Two.

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Rinsavì il momento dopo.
Cosa avevo fatto?
Mi allontanai bruscamente dal ragazzo in questione e iniziai a perdermi tra i miei pensieri.
Era strano che non si fossero ancora presentati.
Ricordo che vorticavano veloci, era come se una foglia avesse azionato le esplosioni di un campo minato.
Ero delusa, scombussolata e tremendamente amareggiata da me stessa.
Quel bacio me lo ero tenuto caro, per anni.
Non avevo mai pensato che potesse andare così.
E la cosa peggiore, era che non me ne ero pentita nemmeno un po'.
Anzi, volevo rifarlo.
Cosa stavo diventando?
Lui non mi toccò più, rimase a guardarmi e si allontanò leggermente da me.

"Tutto bene?".
Mi chiese in un sussurro.
Le mani tremavano un po' e vi giuro che in quel momento, non riuscivo ad aprire bocca.
Era un po' come se le mie corde vocali si fossero aggrovigliate tra loro.
Volevo dirgli di stare tranquillo, di non preoccuparsi e di dirmi il suo nome.
Insomma, volevo comportarmi come se niente fosse mai accaduto.
Ma non ci riuscivo.
Lo guardai e l'unica cosa che vidi, furono i suoi occhi pieni di comprensione.
Era un po' come se sapesse perfettamente cosa stessi vivendo.
Era come se fosse nella mia testa.
Iniziai a parlare senza nemmeno pensare:
"Non lo so, non era mai successo...io...non doveva andare così!"
Iniziai a farfugliare guardando a terra.
Dio, ero così patetica.
Lui, di tutta risposta, mi guardò e mi sorrise lievemente.
"Perché non doveva andare così? Non hai mai dato un bacio?".

"No. E poi io non sono così, non so perché sia successo...".
Quando dissi questa frase in realtà, ricordo che cercai di convincere più me stessa che lo sconosciuto affianco a me.

"Così come?".
Cercava di capire cosa stessi blaterando, ai suoi occhi sarò sembrata proprio una molla impazzita.

"Una...una facile?" Cercai di contenermi, sia per non sminuire il lavoro delle poco di buono, sia per non insultare chi vive la propria sessualità liberamente e sia perché, non mi andava proprio di sentirmi così.

Avevo sempre pensato che chiunque dovesse sentirsi a proprio agio nel fare queste cose, insomma, non siamo più nel Medioevo e ognuno deve sentirsi libero di esprimersi senza essere etticchetato in alcun modo.
Ma in quel momento, mi sentivo tanto sporca.

Lui ridacchiò un po' e dopo mi sorrise apprensivo.
"Le poco di buono sono altre, tranquilla."
Prese un momento di pausa e dopo continuò, cauto:

"Poi, te non hai fatto niente di sbagliato, lo sai vero? Se te la sei sentita, va bene così, non devi dare retta a nessuno".

Aveva ragione... Lo sapevo benissimo.
Cioè, la pensavo esattamente come lui, non c'era bisogno che uno sconosciuto qualsiasi mi facesse la morale!

Eppure, lo ringrazio ancora per avermelo detto.

I miei pensieri al tempo per quanto cercassi di rimanere razionale, mi dicevano altro... Mi dicevano che non dovevo farlo, che ero una vergogna e che chiunque così mi avrebbe visto piccola piccola.

Incapace di fare qualsiasi cosa.

Volevo riprendere il controllo, non dovevo farmi vedere così.
Chiusi per un istante gli occhi, ispirai flebilmente e dopo lo guardai:
"Scusami, non so cosa mi sia preso. Non c'entri niente e non mi pento di averlo fatto". Lo guardai finalmente tranquilla e gli sorrisi rassicurandolo.

Lui piegò la testa di lato e ricambiò il sorriso.

"Quando vuoi".

Ecco, chi leggerà 'sta carta straccia digitale, penserà a quanto io sia stata patetica, a quanto io mi sia fatta manipolare e a quanto non avrei dovuto lasciarmi andare.
O semplicemente, a quanto io sia stata stupida.

Ma quella sera, vi giuro che cambiò tutto.

L'inizio della fine, molti lo chiamano.
A me però piace definirlo l'inizio di un nuovo capitolo.
Così che io possa sempre ricordarmi che le pagine, alla fine, continuano sempre a voltarsi.
Comunque sia, è inutile dire che quella sera feci tardi a casa e mi beccai un sonoro rimprovero da parte dei miei genitori.

Quando mi ammonirono, sentii un forte fastidio nello stomaco.
Odiavo davvero che qualcuno dovesse correggermi su qualcosa.
Odiavo davvero essere motivo di dissapore.

Ma non diedi a vedere nulla.

Rimasi solamente con la testa tra le nuvole mentre mandavo giù i bocconi.
"Sarah, tutto bene con Valentine?"
Mio padre mi guardò sospettoso.
Non gli dicevo mai nulla, ma lui sapeva sempre quando c'era qualcosa che non andava.
"Sí sí, tutto bene".
Giochicchiavo con il cibo rimasto nel piatto con la forchetta e lui, continuò a parlare:

"Com'è andato alla fine il compito?"

"Tutto bene, ho preso otto".
Già sapevo cosa mi avrebbe detto.
O che faccia avrebbe fatto nel caso fosse rimasto in silenzio.
"Ahia, vabbè su, non fa niente".

Andava sempre così.
Sempre.
Penso di non aver mai sentito mio padre farmi un complimento sincero.

Sempre e solo forzati.
Sempre e solo con i "ma".
Odiavo tutto quello.
Lo odiavo perché aveva un grande impatto sulla mia vita... Dunque, la scuola la vivevo abbastanza male.
Nonostante facessi ciò che amavo.

Dopo aver sparecchiato, andai in camera a sistemare l'occorrente per il giorno dopo.
Lo feci lentamente, accompagnata da uno strano silenzio che non mi apparteneva.
Infatti, appena mi infilai sotto le lenzuola, iniziò il declino.

Non - dovevo - farlo.

Mi sono lasciata andare, va bene qualche volta.

Gli hai lasciato fare ciò che voleva.

Ho deciso spontaneamente di farlo.
Non mi pento.

Non ti penti perché non sei una brava persona.

Non ho ucciso nessuno, ho solamente dato un bacio.

Lo sai che nemmeno lui ti vorrà mai , vero?

.
.
.
.

Mi misi le mani sul volto, potevo sentire solo la sensazione delle coperte e delle mani calde che premevano contro il mio corpo infreddolito.

Amavo il buio, mi permetteva di stare realmente da sola; io e i miei pensieri.
Perché  per quanto cattivi potevano essere, alla fine sapevo sempre che sarebbero deragliati da un'altra parte.
E infatti, quella sera, andò proprio così.

Iniziai a ripensare ad ogni singola cosa successa con quel ragazzo.
Ripensai al suo respiro sul mio volto.
Ripensai al contatto delle sue labbra schiacciate sulle mie.
Ripensai soprattutto a cosa mi disse.
Ci era passato anche lui?
Qualcuno gli ha mai fatto lo stesso effetto?
Era consapevole di che cosa causava in me?
Gli interessavo?
Rimasi a cullarmi da sola con i pensieri che, finalmente, avevano preso a scorrere dolci nella mia testa.
E mi addormentai immaginando ancora il suo corpo stretto al mio.

E sí, mi sapeva proprio di abbraccio.

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Heeeeyyy, buongiorno o buonasera!

Non so se qualcuno si ricorda di me da una fan fiction che ho scritto letteralmente ANNI fa.

(Non andate a curiosare, vi verrà voglia di lavarvi gli occhi con la candeggina).

Se non vi è già venuta leggendo questi capitoli...
Ma comunque sia, cosa pensate di questa situazione?
Fatemelo sapere nei commenti🌙














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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 27 ⏰

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The teory of the two moons.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora