Arrivederci

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20 novembre 2008

Pov di Roman

Nonostante era una grande responsabilità prenderci cura di una bambina con il nostro lavoro a tempo pieno, la abbiamo amata e coccolata come fosse stata nostra. Ci abbiamo messo un po' per conoscerci e legare, ma con la vivacità dei gemelli era diventato tutto più semplice. Ognuno di noi di divertiva con lei, dormivamo a turno insieme a Lotts, la portavamo in giro per la città, la accompagnavano al parco. Insomma, stavamo cercando il più possibile di essere i genitori perfetti.

Lei aveva preso piuttosto bene questo cambiamento, sembrava essere contenta nonostante i suoi genitori non fossero presenti. Anzi, non ci aveva mai chiesto dove fossero, sembrava come se li avesse già dimenticati, pronta a vivere una nuova vita.

Oggi faceva particolarmente freddo, nonostante io, Jey e Jimmy ci stavamo allenando da un oretta buona. Piano a piano avevo iniziato a migliorare in quella disciplina, tanto che, ieri sera, mentre raccontavo una favola alla bimba, ricevetti una chiamata da NXT. I gemelli, elettrizzati dalla notizia, avevano insistito di voler allenarsi insieme. Lotts era sempre con noi: infatti stava seduta su una seggiola a leggere un libro, molto concentrata, ed alzava lo sguardo solo quando chiedeva il significato di una parola.

"Jimmy, ho fame, mi accompagni a fare merenda? So che anche tu hai fame" disse lei alzandosi già in piedi, facendomi ridere.

"E chi ti ha detto che ho fame?"disse fermandosi un attimo, fissandola curioso. Loro due erano impossibili, facevano sempre ridere, e molto probabilmente era anche il suo preferito.

"Il tuo stomaco"affermò prendendolo per mano e tirandolo verso le scale, non volendo neanche aspettare la sua risposta.

Quando loro salirono di sopra in cucina, io e Jey iniziammo a fare pratica sul ring che c'era all'angolo. Ci stavamo impegnando un sacco, entrambi sudati e stanchi, quando Jimmy irruppe nella stanza molto preoccupato, con un braccio Charlotte leggermente confusa. Si precipitò verso di noi, e iniziò a spiegare alla rinfusa.

"Uce, è arrivata la polizia, e...hanno detto che non poss...possiamo tenere Lottie perché non è nostra e...la polizia la rivuole indietro. Non possiamo dargliela, o finirà in quei schifosi posti che chiamano orfanotrofio. Roman dobbiamo fare qualcosa"disse velocemente riprendendosi dalla corsa.

In quel momento mi sembrava tutto strano. Insomma, ci lasciano una bambina con genitori criminali, la danno a noi come se fosse solo carne perché siamo una famiglia ricca, e poi ce la portano via perché non si sa. La reazione sarebbe stata questa se ci foste voi al mio posto. Non volevo che se ne andasse perché ero egoista e la volevo per noi, ma insomma, ha 4 anni, non fa bene far fare tutti questi cambiamenti ad una giovane età.

Però non c'era modo per farla rimanere con noi, perciò mi rassegnai, salii le scale sapendo che Jey, Jimmy e Lotts erano dietro di me. So che sarà piuttosto doloroso e brutto lasciarla, ma noi non potevamo fare niente. Sulla porta stavano gli stessi poliziotti che ce la avevano lasciata nemmeno un mese fa. Quanto avrei voluto spaccare la faccia a quei due. Mentre parlavo con loro, i gemelli stavano raccontando tutto alla bimba, che stava iniziando a capire la situazione, però salì semplicemente le scale, ma vedevo benissimo che stava piangendo.

La abbracciamo uno alla volta, finché arrivò il mio turno. La presi in braccio e la tenni stretta.

"Non voglio andarmene, sto bene qui"disse piangendo. Faceva più male a me che a lei, avrei voluto dirle.

"Sai, questo non è un addio, è un arrivederci. Sono sicuro che ci rivedremo uh?"dissi più che altro per convincere me stesso. Non era il caso di piangere davanti a lei.

La feci scendere dalle mie braccia, e noi tre rimanemmo sullo stipite della porta fino a che la macchina non girò l'angolo. Dopo tutte le emozioni provate, andai di sopra senza rivolgere parola ai gemelli, e caddi subito nelle braccia di Morfeo.

20 maggio 2021

Era difficile non scordarsi di lei. Erano passati anni da quel giorno, ma nessuna notizia da parte sua. Io nel frattempo mi ero fatto un nome nella WWE, dove ero campione universale. Dopo quel giorno nessuno dei tre riparlò di quell'argomento, era come se fosse stato bandito. Ma lei ovviamente rimaneva nei miei pensieri.

Pov di Charlotte

Avevo aspettato questo momento da tanto tempo, esattamente da tre mesi, ovvero da quando mio zio mi aveva invitato ad andare con lui in tour. Lui lavorava nella WWE dietro le quinte, nello show di SmackDown. Mi aveva promesso che sarei potuta andare con lui, visto che sapeva della mia passione del wrestling, però io guardavo soprattutto la AEW, ma alcuni nomi li sapevo.

Con la mia macchina parcheggiai all'arena, così slacciai la cintura e mi incamminai verso l'entrata. Non ero mai stata lì dal vivo, visto che i vecchi e nuovi genitori non approvavano la mia passione. Entrai e seguii le istruzioni dello zio per arrivare alla mensa, dove mi stava aspettando. Camminai e camminai fino a che non vidi una porta con scritto "mensa" ma mi bloccai Vedendo tre uomini che ci stavano davanti.

Erano tutti alti, muscoli in vista, con spalle larghe e un sedere sodo. Avevano tutti i capelli lunghi e umidi, segno che avrebbero avuto un segmento stasera. Erano una simile all'altro, tranne che due erano identici, probabilmente gemelli. Gli accomunava un tatuaggio tribale che dalla spalla arrivava al polso. Mi sentii mancare l'aria quando mi ricordai che i gemelli con cui ero stata da piccola avevano anche loro un tatuaggio simile. E se fossero parenti?

Camminai verso di loro, curiosa. Quello più altro mi notò per prima, così fece un cenno agli altri due, e mi ritrovai con 6 occhi che mi fissavano, curiosi e sorpresi. Deglutii di colpo nervosa, ma mi feci coraggio e incominciai la conversazione.

"Ciao, io sono Charlotte, sono la nipote di Frank, lavora qui dietro alle quinte"dissi sorridendo innocentemente. Il mio sorriso vacillò quando vidi le reazioni dei ragazzi. I due gemelli spalancarono gli occhi e si presero gli avambracci a vicenda. L'altro invece abbassò lo sguardo, come se gli avessi comunicato una brutta notizia.

"Ehm, non è il momento? Ho detto qualcosa di sbagliato?"chiesi iniziando a sudare. Le prima persone che incontro avevano avuto una reazione così negativa di me?

"Eh? No è che eravamo sorpresi che Frank avesse nipoti, non ci aveva detto neanche che avesse un fratello"disse il gemello alla mia destra.

"Ah no, diciamo che la mia famiglia è un po'... incasinata ecco"

"Comunque, io sono Jey, lui è mio fratello Jimmy, e insieme siamo gli Usos. Il ragazzone qui invece è Roman, il nostro campione universale."disse quindi presentando lui e gli altri.

Quei nomi però erano stranamente familiari, ma non ricordavo dove. Così li salutai con un cenno della mano, che solo i gemelli ricambiarono, infatti Roman rimase fermo, sempre fissando un punto. Gli stavo già antipatica?

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Scusate, dovevo correggere degli errori e poi ho per sbaglio eliminato il capitolo *vorrei tirarmi un pugno*

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