18 Ottobre 2008
Pov di Charlotte
Era una notte piuttosto fredda lì in America, infatti quel giorno erano solo le 7 di sera ma a casa si era già accesa la stufa da un bel pezzo. Come ogni giorno, prima di cenare, rimanevo sotto le coperte per scrivere nel mio diario segreto, perchè mamma non voleva, poichè pensava che volessi nascondere delle cose. Ma non era vero.
Mamma era diventata irascibile, ma il motivo era a me sconosciuto, fino a qualche giorno fa, quando papà litigò pesantemente con lei.
"Avevo appena con finito di scrivere sul diario che delle urla attirarono la mia attenzione. Uscii dalle mie coperte e scesi le scale, mentre le urla diventavano più forti. Mamma era in piedi davanti a papà, che era seduto sul divano intento a fumare una sigaretta. Quanto le odiavo.
'Impossibile che non riesci neanche ad ascoltarmi?! Parlo con te Max" urlò mamma togliendo di scatto la sigaretta dalle mani mi papà.
'Cosa dovrei dirti? Quello che è successo, è successo. Troveremo un altro lavoro, se è ciò che ti turba' disse con calma. Lui era sempre calmo e paziente, al contrario della mamma.
'E nel frattempo chi mantiene Charchar?" ragionò usando il mio soprannome.
'Sempre a farti delle domande, calmati" aveva detto prima di andarsene fuori"
-Scendi subito Charlotte, è pronta la cena- mi chiamò mamma.
Controvoglia, scesi le scale ad arrivai in cucina: lei era di spalle, intenta a controllare il cibo che bolliva in pentola. La tavola era già apparecchiata, così mi sedetti a capotavola, il mio posto preferito. Lei versò la pasta nei piatti, e si sedette alla mia destra.
-Dov'è papà?- chiesi tra un boccone e l'altro.
-Al lavoro, tra poco arriva- disse sbuffando leggermente.
Il resto della cena passò in silenzio, finchè qualcuno bussò alla porta. Mia mamma aveva fatto come per alzarsi, ma la precedetti, volendo salutare per prima papà.
Presi la mia copertina e feci una corsetta un po' goffa verso la porta, girai le chiavi e vidi un uomo con il capello e vestito di blu, e nel nostro cortile una macchina che decisamente non è del babbo.
-Mamma, c'è un uomo alla porta!-urlai in modo che sentisse fin dalla cucina.
Lei si precipitò all'entrata, chiedendo:-Buona sera agente, cosa succede?-
-E' qui che risiede Max Lee?-
-Si, sono la moglie, cosa gli è successo?-chiese di colpo preoccupata.
-Lo abbiamo arrestato per tentato omicidio, e ora lei deve venire in caserma con noi.-
-No fermi, è successo un malinteso. Mio marito è innocente, e anche se non fosse io non c'entro nei suoi affari. E poi la mia bambina...chi se ne prende cura?-dopo ciò scoppiò a piangere.
-Mamma...-sussurrai. Non stavo capendo la situazione, ma sembrava brutta brutta.
-Ce ne occupiamo noi, ora venga.-
Uscimmo dalla casa, ed entrammo nella macchina nel signore, io davanti insieme a lui e mamma dietro. Attraversammo la città, e, travolta dalla stanchezza, mi addormentai.
-Ehi, tesoro, siamo arrivati-disse la voce del signore di prima.
Aprii gli occhi e mi ritrovai in una stanza piuttosto carina: era tutta di legno, con una televisione enorme e una scrivania piena di libri. Saltai subito giù dalla poltrona rossa su cui ero seduta e esclamai:-Posso leggere quei libri?-
-Ah, non sono libri, ma documenti-spiegò
-No, non voglio più leggerli, sai? Penso che dormirò ancora un po'- dissi sdraiandomi dove ero prima.
Terza persona pov
Dopo aver interrogato la signora, i poliziotti decisero di tenerla lì, non convinti delle risposte. Sua figlia invece, se ne stava sdraiata a dormire, e pareva essere morta talmente il sonno era profondo. Decisero quindi di mandarla in una casa della città, poichè visto dai documenti non aveva parenti in vita.
Cercarono a lungo una casa vicina a cui mandare la bimba. Molti avevano avuto problemi in passato con i carabinieri, perciò ne scartarono tante in partenza, fino a che non si imbatterono in una. Dall'altra parte della città abitava una grande famiglia di wrestler sotto contratto con la WWE, di dinastia samoana. Loro erano considerati una famiglia perfetta, ricca e gentile. Decisero quindi, soddisfatti, di mandarla in quella casa. Caricarono la bambina in macchina e partirono.
Pov di Roman
Oggi era stato il mio primo giorno da wrestler. Dopo essermi convinto che il football americano non facesse per me, mio padre mi convinse a provare a portare avanti la nostra dinastia nel mondo del wrestling. Mi ero semplicemente allenato con i miei cugini Jey e Jimmy, che avrebbero debuttato tra poco. Diciamo che mi ero divertito molto, ma ero molto stanco.
Mangiai con loro, ma in rigoroso silenzio, piuttosto strano, visto che di solito non smettevamo mai di parlare. Beh, c'è sempre un inizio, diceva il mio vecchio professore di filosofia. Qualcuno però, decise di rovinare quel momento rarissimo: infatti si sentirono dei toc toc provenire della porta.
-Ah, vado io- proposi vedendo come i due erano presi a sgozzarsi. Visto che fuori faceva freddo, presi la giacca pesante dell'armadio e tornai in cucina.
-Aspettatemi prima finire, bimbi piccoli- li rimproverai. Mentre andavo all'entrata, sentii un toc toc molto più debole, quasi impercettibile. Aprii la porta, ma non ero preparato a ciò che mi attendeva.
Una bambina di 4 anni, occhi marroni chiari, capelli corti disordinati e con una copertina rosa chiaro quasi bianco mi stava guardando con le lacrime agli occhi.
-Oh no dolcezza, stai bene? Dove sono i tuoi genitori?- chiesi inginocchiandomi per essere alla sua altezza.
-Un signore vestito di blu ha detto che papà ha tipo fatto un omicidio, e mamma è rimasta con loro- disse probabilmente la situazione.
-Va bene, entra che c'è freddino qui fuori- dissi vedendo come tremava.
-Ehm, Uce, chi è?- chiese Jimmy vedendomi insieme alla bimba.
-Sono Charlotte, ma chiamami Char- disse parlando da dietro le mie gambe.
-Yo, sai che cosa, ti chiameremo Lottie- disse Jey per sdrammatizzare.
-Sai, nessuno mi ha chiamato così, ma mi piace- disse- e vorrei davvero conoscervi, ma ho sonno, qualcuno mi porta a dormire?-
-Arrivo Lotts, ti porto io- dissi portandola in braccio verso la mia camera.
Parole: 962
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Ciao!
Non ero soddisfatta della storia "la sua piccola fan" e per questo pensai per giorni di iniziarne una nuova. Ho grandissime aspettative su questa, e cercherò di pubblicare il più possibile. Mettiamo un appuntamento, caricherò penso ogni venerdì. Ci sentiamo settimana prossima con un altro capitolo.
Bacioni!
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Ritrovarsi
FanfictionIn una sera d'inverno, una bimba viene lasciata sulla soglia di casa di Roman. I due legano subito, ma poco dopo gliela portano via. Anni dopo, si incontrano di nuovo, ma cosa succederà?