Cenere Amara

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Era una mattina calda come le altre a Los Angeles.
Il sole cocente risplendeva nel cielo limpido, e picchiava sui tetti delle case e sulle teste dei Californiani.
L'aria circolava tiepida, ma si cominciava già a respirare la pungente brezza estiva che ormai era alle porte.
Nella Vine street, un gruppo compatto di ragazzi e ragazze passeggiava spensierato e si accerchiava intorno al Los Angeles Times per leggere dei nuovi scoop della settimana sulle dive di Hollywood.

Attraverso le vetrate aperte nello studio dei my chemical romance, la città sembrava il testo di una nuova meravigliosa canzone pronta per essere incisa.

La notte trascorsa, i ragazzi avevano terminato il tour con un ultimo concerto che alla fine si era risolto nella baraonda di un festino organizzato fuori città dal loro manager, Brian. Di conseguenza quella mattina nessun membro aveva raccimolato le forze necessarie per rimettersi in piedi prima di almeno mezzogiorno.

Alla fine Mikey si era messo di cuore come al solito per preparare e portare la colazione in studio per sé e per i suoi colleghi.
Nonostante poche ore prima ci avesse dato dentro maggiormente, tra alcool e la sua prima canna, restava sempre il più premuroso.

Mikey era un ragazzo tranquillo, se non gli si dava filo da torcere. Era simpatico ma anche un po' ingenuo. Ecco perchè quando gli altri lo avevano trovato a bere, avevano dovuto riprendere la scena con i loro telefoni. Per loro era stato esilarante. Perchè del resto, quando mai gli sarebbe ricapitato di avere a che fare con un Mikey Way sbronzo?

A seguito del bassista, ancora preda della sbornia e della confusione, si era alzato anche Ray Toro.

Con i ricci ancora impastati di alcool, si era infilato nella doccia. E infine si era trascinato con fatica nello studio per la colazione e le prove. Il caffè di Mikey era il migliore, ma non osava dirlo a Gerard perchè altrimenti l'avrebbe presa come una sfida e, caparbio com'era, avrebbe distrutto la cucina pur di preparare un caffè degno di essere migliore di quello di suo fratello.

Inaspettatamente la porta si aprì ed un Frank sudato e ansante fece il suo ingresso salutando tutti con un cenno del capo.
Indossava una t-shirt bianca attillata che permetteva ai suoi tatuaggi di trasparire parzialmente sulla sua muscolatura quasi inesistente.

"Non dirmi che sei andato a correre, ti prego. Il solo pensiero mi massacrerebbe le gambe e il cervello." borbottò Mikey.

"Allora ti chiederò solo un caffè." buttò lì Frank, con lieve timore di venir costretto a specificare i motivi di tutto quello spirito sportivo.
Semplicemente in quel periodo gli andava di correre. Era liberatorio. E inoltre un'attività decisamente salutare.
E beh.. gli evitava di pensare. Un paio di auricolari, 'come home' dei placebo, e sarebbe stata la distrazione perfetta per lui.

"Quel ghiro di tuo fratello invece che fa? Non viene oggi?" parlò Ray rivolto a Mikey, mentre accompagnava il suo caffè sgranocchiando qualche biscotto al burro.

"Adesso lo chiamo e giuro su tutto ciò che ho di più caro che se non muove il culo, cercherò un altro cantante e se non lo troverò, ci penserò io stesso a sostituirlo." gracchiò Mikey, digitando il numero di suo fratello.

Il chitarrista si contorse in una smorfia preoccupata. "Allora Gerard farà meglio a correre qui o saremo tutti rovinati. E poi dai Mikey non c'è bisogno di irritarsi tanto. Avrà fatto tardi sicuramente per via di quella gnocca che stava con lui ieri sera."

"Chi?" per sbaglio quella domanda sfuggì di bocca a Frank.

"Lindsay Ballato, la bassista dei Mindless Self Indulgence." specificò Mikey innervosito dal fatto che Gerard non gli avesse ancora risposto al telefono. "Maledizione." imprecò. "Continua a squillare ma nessuna-"

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