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Ehilà. Arieccomi. Ormai sto sfornando un capitolo al giorno, mi merito tante stelline per questo.

Ho goduto davvero a scrivere questa parte (e non c'è neanche smut), finalmente la rivalsa di Stiles.

Finalmente Mr Hale che se la fa sotto e decide di mettere la testolina a posto.

Dai, non vi rubo altro tempo.

P.S. Alla persona cui ho dedicato il capitolo... eccoti servito Mr Hale in ginocchio, come ti avevo promesso.

Buona lettura!

Grandi baci,

Himes

27.

Iniziò a singhiozzare come un idiota, accompagnando la pigra discesa del montacarichi. Si asciugò nervosamente gli occhi, cercando di far ringhiottire agli occhi le lacrime che avevano appena sputato.

Non voleva apparire un frignone davanti ad Aiden, lo avrebbe fatto sembrare un debole. Qualcuno di vulnerabile. Qualcuno di cui approfittarsi.

Quando aprì la grata, due minuti e quarantasette secondi dopo al piano terra, trovò Derek con il fiato corto e gli occhi sbarrati.

"Torna a casa con me. Ti prego".

Il suo cuore esultò appena a vederlo lì, ansante e con un'ombra stravolta nello sguardo, nei capelli, nei vestiti, nella voce.

"No", grugnì, masticando sotto i denti una flebile speranza che non esisteva neppure. Tornare al loft con Mr Hale era fuori discussione, meno di tre minuti prima che gli aveva confessato di non potergli dare ciò che desiderava.

Volevano cose diverse. Il loro rapporto non li avrebbe condotti da nessuna parte, avrebbero solo girato in tondo ad azzannarsi a vicenda, senza mai davvero camminare dritto.

"Ti sto implorando", singhiozzò il moro e sembrava che la discesa rapida di quei quattro piano gli avesse prosciugato ancora un po' la faccia, Stiles non l'aveva mai vista tanto pallida ed emaciata. Tutta la sua bellezza era smagrita.

Ignorò il senso di desolazione e dolore che provò a vedere l'uomo che amava tanto dismesso. Ingoiò e deglutì rumoroso il residuo della sua compassione, si scansò quando l'uomo si buttò in avanti con le braccia tese per abbracciarlo. Ma apparve goffo e scoordinato, come un ubriaco.

"Me ne sbatto il cazzo", ringhiò il ragazzino, tra i denti digrignanti, schiacciandosi contro una parete di ferro per sfuggire dalla presa del licantropo.

Quello scoppiò a ridere ma senza ironia, più per lo sdegno e l'offesa che gli illuminò gli occhi. Brillarono di rosso, ma solo per un istante. Come se gli costasse immensa fatica mantenerli accesi.

"Mi sto umiliando e non ti importa?", sputò, con disprezzo, e strinse le labbra pallidissime in una linea severa. Aggrottò la fronte e lo fissò con un misto di brama disperata e avido rancore.

Stiles lo scrutò sbigottito, rimase senza parole per un istante. Si concentrò sulla ruga pulsante profonda tra le sopracciglia dell'uomo. Pulsava tutta la sua accusa.

Annaspò. Boccheggiò a fatica, nel trauma di chi aveva perso tutto e si sentiva come se stesse viaggiando a forte velocità verso l'ignoto, rischiando di schiantarsi contro il nulla. Era prigioniero di un sentimento unilaterale, di un amore patetico, che accentuava i sensi di colpa a lasciare l'uomo che amava.

"Ah! Tu!", rantolò, spezzandosi i denti nello sforzo. Li batté così forte da far tremare anche il cervello. Fu uno scatto stizzoso della mascella, involontario. "Tu saresti quello umiliato ora? Ma fammi il piacere! Togliti di mezzo, coglione", si lanciò avanti, con una potenza inaudita, sperando che la sua determinazione avrebbe indotto Mr Hale a scansarsi e lasciarlo passare.

LEGAME - STEREK OMEGAVERSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora