Capitolo uno

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Raccontare di lui come se ormai facesse davvero parte di me.
Ci siamo conosciuti in seconda media, lui era bassetto, ma sempre più alto di me. Precisamente il primo sguardo a febbraio, alla festa di Francesca.
Lui era fidanzato, ma non era una relazione molto seria, facevano abbastanza gli immaturi.
Io invece ero completamente pazza di Simone, ma è una storia troppo lunga da raccontare. Quella sera in pizzeria mi guardava sempre e aveva una camicietta a quadretti che lo rispecchiava.
Aveva i capelli meno ricci, e gli occhi più scuri.
Dopo quella sera lasció Aurora e iniziò a scrivermi, a dirmi le solite frasi ignoranti che si dicono a una "ragazza" di 13 anni.
Mi ricordo che le prime volte che ci provava con me, mandava i suoi amici a chiedermi se era un bel ragazzo e io con i rossini sul timido ma vivace viso, rispondevo confusa, dicendo che per me era un ragazzino un po' stupidino.
Mi sentivo abbastanza donna vissuta, e lui mi faceva sempre più pena.
Dopo mesi e mesi che ci provava con me, finita la scuola, uscimmo tutti insieme.
Lui i suoi amici, io le mie amiche, e più o meno erano le stesse amicizie.
Mi ricordo che da quel pomeriggio, dopo i vari gavettoni, cominciò a piacermi.
Forse perché aveva la divisa del calcio e lo faceva sembrare un figo, o forse perchè era stato se stesso.
Non lo vidi più prima di partire, e la vacanza rovinó tutto.
Più di mille ragazzi bellissimi, uno in particolare che mi "rubò" il cuore.
Ma durò davvero poco, giusto un mese di messaggi intensi fino a che capii che avevamo più di 1000 km di distanza, e non poteva funzionare.
Tornata a Roma dopo tutto Agosto, aspettai l'inizio della terza.
Cominciò come sempre, nuovi professori e soliti compagni matti da legare.
Riccardo non mi salutava neanche, ero completamente sparita dopo la mia vacanza.
Ma non fregava a nessuno dei due, avevamo la nostra comitiva, e lui stava bene con i suoi amici.
Quando sentivo il suo cognome mi veniva il battito pesante, mi sentivo abbastanza in colpa.
Lo avevo fatto stare male per mesi e mesi, senza accorgermi del ragazzo stupendo che era.
Era come non vederlo più, si era anche fidanzato con Elisa e gli fece anche uno striscione per il suo compleanno.
Mi raccontarono tutti che glielo lasciò fuori scuola, proprio vicino al cancello, e lei uscì fuori sorridente dandogli un bacetto e dicendogli "scemo".
Poco me ne fregava, anche io avevo il ragazzo, si chiamava Federico ed è stata la relazione più brutta che ho avuto.
Dopo quasi un mese mi lasció e neanche ci stetti così male.
Io e Riccardo, invece, eravamo il contrario del gatto e la volpe, non ci degnavamo di uno sguardo.

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