1. Dentro al sogno

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Elena's pov

Sono seduta al mio banco, eh già sono entrata ad Amici, anche tra le prime, e ora sono seduta al mio bel banco.
Al momento sono in ultima fila, quella più in alto, dal lato sinistro. Alla mia sinistra c'è Vybes, il ragazzo che ha cantato prima di me. A destra per ora non c'è nessuno.

Io sono stata presa da due prof su tre, anche se non sono dispiaciuta neanche alla terza. Per una volta posso dire di essere quasi orgogliosa di me stessa!

«Ao» sentii dire al mio fianco, mentre ero avvolta dai pensieri. Mi girai e sorrisi alla vista del ragazzo che mi aveva salutata praticamente appena mi ero seduta. Ricambiai il saluto e ci presentammo.

«Io sono Vybes, o Gabriel, come vuoi».

«Piacere, Elena».

Poi mi concentrai sulla puntata. Una volta finita ci fecero andare in sala relax, che avevo già visto ai casting.

Mi sedetti al tavolo, che al momento era vuoto perché molti erano o in bagno o dai divanetti.

Mi lasciai trasportare dai pensieri, ora avrei dovuto scegliere tra Anna Pettinelli e Rudy Zerbi, cavolo che scelta.

Gabriel, o Vybes, si avvicinò a me e si sedette sulla sedia libera.

«Ciao» Disse impacciato. Gli sorrisi.

«Quindi tra chi devi scegliere te?» Mi chiese.

«Eh, Anna e Rudy.»

«Hai più o meno un'idea di chi...»

«No non ne ho proprio idea» risposi ridacchiando.

«Comunque sei stata davvero bravissima oggi, non ti avevo mai vista ai casting».

«Grazie, anche tu sei stato bravissimo, mi piace la tua canzone». Mi ringraziò.

«Ma secondo te quando ci fanno entrare in casetta?» Scoppiai a ridere per la sua faccia.

«Dai non ridere! Comunque non lo so»

«Lo avevo intuito» continuai a ridere, più di prima.

«Sai non ho parlato ancora praticamente con nessuno» Disse cambiando discorso.

«Ma neanch'io, solo con te».

«Beh... Stavo pensando» lo guardai in attesa che continuasse, intanto lui si passò una mano fra i capelli.
«Per le stanze, ci mettiamo nella stessa? Sai com'è, abbiamo già parlato, poi sembri molto simpatica».

«Certo, e grazie, anche tu sembri molto simpatico comunque».

«Ragazzi attenzione» Ci richiamò la redazione.

«Diego sei il primo ad entrare in casetta, vai pure».

Diego saltellò felice e sparì, andando verso la nostra futura casa.

Dopo non molto si ricollegò la redazione per dirci che io e Vybes saremmo stati i prossimi ad entrare, aiuto, sono troppo felice!

Ci guardammo un attimo per poi prendere le nostre valigie ed avviarci.

Arrivammo dalle scale prima della porta e io quasi mi misi a piangere.

Sto davvero per attraversare quella porta.

Per anni l'ho vista solo attraverso uno schermo.

Ed ora eccomi qua.

Gabriel aprì la porta e mi fece entrare per prima.

«Ma che galantuomo» oddio ma c'è Maria in collegamento!

«Maria, cavolo mi hai fatto prendere uno spavento».

«Ho notato» rise «allora io vi lascio, ambientatevi e mi ricollego stasera quando ci siete tutti, ciao ragazzi»

La salutammo e poi ci guardammo intorno. La cucina è davvero bella, meglio di come si vede in televisione, poi c'è un lungo tavolo e il divano con la TV, che per ora mostra soltanto la scritta "Amici".
Passammo attraverso la sala dove solitamente si riunivano quando c'era Maria in collegamento, di solito per i compiti o le sfide. Insomma, le gradinate.

«Allora in che stanza andiamo?» Chiese.

«Non so, andiamo a vedere».

Girammo tutte le stanze e ci sistemammo in quella arancione.

Intanto arrivarono altri dei nostri compagni e Trigno ci chiese se poteva mettersi nel letto vuoto, vicino al mio.

«Bene, ora che facciamo?» Domandai sedendomi a gambe incrociate sul letto.

«Bho, cosa vuoi fare?» Mi rispose Gabriel.

«Non so raccontiamo un po' qualcosa di noi» proposi.

«Okok, inizia tu allora». Sia Gabri che Pietro, in arte Trigno, vennero vicino a me e io inizia ad attaccare alcune foto al muro, descrivendole e raccontando cosa c'è dietro.

«Allora questa sono io da piccola».

«Oddio che occhi avevi». Disse Gabriel.

«Teoricamente ce li ho anche ora gli occhi». Sorrisi.

«Sisì, ma intendevo...»

«Scherzavo, tranquillo» gli lanciai uno sguardo e ridacchiai. Poi proseguii con le foto.

«Questa è con i miei genitori e uno dei miei fratelli, quello più piccolo».

«Ecco questo è l'altro» dissi prendendo un'altra foto.

«Come si chiamano?» Mi chiese Trigno.

«Il più piccolo Louis, il più grande Tommaso».

«Ma vivete insieme?» Mi chiese sempre lui, probabilmente perché ho pochissime foto "di famiglia" in cui c'è anche lui.

«No, lui è più grande di me di 7 anni e comunque abbiamo madri diverse quindi non ha praticamente mai vissuto con noi». Spiegai pensando a quei pochi mesi in cui abbiamo vissuto insieme.
«Solo una volta aveva provato a stare da noi, io avevo circa 8 anni e lui 15, ma non durò molto perché preferì stare da sua madre, che abitava in centro a Genova e non in una cittadina sperduta in provincia».

Non avevo intenzione di stare a spiegarle tutte, anche perché ci avrei messo troppo.

«Allora, passiamo a queste, loro sono la mia migliore amica, Jennifer, e il mio migliore amico, Andrea».

«Carina lei» commentò il più grande, Pietro.

«È fidanzatissima attento» ridacchiai quando mi venne in mente il suo fidanzato, non era proprio il mio tipo ma non era così male dai, sopportabile per un'uscita a quattro (anche se lo faccio solo e unicamente per lei).

«Vabbè dai basta, dite un po' voi qualcosa» mi girai sperando di passare il testimone a uni dei due, ma Gabri prese un'altra foto.

«Aspe l'ultima, chi è lui?»

«È una femmina, si chiama Hana ed è la mia cagnolina, ormai ha 2 anni»

È un golden retriever bianco ma non è eccessivamente enorme come alcuni, anzi è piccolina per la sua razza.

«Bellissima, ora chi va, io o Pie'?»

«Bho come volete».

«IO» urlò trigno, neanche a dirsi, lui è decisamente il più egocentrico della casetta.

Ci raccontò qualcosa di lui ma nulla di ché, so che ha 22 anni, che viene da Asti ma vive a Milano e basta praticamente.

Poi toccò a Gabriel, che facendoci vedere le foto si soffermò particolarmente sul suo cagnolino.

«No raga già mi manca».

«Dai siamo pur sempre ad Amici, anche se devo ancora realizzarlo» gli misi una mano sulla spalla e lo abbracciai.
Pietro ci si lanciò addosso, mi fece pure male. Mi spostai subito.

«Dai Pietro!» Sinceramente amo lamentarmi, alla fine non mi aveva fatto così tanto male, però un'occasione va sfruttata...

«Che esagerata dai». Mi prese il braccio «vieni qua» ci abbracciammo tutti e tre e poi andammo di là dagli altri.

STANDARD - VybesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora