Cercai di non pensare a Cristian, al bacio e ai suoi atteggiamenti, la routine a scuola e la comprensione di Giulia mi aiutarono, ma non avevo fatto i conti con quello che il destino riserva, perché il mercoledì successivo Cristian mi aspettava all'uscita di scuola, in sella ad una Ducati. Il sogno peccaminoso di ogni ragazza e ne era più che consapevole; Giulia, decise di lasciarmi da sola e con una scusa ritornò sui suoi passi. Bella amica eh?
"Buongiorno, il tuo ragazzo non ti accompagna a casa? Si deve allenare per la partita di ritorno, non facciamo sconti e conto di segnare altri tre gol".
"Sei sempre così bisbetico? Comunque penso che tu abbia capito che Davide non sia il mio ragazzo".
"Non lo è, ma vorrebbe esserlo. Voleva staccarmi la testa dopo il bacio, vero?".
"Perché sei qui, Cristian? Se sei qui per divertirti ancora e far arrabbiare Davide, devi inventare altro".
Cristian mi osservò e si prese qualche secondo scendendo dalla moto e per la prima volta non vedevo quel ghigno borioso che lo contraddistingueva.
"Non so risponderti, so solo che volevo vederti, non sono abituato a fare cose del genere, ma c'è qualcosa in te che mi spinge a cercarti, a osservare le tue guance tingersi un po' per qualcosa che dico, o a farti rimanere senza parole, con le labbra socchiuse, come in questo momento. Non sono il ragazzo adatto a te, ma vorrei tanto esserlo, Giorgia. Non riesco a non pensare ai tuoi occhi da quando mi hai aiutato a rialzarmi e da domenica anche le tue labbra fanno parte dei miei pensieri".
Doveva essere un sogno, le sue parole erano di una dolcezza disarmante e aveva sentito anche lui la strana elettricità tra noi. Mostrava questo suo lato forte e combattivo ma alla pista di pattinaggio aveva abbassato la sua maschera. O magari era lui così, un po' rude, villano, mostrando la sua buona dose d'ironia, ma anche riflessivo e profondo. Due lati di una medaglia.
Lui aspettava una mia risposta. Cosa rispondergli? Cristian poteva mostrarsi arrogante, villano, antisportivo per eccellenza ma sapevo di aver visto altro in lui. E poi anch'io continuavo a pensare al nostro bacio. Ero ancora ferita perché non capivo in che contesto collocarlo. Era solo un gioco? O voleva sorprendermi?
Io di solito sono molto riflessiva, stavolta avrei assecondato le mie sensazioni.
"Non sei sportivo e prendi tutti in giro, la metà delle cose che dici è sfacciata e sai di piacere alle ragazze".
Cristian fece un passo indietro e abbassò la testa, l' aveva detto lui stesso che non poteva essere il ragazzo giusto per me. Lo immaginava.
Ma vederlo così avvilito mi faceva stare male.
"Ma non posso fare a meno di ascoltare il mio cuore, che ha iniziato a battere fortissimo quando i miei occhi hanno toccato i tuoi: non erano semplici sguardi".
Feci un passo verso di lui e lasciai da parte tutta la mia razionalità, appoggiai una mano sulla sua guancia, la sua pelle era calda e pungente per l'accenno di barba. Altre due elementi in contrasto, proprio da lui. E lo baciai. Attraverso questo bacio volevo fargli capire che mi aveva conquistata, che volevo viverlo.
Era come svegliarsi dopo un lungo sonno perché quel bacio era diverso da tutti gli altri dati che avevo dato in passato. Un bacio in cui mettevo tutta me stessa.
Quel bacio segnò l'inizio della nostra storia, una storia che dura ancora adesso mentre ci salutiamo per trascorrere la notte separati.
Non possiamo stare insieme la notte prima di sposarci,no? Porta male!
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Il mio destino è incontrarti
RomantikBreve racconto romance con riflessioni sull'amore e il destino.