who knows, if she never showed up, what could've been||1692

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James decise di darmi un ruolo nel palazzo.

"Betty, da oggi sarai la mia cameriera personale e assistente,"

annunciò, e il suo tono non ammetteva repliche.

nessuno osò opporsi.

Mi condussero in cima alla torre del palazzo, dove mi fu assegnata una stanza piccola ma accogliente, con una vista spettacolare sulla città di Salem.

Una volta sola, mi guardai attorno, esaminando l'ambiente. La camera era decorata con tende di velluto, ma la mia attenzione si concentrò su un vecchio baule nascosto sotto il letto.

Sapevo che dentro c'erano le mie cose: libri di incantesimi, erbe e piccoli talismani che avevo raccolto nel tempo. Non potevo permettere che nessuno scoprisse la mia vera natura.

Con un sospiro, mi accovacciai e tirai fuori il baule, aprendo il coperchio con cautela. I miei tesori erano tutti lì, tra di essi, trovai il libro degli incantesimi, le pagine ingiallite rivelavano segreti che avevo custodito gelosamente.

Mentre frugavo tra le mie cose, cercando un incantesimo che potesse aiutarmi a nascondermi meglio, sentii un leggero bussare alla porta. Il mio cuore balzò in petto.

"Betty, possiamo entrare?" chiamò una voce dolce. Era il figlio più grande di James.

"Sì, certo," risposi, cercando di nascondere il baule e tutto ciò che conteneva

La porta si aprì e i bambini entrarono, i loro occhi brillavano di entusiasmo.

"Volevamo sapere se volevi giocare con noi,"

disse il più piccolo, un dolce sorriso stampato sul volto.

"Oh, io... non posso, ho delle cose da sistemare," dissi, cercando di sorridere, ma sapevo di essere visibilmente tesa.

I bambini si guardarono l'un l'altro, confusi, ma la loro innocenza era palpabile.

"Ma siamo stati bravi! Abbiamo fatto un nuovo gioco e volevamo mostrartelo!"

esclamò il ragazzo più grande.

"Sì, è molto divertente!" aggiunse il piccolo, saltellando eccitato.

Con un sospiro di sollievo, mi resi conto che dovevo trovare un modo per conciliare la mia vita di strega con il nuovo ruolo nel palazzo.

"Va bene," dissi infine,

cercando di abbassare la guardia.

"Mostratemi il vostro gioco."

I loro volti si illuminarono di gioia, e mentre mi conducevano via, una parte di me tremava all'idea di mantenere segreta la mia vera identità.

Mentre i bambini mi conducevano giù per le scale del palazzo, non potei fare a meno di sorridere alla loro gioia contagiosa. Mi girai verso di loro, curiosa.

"Ehi, aspettate un momento! Come vi chiamate?"

chiesi, cercando di stabilire un contatto e di conoscermi meglio.

"Io sono Edward," disse il più grande, con un sorriso orgoglioso. "E questo è mio fratello, Oliver."

mentre proseguivamo nel corridoio, non potei fare a meno di notare come i loro occhi brillassero quando parlavano di James.

"Sai," iniziò Edward, con un tono di confidenza,

"papà sembra molto attratto da te."

Il mio cuore si fermò per un attimo. Le parole del ragazzo mi colpirono come un fulmine.

You're Always gonna be mine.//𝒮𝒾𝓂ℴ𝓃ℯ 𝒫𝒶𝒸𝒾ℯ𝓁𝓁ℴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora