ANSIA
ànsia s. f. [dal lat. tardo anxia, der. di anxius «ansioso»]. – 1. Stato di agitazione, di forte apprensione, dovuto a timore, incertezza, attesa di qualcosa: essere, stare in a. per qualcuno, per qualche cosa; quando dopo tanto tempo l'a. ti lascia te ne accorgi benissimo
"Respira."
È la parola che mi ripetevo da quando sono entrata nello studio. Non potevo credere di aver superato il primo step e, invece, qualche giorno dopo mi è arrivata una mail da parte della redazione che mi comunicava che potevo accedere al secondo step. Ho pensato che fosse una casualità, ma la produzione ha continuato a mandarmi email con riscontri positivi. Ecco come sono arrivata alla formazione della classe. Sto assistendo a tutte le esibizioni dei ragazzi che hanno partecipato ai casting insieme a me, e sono veramente talentuosi. È per questo che ho l'ansia di non riuscire ad entrare.
Mi sto mordendo nervosamente il labbro, staccandomi le pellicine con i denti. È una cosa che faccio costantemente, senza neanche accorgermene, e quando sono in ansia la cosa peggiora, perché continuo a morderle anche dopo averle staccate, provocando la fuoriuscita di sangue.
"Camilla."
Sento il mio nome uscire dalle labbra di Maria e mi alzo, facendo una corsetta veramente imbarazzante che avrei potuto sostituire con una camminata dal mio posto fino al centro dello studio, precisamente sulla stellina rossa.
"Buon pomeriggio a tutti," dico con voce appena udibile.
Maria mi sorride: avendomi conosciuta già ai casting, sa che sono molto impacciata, soprattutto in questi contesti.
"Allora, Camilla Brambilla, candidata al banco di ballo," dice di se.
"Ciao, mi chiamo Camilla, ho diciassette anni e vengo da Milano. Sono una ragazza molto timida e insicura di me, una persona di poche parole, ma la danza mi ha aiutato a sbloccarmi un minimo. Mi ha aiutato a fare amicizie, perché per colpa della mia estrema e fastidiosa timidezza non ne avevo. Ho scoperto la passione per la danza grazie a mia madre, che mi metteva la musica alla TV, e ballavo già all'età di tre anni. Mi ha iscritta a danza e, dalla prima volta che ho messo piede in una sala, ho capito che danzare sarebbe stato ciò che volevo fare per tutta la vita."Annuisco alle parole di Maria, che sta leggendo dalla busta blu con la scritta Amici.
"Balliamo?" mi domanda Maria, avendo capito che non voglio parlare per colpa dell'ansia. Annuisco e mi tolgo l'archetto. Maria pronuncia la base, e chiudo gli occhi per un secondo, facendo un respiro profondo e immaginando di essere in cameretta, a ballare da sola senza nessuno attorno. Poi apro gli occhi e inizio a ballare. Ho ballato di merda, penso non appena termina la base. Ho ballato con l'ansia che qualcuno mi togliesse la base e con la paura che avessero notato la mia incapacità, ma così non è stato. Finisco l'esibizione, mi rimetto l'archetto e mi riposiziono sulla stellina rossa."Allora, nessuno ti ha tolto la base, ma ciò non significa che sei dentro," mi dice Maria, e annuisco.
"Sentiamo ora i pareri degli insegnanti," dice Maria.
"Alessandra" le concede la parola Maria.
"Devo dirti che l'esibizione è stata apprezzabile e hai sicuramente una buona base tecnica. Hai una presenza scenica piacevole, sai trasmettere emozione e riesci a coinvolgere chi ti guarda. Tuttavia, ci sono dei punti essenziali su cui dovrai lavorare per raggiungere un livello di perfezione.
Innanzitutto, noto una mancanza di controllo negli equilibri: nelle pirouettes e negli arabesques c'è ancora instabilità. Questa instabilità deriva da una carenza di forza nei muscoli del core e una posizione del busto non sempre corretta. Ricorda, nella danza classica la stabilità è tutto. Hai bisogno di esercitarti molto su questo aspetto.
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Mi trasmetti belle Vybes
Teen Fiction"Mi trasmetti belle Vybes" "Allora ho fatto bene a scegliere questo nome d'arte"