È nei momenti come questo che mi domando quanto un uomo riesca a piegarsi prima di raggiungere il punto di rottura.
AlkimiaIl tempo della vita scorre.
Come un rivolo di sangue sullo zigomo.
Come la lama affilata di un coltello sulla carne viva.
Come una malattia si impossessa di un corpo qualunque, ad ogni costo.
Un'atmosfera tetra si tramuta presto in qualcosa di più oscuro, crudo, estremo e maledettamente attraente.
Una sensazione ambigua, per certi versi, ma di fatto così coerente.
Crollano le certezze, le tenebre spazzano via ogni cosa. E le risate che sento provenire in lontananza danno i brividi per quanto sembrano implacabili.
Un lampo trafigge il cielo illuminando per poco la selva tenebrosa. La crepa tra le nuvole polverose si ritira in fretta lasciando un'atmosfera piuttosto tetra. Mi muovo svelta da un albero all'altro con il cuore in gola. Il legno tiglioso mi scorre dolorosamente sotto le dita macchiate di cremisi. Sento la terra bagnata attaccarsi ai piedi nudi, il freddo insinuarsi nelle ossa. Rami e foglie scricchiolano sotto al mio peso, tradendo ogni volontà di coprire le mie tracce.
Proseguo a un ritmo costante, tentando di non dare troppo nell'occhio.
Sarò la tua ombra, il protagonista di ogni tuo incubo.
Vago alla cieca nella boscaglia, tentando di mettermi in salvo. Ho le dita intorpidite tanto da non sentirle più doloranti. In lontananza sento una risata sinistra, il brivido che sento risalire la spina dorsale mi accende.
Un misto di eccitazione e paura.
Il fiato non accenna ad accorciarsi, il cuore mi batte forte nel petto mentre gusto il sapore del sangue.
La sua voce mi torna alla mente, scaturisce in me un desiderio malato, plagia la mia anima.
I passi si fanno pesanti sul suolo della foresta. Improvvisamente sento un ramoscello spezzarsi alla mia sinistra. L'adrenalina che mi scorre nelle vene non è sufficiente a farmi reagire. Resto in ascolto, in attesa del momento giusto per fuggire. Scorgo una figura scura muoversi scelta tra i tronchi secolari. Faccio un grido di paura quando noto due occhi tormentati fissarmi nell'ombra.
Mi ha trovata.
Inizio a correre a perdifiato con l'intento di seminarlo. Dopo minuti interminabili mi fermo ansante. Mi poso la mano sul petto, uno strano timore s'impossessa di me. So di averlo alle spalle.
Mi volto lentamente.
Me lo ritrovo davanti. Tiene le braccia incrociate mentre mi scruta con particolare attenzione.
Sogghigna mentre si avvicina.
Indietreggio di rimando finché non vado a sbattere contro il tronco di un albero. Ride sguaiatamente. Sento aumentare l'eccitazione tra le cosce quando mi afferra la gola e mi costringe a ruotare il capo. Si avvicina al mio orecchio prima di sussurrare: "La pena più grande per un uomo è non riuscire a ottenere ciò che desidera."
È allora che capisco di aver firmato la mia condanna.