Capitolo Terzo

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-'Dove sei stata Savannah ?'- mi chiese la mamma durante la cena. -'Dovresti smetterla di comportarti come una ventenne,mi fai preoccupare se non mi avvisi quando esci'- mise in bocca una chucchiaiata di minestrone poi riprese -'Le tue sorelle mi dicevano sempre tutto,tu sei un muro'- Le mie sorelle,già. Sono le persone che mia madre stima di più in assoluto. La primogenita Hesmey,ha 26 anni,convive ed ha due gemelline di quattro mesi, Ella e Sidney. La secondogenita ha solo un anno in più di me e si chiama Carly. Quest'ultima vive insieme alla sua amica barra coinquilina.La mamma e il babbo le adorano perché sono state studentesse modello e lo sono ancora,frequentano entrambi l'università. Hesmey studia medicina mentre Carly studia lingue. Io invece frequento un'accademia d'Arte il che ai miei,non è mai andato giù a pieno,specialmente perché ho la specializzazione in fotografia. Dicono che non avrò mai un futuro certo,ma la verità è che a loro non piace che il livello della nostra famiglia,parlando di intelligenza,scenda. Pensano che per scattare foto basti avere una macchina fotografica.

-'Mamma oggi Alice mi ha praticamente sequestrata si,da casa mia,e mi ha praticamente obbligata a comprare qualcosa per il ballo di fine anno e comunque non siamo state via tanto,solo qualche ora e come vedi sono ancora viva.-' Alice chiama la mamma Zia Cassi (il nome per intero è Cassidy) perché si conoscono da prima che nascesse. Sua madre,Lacey e la mia sono migliori amiche dai tempi del liceo ed hanno scoperto entrambi le gravidanze,mia e di Alice,quando erano insieme. Lacey è molto speciale per me,mi ha cresciuta per tre mesi (avevo sette anni),quando i miei erano in viaggio per affari, mentre Hesmey e Carly erano dai nonni in Italia. Io l'ho sempre ammirata e ho pregato i miei,all'epoca di lasciarmi con lei. Alice e Lacey sono la mia seconda famiglia. (Sono sole perché Mark,il papà di Ali è morto durante un servizio militare quando lei aveva sei mesi).

Eravamo sole in casa e perdendoci in chiacchiere ci siamo trovate a sparecchiare che erano già le nove. La mamma si mise ha lavare i piatti,mentre io mi diressi in camera mia,al piano di sopra.
Composi il numero di Alice e la chiamai.

-'Ali vieni a dormire da me??-'
-'Sav sono un pochino impegnata al momento-' fece la schiarita di voce,segno che era in compagnia di qualche ragazzo.
-'Ops Alice scusa,ti lascio ma chiamami appena hai concluso,voglio i particolari'-
Sapevo che non era in compagnia maschile per chiaccherare altrimenti avrebbe lasciato perdere e mi avrebbe ascoltata. Lei è l'amica migliore di sempre e se avessi veramente bisogno di lei,smetterebbe di fare qualsiasi e ripeto QUALSIASI cosa precipitandosi da me. Ma sapeva che l'avevo contattata solo perché volevo provare gli acquisti fatti nel pomeriggio.
Decisi di farlo da sola cosi cominciai a tirare fuori i tre abiti che mi ero comprata. Ero indecisa su quale provare per primo,li amavo tutti (ecco perché avevo bisogno della mia migliore amica). Puntai su quello rosa antico. Era un monospalla molto delicato,di tulle. La gonna era piu lunga sul lato destro e andava accorciandosi sul lato sinistro,in vita aveva una piccola cinturina, anch'essa di tulle rosa. Io da sola non mi vedo bella con niente,ma decisi che non mi valorizzava quindi lo scartai. Era troppo smielato.
La seconda scelta fu l'abito "arcobaleno",Alice l'aveva chiamato cosi perché diceva che assomigliava al vomito di un unicorno.
Era una tubino di non so quale tessuto,tutto colorato. Ma questo non lo provai,riguardandolo non mi sembrava adatto ad un ballo di sera.
Quindi mi rimaneva solo il terzo vestito,a parere mio quello più bello. Era un'abito bianco lungo fino ai piedi. La schiena rimaneva del tutto scoperta grazie alla scollatura audace,forse anche troppo,che si spingeva fino a poco sopra l'inizio della riga del sedere. Probabilmente mancavano solo sette o otto millimetri. La parte superiore del vestito era unito a quella inferiore,da una striscia di metallo sul davanti,in modo da coprire solo l'ombelico. Praticamente erano un top ed una gonna che si univano. Le uniche cose rigorosamente coperte erano le tette,il didietro e la gamba destra,dato che sulla sinistra si apriva uno spacco profondo,molto più su del ginocchio. Il top era molto castigato quindi non mostrava nulla. Ma all'immaginazione,lo ammetto, quel vestito non lasciava molto.

Provai a cercare un paio di scarpe adatte ma nel mio armadio non trovai nulla che mi soddisfacesse. Mando un messaggio ad Alice.

SAVANNAH ore 22.30
Alice ho scelto il vestito audace,ma non ho le scarpe giuste. Domani mattina davanti al bar per le nove,andiamo insieme al negozio di scarpe della mamma di Margot. Porta via tutte le carte di credito che hai ahahaha.

Erano le undici ed io cominciavo ad avere sonno,cosi sitemai la camera,mi andai a lavare e mi misi nel letto.
-' Savannah !! Savannah!! '- urlò Carly.
Scesi al piano di sotto, e sul divano c'era la mamma con il telefono di casa in mano.
-'...si,si non c'è problema, ora te la passo.'- Mi fece cenno di prendere il telefono
-'Pronto?'- dall'altra parte rispose papà.
-'Sav sono il babbo,volevo darti la buonanotte,passami Carly che la do anche a lei '-
-'Notte papà,ti voglio bene. Ok,ora te la passo...Carly? Ti vuole il babbo'-
Mio padre è un uomo d'affari e viaggia molto. Per lo più lavora con le persone importanti italiane,noi siamo di là. Mia madre e mio padre si trasferirono qua a Los Angeles quando la mamma aveva vent'anni e lui ventitré. Qualche anno dopo arrivarono Mark e Lacey.
Ritornai in camera mia,stesa sul mio letto. Mi misi ad osservare la stanza. Era grande,una grande stanza piena di roba. Cianfrusaglie sugli scaffali,libri...tantissimi libri,e tante fotografie. Per lo più di me e Alice. Perché io e Alice eravamo cosi importanti l'una per l'altra? Siamo così diverse io e lei. Lei è cielo ed io terra. Lei è acqua ed io fuoco. Lei è lei ed io sono io. Eppure non riuscivo ad immaginare una vita senza Alice. Credo che si scopra di essere innamorati quando in quel posto,a quell'ora, è proprio quella persona che vogliamo vicino a noi. Praticamente mai nella vita mi è capitato di implorare al mondo di fermarsi perché non desideravo nient'altro che essere in quel dove e in quel quando e quel ragazzo. Con Alice mi succedeva sempre. Era il mio eternamente giusto chi,in ogni quando e in ogni dove.

Il cellulare vibra. Un messaggio.
ALICE ore 23.59
Ok ci vediamo domani mattina al Bar. Sono contenta che tu abbia deciso di comportarti,almeno una volta,da diciassettenne quale sei. Buona ninna Savannah,ci vediamo in un sogno.

Alice lo dice sempre. Cosi diverse eppure cosi uguali. Un giorno qualcosa o qualcuno ci dividerà,ma noi ci rincontreremo nei nostri sogni.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 15, 2015 ⏰

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Non Avere Paura Di  Essere Te Stessa SavannahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora