Immaginate un muro di mattoni, come quello di Berlino che ha diviso persone uguali, ma troppo distanti. Un muro che divide un amore, un muro che ti chiede scusa, anche se non è colpa sua. Siamo stati noi a costruirlo.
Provate ad immaginare un mondo diviso a metà.
Da una parte lui, da una parte io.
Costruite un muro che dal meridiano zero riesca a fare un giro di trecentosessanta gradi, e poi non si riesca più a distruggerlo.
Da una parte lui, da una parte io.
Pensate ad un muro, che abbiamo costruito io e lui, fra battaglie, fatte di tante vittorie e tante sconfitte. Lui era la mia vittoria, io ero la sua vittoria. Ma ci siamo sconfitti. Schiacciati da una forza più grande di me o di lui, schiacciati come una formica dal piede di un uomo.
Non abbiamo fatto in tempo a scappare.
Non abbiamo fatto in tempo ad amarci, a distruggere il muro prima che fosse costruito.
Da una parte lui, da una parte io.
Hanno calpestato le macerie dei nostri poveri cuori, li hanno resi polvere, li hanno resi ammassi, confusi fra altri mille.
Abbiamo costruito il muro e non abbiamo fatto niente per fermarci.
Ogni volta che abbiamo tentato di scavalcare il ferro spinato posto all'estremità abbiamo finito per farci troppo male, ci siamo fermati, e abbiamo finito di distruggerci.
Ci siamo arresi.
Ogni volta che avevo tentato di guardare nei suoi occhi ho finito per farmi male.Quando hai detto il tuo ultimo addio
sono morta un po' dentro
mi sono stesa in lacrime nel letto tutta la notte
sola, senza te al mio fiancoma se mi amavi
perchè mi hai lasciata?Era questo il problema: ci amavamo troppo, non è così? Me lo avevi detto tu prima di andare via.
Ma, amore mio, due persone non si lasciano perché si amano troppo, ma si lasciano perché non si amano più.
Tutte le volte in cui hai cantato per me, hai suonato per me.
Ti ascoltavo, ti guardavo, mi guardavi, e ci amavamo un po' in più di ieri.
Prendimi. Riprendimi.
Ti aspetto, e non mi muovo da qui.
Sono state le ultime cose che hai detto.
Sei tu che dovevi riprendermi, perché senza di te non vivo.
Il nostro amore era fatto per i film, era troppo perfetto e bello per essere reale.
Ma invece lo abbiamo vissuto.
Sembrava lo avesse dimenticato.
Lui stesso era diventato il mio muro.
Gli ho chiesto mille volte di abbattarlo, di essere noi quelli a schiacciarlo.
Non più da una parte lui, non più da una parte io, ma insieme.
Avrei scavalcato il muro se lui me lo avesse permesso.
La verità era che mi allontanava, perché aveva paura che potessi soffrire con lui.
Ma soffrivo tanto più senza lui.
Anche io avrei aspettato.
E gli avevo promesso che avrei distrutto il muro.
Lui lo aveva promesso a me.
E aspettai. Aspettai tanto.
Lui aspettò. Aspettò troppo.
Si stancò di me, delle mie paranoie, della mia paura di perderlo.
Ma davvero avevo una paura tremenda che mi lasciasse andare.
Senza di lui non vivevo.
Lo pregavo ancora e ancora di abbattere tutto e tutti, magari riprovare, magari ricostruire.
Ma la verità è che era troppo tardi.
Lo avevo perso, non riuscivo più a trovarlo.
La verità è che gli avevo permesso di scivolare via, da me, da lui stesso.
La verità era che mi resi conto che c'ero solo io ad attenderlo.
Da una parte c'ero io.
Dall'altra parte non c'era lui.***
Okay
Questo sarebbe il brevissimo prologo della mia nuova ff.
Nel prossimo capitolo introdurrò la protagonista, per oggi è tutto.
Naturalmente continuo quando avrò il successo sperato.
xoxo