𝐁𝐥𝐚𝐢𝐫.
Scivolai fuori dalla mia stanza in punta di piedi, con le scarpe strette tra le mani e il battito accelerato.
Se c'era una cosa che odiavo più di tutto, era dover sgattaiolare fuori da casa mia come una ladra.La porta della mia stanza cigolò appena mentre la richiudevo con un filo di fiato trattenuto.
Mi fermai all'ultimo gradino delle scale, spiando la cucina.
Perfetta e vuota.
L'occasione per infilarmi fuori senza sentire l'ennesima predica di mia madre sembrava propizia.
Un ultimo respiro profondo e avanzai in punta di piedi, cercando di non fare rumore sui pavimenti di marmo che, a quel punto, mi sembravano assordanti.
Potevo già quasi sentire la maniglia della porta tra le mani, un passo in più e...
«Blair.»
Disse una voce alle mie spalle, rigida e tagliente come una lama fredda.
Mi bloccai di scatto, sapendo già chi fosse.
Mi girai lentamente e incrociai lo sguardo di mia madre, le braccia incrociate e un'espressione che non prometteva nulla di buono. Indossava la sua solita vestaglia di seta, perfetta come se l'avesse appena tirata fuori dall'armadio, eppure con uno sguardo stanco che riusciva comunque a bucare i miei tentativi di fuga.
«Dove credi di andare?» domandò, sollevando un sopracciglio.
Inspirai lentamente, cercando di formulare una risposta credibile, anche se ormai sapevo che qualsiasi cosa avessi detto non sarebbe stata sufficiente.
«Ero solo... volevo solo fare un giro, tutto qui», mentii con la più grande disinvoltura possibile.
Lei sbuffò, scuotendo la testa.
«Come ieri sera, immagino? Sei tornata alle tre del mattino, Blair. Non so effettivamente come, visto che non ti ho visto passare, ma non credi di dovermi almeno delle spiegazioni?»
Deglutii, abbassando lo sguardo. Sapevo benissimo quanto le desse fastidio la mia indipendenza, o il fatto che, dopo tutto, io conoscessi molto più di quanto pensasse su come stessero davvero le cose in famiglia.
Ma non volevo iniziare una lite, non ora.
«Senti, non è niente di che» risposi, cercando di mantenere un tono piatto.
«Era solo una festa, niente di importante.»
Lei sospirò, guardandomi con un misto di frustrazione e qualcosa che poteva sembrare persino delusione.
«Blair, non puoi continuare così. Non con le persone che frequenti, non con questo atteggiamento.»
Rimasi immobile, stringendo le scarpe nelle mani, quasi a volermi aggrappare a qualcosa per evitare di dire quello che davvero avevo in testa.
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𝓞𝓑𝓢𝓔𝓢𝓢𝓘𝓞𝓝
RomanceAthena Miller sa cosa significa il dolore. Una volta, era una ragazza fragile e insicura, ferita nel profondo da chi le aveva fatto credere di essere insignificante. Ma dopo quattro anni di assenza è tornata, ma questa volta gioca secondo le sue reg...