"Signorina Paige è arrivata vostra madre,se la volete vedere è di sotto". È Lidia.Sicuramente vederla non è sulla cima della mia wishlist.
"Grazie Lidia ma lo sai che non la voglio vedere".
È da quando sono tornata a casa oggi che nelle notifiche oltre ai reels di Harry Styles gentilmente mandati da Sky ci sono le chiamate perse di mia madre.
In questo momento sono sdraiata sul mio comodo letto, con una maschera capelli in posa mentre mi riguardo gossip girl per la milionesima volta e non voglio stare con lei.
Gossip girl è la mia serie preferita e Blair è il mio personaggio del cuore. La adoro talmente tanto che quando ero piccola io e Lidia giocavamo a fare Blair e Dorota e da lì lei mi chiama sempre "signorina Paige".
Vado in bagno per togliermi la maschera quando qualcuno bussa alla mia porta.
"Stronzetta posso?".
"Vieni".
Mio padre entra in bagno.
"Se sei venuto qui per farmi scendere sappi che non lo farò". Preciso io.
"Sono venuto in pace, anche se mi farebbe piacere se tu scendessi, solo per mangiare".
"Papà...".
"Ti prego Paige, non vorrai lasciarmi mangiare senza la mia figlia preferita che mi infilza con la forchetta se provo a rubargli una patatina dal piatto... o provava, ora me le lasci prendere".
Mi irrigidisco. Non posso dirglielo.
Il suo tono non sembra dubbioso o stranito.
Per fortuna.
"Lo sai che io e la mamma non abbiamo un bellissimo rapporto, però ti voglio bene e lo farò solo per te sappilo" cedo io.
Mi da un bacio sulla fronte ed esce.
Mio padre è l'unica persona che da sempre mi ama e mi supporta, non come quella vipera di mia madre.
Da quando la nonna è morta questa casa mi sembra vuota, senza spirito.
Mi manca.
Prendo il mio iPad e accendo la mia playlist di Spotify mentre radio di Lana del Rey mi distrae da tutti quei pensieri.
***
La tavola è apparecchiata elegantemente.
Ho fatto la mia solita barriera con acqua,olio,sale e pepe per coprire il cibo che scivola nei tovagliolini di carta.
"Com'è andato il viaggio cara?" Domanda mio padre.
"Come al solito" lo liquida mia madre.
Io non capisco com'è possibile che uno come mio padre abbia sposato una come mia madre.
Insomma lei è Simòne Smith. La donna più seria e apatica dell'intero pianeta.
Al giorno posso mangiare 400 calorie, me lo sono promesso. La pasta di oggi conteneva 280, aggiungendo il pomodoro sono 330 calorie quindi posso mangiare ancora 70 calorie.
Quelle escargot ne contengono 67 quindi posso.
Ne afferro un paio e le mangio con lentezza.
"Allora Paige...". È mia madre a rompere il silenzio.
Alzo gli occhi dal piatto. Non l'ho ancora guardata da quando sono scesa dalle scale.
Indossa un un blazer bianco sporco sopra ad un dolcevita nero mentre i capelli biondi le ricadono morbidi sulle spalle e quegli occhi color pece mi fissano insistenti.
"Come va a scuola?".
"Bene". Stavolta la liquido io .
"Potevi almeno scendere a salutare tua madre, no? Io non ti ho educato così". Commenta lei.
"Io non ti ho educata così".
Ha fatto traboccare il vaso.
"Ah e tu mi avresti educato? Vediamo se mi ricordo un giorno della mia infanzia dove c'eri tu in casa, un giorno dove mi hai insegnato a fare qualcosa che tutte le madri insegnano ai figli. Dov'eri tu quando ho imparato ad andare in bici ? E Dov'eri quando io mi sono fidanzata per la prima volta? E quando mi sono lasciata per la prima volta eh?".
"Paige adesso bast-" tenta mia madre.
"Anzi vuoi sapere chi mi ha insegnato ad andare in bici? E mi ha aiutata con il primo amore? Lidia. Lei c'è sempre stata e ci sarà sempre per me, lei la sento come madre non te. Simòne."
Calco sul suo nome perché se c'è una cosa che quella donna mi ha insegnato è proprio quella di non chiamare mai e poi mai lei e papà per nome visto che per lei sarei irrispettosa.Mia madre è immobile. Susseguono secondi di silenzio e a romperli è mio padre che è stato tutto il tempo impassibile a guardare. Lui non sa perché ce l'ho con la mamma.
"Forse è meglio che...".
"Non non ti avrò insegnato l'educazione ma il rispetto.."
Rido. Rido perché in questo momento esprimere tutte le emozioni che mi attraversano è troppo complicato.
"Il mio rispetto per te te lo puoi ficcare n-".
"ADESSO BASTA". Mia madre sbatte le posate sul tavolo.
Passano secondi,forse minuti, quando parlo.
"I figli si fanno per amarli, non per usarli Simòne". Dico in tono più pacato.
Raccatto i miei tovaglioli senza farmi notare e mi dirigo nel bagno di camera mia a scaricare nel wc i fazzoletti pieni di cibo.
Guardo gli spaghetti scendere veloci.
Mi metto il pigiama, mi lavo i denti, mi strucco e vado nel letto.
Mentre mi copro bussano alla porta due volte, una pausa e una volta: è Lidia.
"Hai sentito tutto vero?"le chiedo.
"Si signorina Paige". Lei è l'unica che sa il motivo del mio odio verso mia madre e rimarrà l'unica.
"Ne possiamo parlare domani?" La imploro.
"Va bene".
"Buonanotte L".
"Buonanotte P". Lidia mi posa un bacio materno sulla fronte ed esce.
Oggi è stata una giornataccia: al litigio di mia madre si aggiunge anche l'incontro con Henry.
Lo odio quel ragazzo. Si lo odio.
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Reborn from daisies
ChickLitPaige ha 16 anni ed è la classica ragazza che è brava a scuola,che legge ed ascolta la musica, insomma, la ragazza perfetta, sempre solare e che non ha problemi. Henry è un normale 17enne strafottente che va nei locali e le uniche cose che contano...