«Qualcuno riconosce queste facce?»
Samantha alzò lo sguardo dal quaderno degli appunti verso lo schermo, dove stavano venendo proiettate immagini di cadaveri di uomini e donne, ritrovati con foto da polaroid attaccate sulla fronte, alternate ad altre proiezioni delle medesime foto. Immagini raccapriccianti di cui probabilmente qualcun altro non sarebbe mai riuscito a sopportare la vista ma che per una prossima nuova recluta dell'FBI potevano essere paragonate quasi ad un cartone animato. Aveva visto molto di peggio durante quelle lezioni.
Alzò lo mano per dare la risposta, insieme ad un altro paio di compagni: come molti di loro conosceva benissimo quella storia.
Quando l'agente Gideon le diede la parola, rispose con naturalezza: «Sono le vittime del cosiddetto "Killer del Sentiero".»
«Esatto signorina Costa, o almeno così lo chiamano i giornali in Virginia, ma in questa lezione noi ne parleremo come del "Soggetto Ignoto", detto anche "S.I".»
Samantha annuì e prese appunti. Era un dettaglio a cui Gideon teneva molto, lo ripeteva ad ogni lezione che teneva. Samantha sapeva bene il perché: dare un soprannome ad un serial killer correva il rischio di spingere quest'ultimo ad aumentare la sua attività criminale per avere maggiore attenzione. Non accadeva sempre, ma nella maggior parte dei casi, e un membro del "BAU" doveva sempre tenere a mente che ciò a cui sta dando la caccia non è altri che un criminale, non importa il suo soprannome, che spesso e volentieri rischiava di far finire l'FBI fuori strada per anche solo un minimo dettaglio.
«Ho detto alla polizia della Virginia di cercare un bianco di vent'anni, proprietario di un furgone malmesso fatto in America. Fa un lavoro umile. Ho detto loro "Quando lo trovate, non sorprendetevi se dovesse balbettare molto".»
Sam storse il naso. Fino a quel momento era tutto logico: razza e età coincidevano con la vittimologia, il furgone aveva senso per trasportare i corpi, così come il fatto che fosse malmesso e che il serial killer facesse un lavoro umile. Ma cosa c'entrava il balbettio?
Alzò di nuovo la mano.
«Prego, signorina Costa.»
«Mi scusi... ma come sapeva che fosse affetto da balbuzie?»
«Dove sono avvenuti gli omicidi? Sentieri per escursionisti isolati. Se fossi un killer che deve usare una forza prepotente anche nel mezzo del nulla, non mi sentirei sicuro di me stesso.»
Samantha annuì, prendendo appunti: «Usava la forza bruta perché non poteva attirarli.»
«Esatto, quindi manca di carisma, non poteva farli salire sulla propria auto come faceva Ted Bunty.»
«Doveva vergognarsi di qualcosa e due erano le opzioni: o l'aspetto, dovuto magari a un problema di disabilità, o l'incapacità di comunicare.»
«Esattamente, signorina Costa.»
Mentre parlava Sam non alzò mai lo sguardo dal suo quaderno degli appunti ma poté sentire attorno a sé i mormorii dei suoi compagni. Li ignorò, non aveva bisogno di distinguerne le parole per sapere cosa stessero dicendo alle sue spalle, da tempo non le importava più e aveva smesso di farci caso.
Il rumore della porta dell'aula che si aprì la costrinse ad alzare la testa, dalla sua angolazione poteva ben distinguere un ragazzo della sua età con un taglio che avrebbe potuto paragonare a quello di suo padre quando aveva dodici anni, vestito con un maglione sopra la camicia, come un qualunque secchione da telefilm americano vittima di bullismo. Aveva in mano un fascicolo riportante sopra lo stemma dell'FBI, probabilmente un caso, che mostrò a Gideon facendogli cenno di raggiungerlo.
«Scusatemi solo qualche minuto.» L'uomo si scusò con cortesia e raggiunse il ragazzo, uscendo insieme a lui dall'aula. Prima di uscire il giovane, forse sentendosi osservato, incrociò per un attimo il suo sguardo: fu la prima volta in cui Samantha Costa vide Spencer Reid.
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Under the Surface- Criminal Minds
FanfictionSpencer Reid: QI di 187, una memoria eidetica, capace di leggere 20.000 parole al minuto, un dottorato in Chimica, uno in Matematica e uno in Ingegneria, una Laurea in Psicologia e una in Sociologia Samantha Costa: una ragazza qualunque, laureata in...