Una scheggia di luce taglia in due l'oscurità, saetta piano lungo il pavimento, serpeggia in un bianco martirio.
È notte fonda.
Respiro affannoso.
Sudore.
Incubi.
Un urlo si espande nelle tenebre allacciandosi alla fitta di dolore che lo piega in due.
Sente le palpebre pesanti, li riapre a fatica e si scontrano con il buio.
Buio nel buio.
Oscurità.
Un'ombra.
Kevin cerca di mettersi in piedi, ma si trascina qualcosa dietro.
Si guarda intorno ma non vede niente, solo una piccola scia di luce che proviene dalla porta.
Dove si trova?
Cerca invano di mettere a fuoco, ma non ha tempo di perdersi in fronzoli, deve andarsene da lì, deve trovare Selene e salvarla da quei teppisti.
Il dolore della ferita è lancinante, ma preferisce morire dissanguato piuttosto che non rivederla mai più.
La sua Sailor Moon.
Ringhia adirato e si alza, ignorando la stilettata che sente al fianco destro.
Gli manca il respiro ma non può fermarsi.
Si porta una mano sul punto in cui gli hanno sparato e sente delle bende, poi si tasta la piega del braccio, è attaccato ad una flebo.
Senza pensarci due volte si strappa l'ago dal braccio, stringe i denti, cercando di non soccombere al dolore e si avvia verso la porta.
Gli gira la testa e un'astenia gli percorre le membra, ma non può permettere che Selene muoia, quelli che l'hanno rapita sono criminali, e il pericolo aumenta attimo dopo attimo.
Con uno sforzo sovrumano raggiunge la porta, ma questa si apre all'improvviso, illuminando le tenebre.
Marta sobbalza, mentre Kevin la fissa indemoniato.
"Kevin!".
"Stavo cercando proprio te" tuona, adirato.
La voce è debole, ma il tono duro inquieta la ragazza, che lo osserva dalla soglia.
"Dove credi di andare, Kevin?".
Lui ignora le sue parole e attraversa l'uscio senza degnarla di uno sguardo.
"Sei debole, non puoi fare niente se prima non...".
"Stai zitta! Devi stare zitta!".
"Cosa succede qui?".
Una voce maschile li interrompe.
"Jonathan, per fortuna sei tornato, si è alzato e ha tolto la flebo".
"Devi tornare a letto, Kevin, ti ho estratto la pallottola dal fianco, per fortuna non ha toccato gli organi vitali, ma devi fare un ciclo di antibiotici o la ferita farà infezione".
Kevin lo trafigge con uno sguardo di fuoco.
"Vaffanculo, Jonathan, non me ne frega niente, ok?" poi si rivolge a Marta "Quanto tempo ho dormito?".
Lei tentenna.
"Rispondi!".
"Tre ore".
"Ok, adesso tu mi dici tutto quello che sai su tuo fratello. Tutto!".
"Come vuoi, ma morirai se non ti fermi".
"Senza di lei sono già morto".
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TUA PERDUTAMENTE (KILLING ME SOFTLY TRILOGY VOL.3)
RomanceVOL. 3 DELLA TRILOGIA KILLING ME SOFTLY TRILOGY