Non ha alcun senso,
Scusatemi.Si sentiva lo sguardo di Manuel addosso. Sospirò girandosi su un fianco cercando di scorgere gli occhi del fidanzato, steso a pancia in giù, intento a guardarlo con le palpebre socchiuse. Simone gli tolse qualche ricciolo dagli occhi e fece scorrere delicatamente le punte delle dita sulla guancia, un po' ispida a causa della barba, del maggiore.
"Che c'è Manu?" sussurrò il corvino.
I loro occhi si continuarono a scrutare mentre Manuel si sporse verso il più piccolo, così vicino da far sfiorare i loro nasi.
"Posso Simó?" sussurrò l'altro.
"Cosa?"
"Posso darte un bacio?"
Il minore arrossì a quella richiesta. Non era la prima volta che si baciavano, e non era di certo neanche la prima volta che Manuel glielo chieva, ma in quel momento, scorgeva una luce diversa nei suoi occhi e la cosa gli fece tremare lo stomaco. Annuì, schiudendo di poco la bocca, completamente assorto nello sguardo dell'altro, che sospirò, facendo struscire i loro nasi, per poi appropriarsi dolcemente delle sue labbra.
Manuel posò una mano sul suo fianco, tirandoselo addosso e mentre muoveva delicatamente le sue labbra su quelle dell'altro, introfuló le dita sotto la maglietta di Simone, che portó di conseguenza la mano destra tra i capelli dell'altro e si lasció sfuggire un piccolo sospiro. La cosa fece tremare il cuore al castano, che in risposta a ciò tolse la mano da sotto la maglia e scese giù, fin alla coscia, per poi prendergliela per fargliela poggiare sopra il suo fianco. Lo sfiorarsi dei loro bacini, fece venire ad entrambi dei brividi lungo la schiena. Simone si era di poco scostato dal maggiore quando questo si era strusciato sul suo corpo, facendolo avvampare per il calore improvviso.
"M-manu?"
"Dimmi amore?"
Manuel si fermò. Guardò le guance rosse del fidanzato, e sorrise sapendo che l'altro si sarebbe sempre imbarazzo davanti a quei gesti. Mentre aspettava che l'altro gli rispondesse, inizió a baciargli la pelle nivea del collo; possiamo dire che Manuel avesse un'ossessione per quella parte, soprattutto adorava dargli piccoli e leggeri morsi, cosa che facevano andare fuori di testa il più piccolo.
Simone non riuscí a trattenere un gemito. Gli scivolò via dalle labbra, proprio come il secondo, il terzo e così via. Manuel non gli stava dando tregua. Le dita del maggiore premevano sulla sua coscia in maniera dolce ma possessiva allo stesso tempo e cercava di tenerlo premuto a sè, come se non lo fosse di già. Il minore si aggrappó alla maglia del ragazzo di fronte non appena questo gli lasció un morso un po' più forte degli altri tra il collo e la spalla e fece anche scontrare le loro erezioni.
"M-Manuel, b-basta."
Lo spinse delicatamente via, sentendo un lamento da parte di quello.
"Simò te prego."
"N-non possiamo Manuel."
"Perfavore."
"C'è mio padre di là."
Disse cercando di essere il più irremovibile, ma quando Manuel fece scontrare nuovamente i loro bacini fù costretto a mordersi l'interno della guancia per stare zitto.
"Facciamo piano.", disse il castano, per poi lasciargli un bacio un po' umido, "ti prego Simo, ti voglio.", lo disse così piano che Simone ebbe paura di averlo immaginato. Si guardarono negli occhi. Il corvino sospirò, mentre l'altro iniziò a portate le dita al bordo del pantaloncino che indossava; trattenne il respiro, quando Manuel sciolse l'elastico e tracciò il bordo di questi.
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goosebumbs || Simuel
Short Storypiccoli momenti dei miei Simuel storie brevi (raccolta)