Salem,1692;
Camminavo con passo lento, quasi distratta, per le strade fangose della città. Il cielo era cupo, e l'aria aveva quel sapore metallico che prometteva pioggia. Non avrei dovuto essere lì, lo sapevo. Era pericoloso, soprattutto in questi tempi,
per una come me. Una strega.
Ma non potevo resistere. C'era qualcosa, o meglio qualcuno, che mi attirava, come se fossi legata a lui da una forza invisibile.
E poi lo vidi.
James. (cioè simone)
Il mio cuore si fermò per un attimo, quasi come se il mondo stesso avesse smesso di girare.
L'imperatore James.
L'uomo che amavo più di quanto avessi mai amato chiunque.
Era lì, sul palco, imponente, deciso, con quello sguardo di ghiaccio che avevo imparato a conoscere.
Stava pronunciando una condanna.
Le sue parole uscivano con una freddezza che mi feriva come lame, anche se non era a me che si stava rivolgendo.
Una donna, una povera anima accusata di stregoneria, piangeva, implorava, ma lui... lui non mostrava pietà.
Come puoi essere così crudele?
mi chiedevo.
Come poteva l'uomo che amavo, l'uomo che avevo ammirato da lontano, essere così spietato?
Ma poi mi ricordavo di chi fosse.
L'imperatore. Un marito devoto a sua moglie, Amelia. Un padre per i suoi figli. Non avrebbe mai potuto amare me.
Eppure, lo guardavo, incapace di distogliere lo sguardo, sapendo che il mio cuore gli apparteneva. Mi sentivo bruciare dentro, un fuoco che nessuna magia poteva spegnere.
"James..." il suo nome mi sfuggì dalle labbra in un sussurro, quasi senza accorgermene.
Lui non mi vide. Non avrebbe mai potuto vedere me, una donna invisibile, condannata a desiderare ciò che non avrebbe mai avuto. Lo amavo, ma l'amore era una maledizione. Una maledizione che mi teneva lì, a guardarlo mentre spezzava vite come se fossero nulla.
"Se solo potessi essere io quella che ami..."
pensai tra me, mentre un nodo di dolore mi stringeva la gola. Ma non lo ero. E mai lo sarei stata.
Le urla della donna condannata si alzarono improvvise, spezzando il silenzio teso che regnava sulla piazza. Mi trovai a pochi passi dal patibolo, troppo vicina per non sentirne l'odore di morte nell'aria. Le guardie trascinavano la poveretta verso la forca, i suoi occhi pieni di terrore. Mi fermò un brivido. La riconobbi: era una del villaggio, innocente come tanti, accusata di stregoneria. Accusata di essere come me.
Mi strinsi nel mantello, cercando di confondermi con la folla, ma sentivo il terrore che mi montava dentro.
"Potrei essere io... "
pensai, mentre le gambe mi tremavano.
"Potrebbe essere il mio collo quello nella corda."
L'esecuzione si svolgeva davanti ai miei occhi, lenta. Le grida della donna si spensero. La gente applaudiva, come se fosse uno spettacolo. Io non potevo fare altro che stare lì, immobile, con il fiato corto.
James... Il suo volto era impassibile, severo, mentre osservava l'esecuzione. Come poteva? Come poteva essere così distante, così indifferente? Forse, se avesse saputo chi ero davvero, sarei già stata lì, con una corda al collo, a fissare il cielo mentre l'ultimo respiro mi abbandonava.
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You're Always gonna be mine.//𝒮𝒾𝓂ℴ𝓃ℯ 𝒫𝒶𝒸𝒾ℯ𝓁𝓁ℴ
Fanfictionil destino si intreccia con le vite di Betty, Sophie, Alexis e Grace, protagoniste in epoche diverse: 1692, 1840, 1980 e l'era contemporanea, dal 2016 al 2024, con Grace(principale) come personaggio attuale. A fianco a loro ci sono James, William, L...