Ciao, sono Antonio Hueber, in arte Tony Boy, sono del 1999 e sono di Padova (città natale di colei che mi sta descrivendo) e la mia più grande passione è la musica. Da piccolo ho provato a darmi al calcio ma il mio pensiero fisso è sempre stato la musica, scrivo testi da quando ho 15 anni e ho iniziato presto a rappare, lasciando pure scuola per dedicarmi maggiormente alla mia passione. Ho sempre saputo che in questo mondo bisognasse farsi le palle, niente è dovuto e niente ti viene regalato.
La mia vita è sempre stata particolare, e fin da piccolo ho iniziato a fare uso di sostanze, trovavo e trovo in loro il coraggio e la passione di continuare ogni giorno per la mia strada. Le migliori canzoni le ho scritte con in mano un bicchiere di lean e girandomi qualche grammo in una mista.
Sono entrato nel mondo del rap italiano nel 2019 e ho iniziato ad aver maggior successo dal 2022. Mi considerano membro emergente della scena rap italiana, con tantissimi altri artisti talentuosissimi.
Dopo avervi raccontato la storia della mia vita passata posso raccontarvi della mia storia attuale. Diversa dalle storie odierne che si sentono giornalmente.
Sto per diventare padre di una bambina avuta con Gaia Bianchi. Povera ragazza. Se sapesse che in realtà mi immagino un uomo mentre me la scopo probabilmente la mia fama scenderebbe in modo sostanzioso.
Ma non mi immagino un uomo qualsiasi.
Da tempo oramai nei miei pensieri c'è solo un terrone gigantesco.
L'anno scorso Leo, il mio produttore, nonché il mio migliore amico, mi ha portato in uno studio a registrare una canzone di cui avevo già memorizzato il testo da mesi, non era proprio nel mio stile ma accettai lo stesso, il mio produttore ci teneva tantissimo a questa collaborazione.
Era con un certo Kid Iugi, o una roba del genere, non che mi importasse un granché, tanto avrei registrato la canzone e sarei tornato a casa mia.
Prima di entrare in studio mi bevo l'ultimo sorso della mia bevanda rosa e sento i muscoli scuotersi e il mio corpo avere una scossa, brividini e poi rilassamento. Che bella sensazione.
Entro in studio in chiamata con mia mamma e mentre le stavo parlando dicendole che l'avrei chiamata dopo, vado a sbattere su qualcosa di diverso da un muro. Alzo lo sguardo e con la vista distorta vedo questo gigante davanti a me. Chi cazzo è questo ora?? Lo guardo male e mi siedo sul divanetto alla mia destra, continuando a parlare con mia madre. Pensandoci ora, manco mi ero preoccupato di andare a vedere una foto di questo Kid. Fregandomene dell'orario mi metto a fare un pisolino subito dopo aver premuto il tasto rosso sul telefono mettendo giù la chiamata. Tanto, per quanto ne sapevo io, doveva ancora arrivare il mio collaboratore. Non so quanto tempo dopo vengo svegliato male dal gigante di prima, cosa vuole da me adesso? Non gli bastava venirmi addosso? No, a quanto pare.
<<Tony, ti sei riposato abbastanza? Possiamo registrare ora?>> Mi chiede il gigante.
Ah.
Era lui.
Ops.
<<Sono Francesco, piacere.>>
<<Tony.>> Ho risposto farfugliando, masticandomi tutte le parole. <<Registriamo?>> Gli chiesi.
<<Se sei capace di cantare si, se non te la senti possiamo fare domani o ci organizziamo per la prossima volta, ti vedo male oggi.>> La veritá è che stavo veramente male, la mia fidanzata di 4 anni mi aveva appena lasciato, così di punto in bianco, dando la colpa all'alcol e alle droghe. E io per amore l'ho lasciata andare.
<<Si sono capace di cantare, grazie per l'interessamento.>> Gli ho risposto seccato. Lo conoscevo da 20 secondi e già si era messo in mezzo in questioni private. Cazzo se non lo sopportavo. <<Va bene. Ti è piaciuto il testo che ti ho fatto avere?>> Lo guardai male solo perché mi aveva letto nel pensiero. Glielo stavo per dire io. <<No, l'ho completamente stravolto. Aspetta.>> Gli dissi mettendomi le mani in tutte le tasche sul corpo, tirando fuori un foglio stropicciato e macchiato, chissà di cosa. <<Tieni.>> Lo prese. Mi toccó le dita con le sue. Sentii un brivido lungo la schiena dorsale. No. Cosa? No. Vidi i suoi occhi allargarsi e riempirsi di stupore leggendo le righe scritte. Mi guardó.
<<Ti avevo sottovalutato.>> Disse solamente prima di prendere il telefono e mandare un messaggio a non so chi. Poco dopo entró un ragazzo della nostra età. Il suo produttore.
Kid mi fece segno di seguirlo dentro alla stanzina di registrazione e lì avvenne LA magia.
Insieme creammo la canzone migliore dell'anno. Sintetico.
S I N T E T I C O.
S I N T E T I C O.
Un capolavoro. Non mi era mai uscita una canzone con quella passione. L'ho cantata guardandolo. Secondo me era lo sciroppo per la tosse. Ho cambiato marca magari era quello. Non potevo avere una cotta per lui. Che schifo. Un lui. Ho sempre voluto delle Lei. Mai un Lui. No. Impossibile.
Ero ancora innamorato della mia ex, non potevo pensare di cambiare amore in cosi poco tempo. Nah.
La canzone fece talmente tanto successo che chiamai questo Kid pure per una delle mie.
Inutile dire che fece successo pure quella.
Io e lui siamo diventati inseparabili, nessuno ci poteva dividere, ogni giorno eravamo uno a casa dell'altro, sono sceso pure in Puglia per conoscere la sua famiglia. Che storia ragazzi. Il normale e il terrone, sembra l'inizio di una delle migliori barzellette. Mi fa ridere a pensare che in 3 mesi siamo diventati cosi, cosi.
Conoscendolo, giorno per giorno, i miei sentimenti per lui sono aumentati, lo guardavo negli occhi e sentivo la stessa sensazione delle droghe a livello del petto, mi faceva sentire benissimo. Da una parte mi faceva sentire bene, dall'altra mi faceva pensare a tante cose sbagliate su di me.
La prima era pensare di essere frocio. Ho passato anni a scoparmi le piu fighe delle piu fighe, e ora quando me ne scopo una penso a lui. Mi sale il ribrezzo.
La seconda era quella di non riuscire a togliermelo dalla testa, mi svegliavo la mattina e il mio primo pensiero andava a lui, andavo a letto la notte e il mio ultimo pensiero era lui. Inpossibile. Non potevo essermene innamorato.
Non so cosa successe un giorno. Ero con lui a festeggiare l'uscita del suo album (con la nostra canzone al suo interno) e quando lui arrivò, dopo di me, lo vidi aprire la portiera dell'auto per far scendere una bionda secca, tutta plastica e nessun'emozione negli occhi. Lei gli sorrise e distorsi lo sguardo dalla scena. La festa iniziò nel migliore dei modi. Per lui, almeno. Io avevo provato a smettere con le droghe e con l'alcol, ma quella serata ricaddi nella dipendenza. Non so quanto ho bevuto e non so quanto ho fumato, so soltanto che ero talmente tanto inconscio che quando mi si avvicinó per congratularsi con me della canzone, dovetti correre fuori a fumarmi un'altra canna, non riuscivo a sopportare la sua presenza, anche solo vederlo mi faceva venire il voltastomaco. Quella sera ho iniziato a vomitare e non ho smesso per un sacco di tempo. La motivazione la avevo davanti. La scena mi rimbombava dentro e non sembrava uscire. Francesco prese la biondina per mano e se la portó in bagno. A fare cosa? A fare tutto quello che avrei voluto fare io a lui. O lui a me.
L'ho visto entrare nel bagno, chiudersi alle spalle quella porta che fissai finche non uscì. Speravo avesse solo fatto pipì, ma le loro facce dicevano tutt'altro.
Sentii un fastidio nel petto, gelosia, non lo so, ma successe qualcosa (ampliato dall'alcol) e lo presi per il braccio, baciandolo.Ha continuato a baciarmi, lo voleva, si capiva, tutti lo potevano capire.