I condotti d'aerazione di questa astronave sono davvero stretti, più di quanto avessi considerato prima di imbarcarmi in questa impresa.
Devo camminare rannicchiato appoggiandomi sui gomiti, trascinando la borsa con l'esplosivo dietro di me, cercando di fare il minor rumore possibile.
Sto percorrendo questi condotti ormai da circa un'ora e mi risulta difficile orientarmi, visto che i Reptilyans non hanno messo segnaletiche all'interno per indicare la via.
Di tanto in tanto, incontro delle targhe che pensino indichino il settore dell'astronave in cui ci si trova, ma appaiono raramente.
Il problema è che, per mia sfortuna, sono scritti in caratteri alieni, non umani.
Comunque, sto percorrendo questi condotto perché devo raggiungere la sala macchine.
Oltretutto, qui dentro c'è poca illuminazione, riuscire a vedere qualcosa è possibile solo grazie alla poca luce che entra attraverso delle grate che danno su corridoi o cabine.
Comunque, per non perdere la concentrazione, il mio piano è quello di raggiungere la sala macchie, trovare il nucleo di energia che alimenta l'intera astronave, piazzare delle cariche esplosive, avviare il timer e scappare verso i gusci di salvataggio prima che quell'orrenda macchina da guerra esploda.
Devo dire che salire a bordo è stata la parte più semplice di tutto il piano.
Approfittando del buio, la notte precedente, mi sono addentrato in una base aliena a terra, dove decollano le navicelle da carico, quelle che fanno i loro viaggi tra la superficie e l'astronave stessa.
Sono rimasto nascosto all'interno di una cassa per tutto il tempo.
Raggiunta la stiva dell'astronave, sono uscito dalla cassa e sono entrato nei condotti d'aerazione.
Prima, però, avevo chiesto indicazioni ad un Reptilyan che avevo incontrato lungo il cammino.
Quel poveraccio mi aveva dato le indicazioni per trovare la sala macchine e fu veramente gentile con me, peccato che si ritrovò con il collo spezzato e chiuso poi in un'altra cassa.
Di certo, non potevo lasciarlo andare in giro per l'astronave a dire che un infiltrato umano si aggirava al suo interno, e comunque, un Reptilyan in meno non avrebbe turbato nessuno, da un certo punto di vista.
Finalmente, con un pizzico di fortuna e grazie al mio istinto, sono riuscito a raggiungere la sala macchine.
È una sala immensa, piena di apparecchiature e tubazioni, con diverse console per il controllo di tutta l'astronave e il pavimento lucido di colore scuro.
Sei Reptilyans stanno controllando i monitor delle console.
Li sto osservando attraverso una grata del condotto d'aerazione posizionata all'altezza del pavimento, mentre cerco di individuare la posizione del nucleo, ma dal mio punto di osservazione non riesco a vederlo.
Devo attendere il momento giusto per entrare nella sala, senza che i Reptilyans si accorgano di me.
Ne approfitto per controllare la grata: vedo che è a incastro su tre lati, mentre la parte superiore è fissata ad una cerniera per permetterne l'apertura.
Per guadagnare tempo, decido di lavorare sugli incastri, con molta calma cercando di evitare di fare rumore.
Nel frattempo, i Reptilyans proseguono nel loro lavoro, totalmente ignari della mia presenza.
Quelle creature sono piuttosto lontane da me e, una volta aperta la grata, potrei entrare nella sala, sgattaiolare al suo interno fino a raggiungere una colonna a pochi metri da me, dove potrei nascondermi.
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Sono solo Joe
Science FictionDopo una devastante guerra contro una razza aliena, l'umanità è costretta a rifugiarsi in basi sotterranee, mentre la superficie è caduta sotto il dominio degli invasori reptilyans. Joe, cresciuto in una di queste basi, è costretto ad abbandonarla...