silenzio, evitando ogni contatto con sua madre.
Il peso della delusione e della tristezza lo accompagnano in ogni momento, rendendo ogni interazione un'impresa insormontabile.
Demet, osservando il marito sempre più frustrato da quella situazione, ha deciso che è giunto il momento di agire.
Can è un cucina, intento ad allacciare l'orologio al polso.
Il lavoro chiama.
Demet lo raggiunge dopo essersi preparata anche lei per il lavoro.
Lo osserva.
<Can> lo richiama
<Dimmi>Si guardano.
<Sai... stavo pensando ad una cosa da un po' di giorni>
<A cosa?>
<Non prenderla male, ti prego>
<Dem, che ti prende? Come posso prendere male una cosa che mi viene detta da te?> le sorride appena
<Can ... Ecco... - si avvicina e prende la sua mano- ... secondo me hai bisogno di aiuto per affrontare meglio lo scoglio del passato> suggerisce con delicatezza
<La terapia potrebbe essere un modo per te di esprimere tutto ciò che tieni dentro. Un professionista sa sempre cosa dire><Non ho bisogno di aiuto. Credo non esista nulla per cancellare quello che ha fatto mia madre. Neanche una terapia> risponde Can, con la frustrazione trasparente nella sua voce
<Lo so che può sembrare così> replica Demet, cercando di mantenere la calma
<Ma a volte è bene avere qualcuno che sa come guidarti in questi momenti difficili>Can abbassa lo sguardo, combattuto.
È stanco di sentirsi così.
................
Dopo giorni di evasione e conflitto interiore, Can si è reso conto che forse la terapia non è una cattiva idea.
Motivo per cui è seduto in quella sala d'attesa.
Si sente nervoso mentre attende.
Le pareti sono decorate con colori caldi e quadri che rappresentano paesaggi sereni, ma per lui sembrano solo un promemoria della sua inquietudine.
Quando finalmente la psicologa , Zeynep, lo chiama, il suo cuore batte forte.
<Benvenuto Can!> dice Zeynep con un sorriso rassicurante.
<È un piacere conoscerti. Sono Zeynep. Ti prego, siediti e mettiti a tuo agio>Can si siede su una poltrona comoda, cercando di rilassarsi.
Zeynep lo osserva con attenzione, trasmettendo una sensazione di calma.
<Posso offrirti qualcosa da bere? Un tè o un bicchiere d'acqua?> chiede gentilmente
<No, grazie> risponde Can, cercando di sembrare più sicuro di sé
<Sto bene così>Zeynep annuisce.
Prende la sua penna e il quaderno, sistemandoli sul tavolino tra loro.
<Va bene> dice con un tono incoraggiante <Oggi è solo un incontro per conoscerci meglio. Non c'è fretta e puoi parlare di ciò che desideri quando ti senti pronto>
Can si sente ancora teso, ma il sorriso di Zeynep lo invita a condividere i suoi pensieri.
<Come ti senti in questo momento?> chiede lei, mantenendo uno sguardo attento e aperto
<È strano essere qui> ammette Can, guardando il pavimento per un momento prima di rialzare lo sguardo
<Non so da dove iniziare…><Non c'è problema, possiamo prendere tutto il tempo necessario> risponde Zeynep con dolcezza
<Se vuoi, possiamo cominciare parlando di cosa ti ha portato qui oggi. Qualsiasi cosa tu voglia condividere è importante per me>