Sono all'angolo. Almeno con le spalle al muro devo solo preoccuparmi di chi ho davanti. Dalla borsa tiro fuori un grosso lucchetto attaccato ad un foulard e sferro il primo colpo, uno è a terra, prima di riuscire a caricare il secondo fendente un diretto mi raggiunge dritto in faccia e il dolore mi espode in testa, per un attimo è tutto lento e ovattato, poi urla confuse e passi che si avvicinano. Tiro su la testa e davanti a me ci sono altri due uomini, stavolta mi guardano preoccupati, uno, il più basso, muove un passo nella mia direzione. Mi appiattisco il più possibile contro il muro, ho sangue che mi cola dal naso, miracolosamente non rotto, e che mi riempie la bocca, abbastanza adrenalina da farmi tremare le mani.
"Ginko fermo, facciamole spazio, aspetta. Tieni" dice il secondo ragazzo, mentre mi porge una bottiglietta d'acqua. "È ancora chiusa, vedi? Tranquilla, non vogliamo farti niente." Una mano tremante si allunga lentamente a prendere la bottiglia, non mi rendo subito conto che è la mia. Strappo il tappo e cerco di sciacquarmi la bocca e la parte inferiore del viso meglio che posso, nel frattempo faccio anche una panoramica di quello che mi circonda, sono nel vicolo sul retro del locale dove lavoro, stavo fumando a fine turno, prima di rientrare a casa e il resto ce l'ho stampato in faccia. Con il sollievo dell'acqua riesco ad articolare suoni che assomigliano ad un ringraziamento e cerco di muovere i primi passi staccandomi dal muro. Sono ancora stordita dal pugno, il tipo alto mi afferra prima che io cada e mi fa sedere sul marciapiede. Sospiro e mi massaggio le tempie, bevo un po' d'acqua e la testa inzia ad essere più lucida, devo tornare a casa. Mi schiarisco la gola e cerco di sembrare più sicura di quello che sono in reltà, "Ragazzi grazie, davvero, ma ora devo andare, vi devo una birra." Mi alzo ma il ragazzo di prima mi si para davanti "Non credo che sia prudente farti andare in giro così, se poi devi guidare figuriamoci..." Tiro su la testa per guardarlo negli occhi, cristo quanto è alto, "Abito vicino, torno a piedi, non mi serve la macchina." Lui alza gli occhi al cielo "A maggior ragione che devi andare a piedi e non riesci nemmeno a camminare! Fatti almeno accompagnare, non mi sento a mio agio sapendo che ti lascio andare da sola in queste condizioni." Sospiro, ho solo bisogno di stare sola, e di un bel bagno bollente. "Senti, mi avete salvato da una situazione di merda, grazie, ma ora devo andare, non so nemmeno chi cazzo siete!" "Sono Francesco e lui" indica l'amico più basso " è Ginko." "Elena..." Sospiro. "Bene Elena, perfavore, fatti accompagnare a casa, solo per essere sicuro che stasera non succeda nient'altro. Hai preso un gran bel pugno, il fatto che tu lo abbia incassato senza crollare non vul dire che sia tutto apposto, perfavore?" Odio gli occhioni che ha messo su per cercare di convincermi perché stanno funzionando, e poi qualcuno a cui appoggiarmi lungo il tragitto inizia a sembrare sempre più invitante. "Va bene ragazzone, ma occhio a quello che fai, ho sempre il mio lucchetto eh." poi rivolgendomi a Ginko "Grazie ancora, come ho detto, vi devo una birra!" Francesco saluta il suo amico e lentamente ci incamminiamo verso casa.
Francesco è il primo a rompere il silenzio "Comunque figo quel coso col lucchetto, dove hai preso l'idea?" Lo guardo con la coda dell'occhio mentre camminiamo lentamente ed io mi appoggio al suo braccio "Tesoro, sono una donna, lavoro in un bar in culo al mondo, incontri ogni genere di persona stando dietro ad un bancone, con gli anni ho imparato a proteggermi." Faccio spallucce e Francesco si ferma, mi guarda in faccia e nota le sopracciglia aggrottate e la fronte madida. "Tu stai male, ti fa male la testa? Aspetta, vieni qua." E senza nemmeno rendermene conto mi ritrovo tra le sue braccia, molto in alto, avvolta dal suo profumo. La protesta che provo ad intavolare è debole, Francesco ha ragione, la testa mi scoppia ad ogni passo che muovo, quindi mi limito a sussurrargli sul collo "Grazie."
Con le sue gambe lunghe arriva velocemente davanti casa mia, ma non mi rimette a terra nemmeno per aprire il portone del palazzo, in un attimo stiamo entrando in casa e finalmente torno coi piedi per terra, mentre mi muovo verso la cucina per prendere del ghiaccio e una birra per Francesco, noto che lui non muove un passo, anzi, non si schioda da vicino alla porta, sorrido e con la birra gli faccio segno di sedersi sul divano mentre io mi accomodo sulla poltrona accanto. "Grazie ancora, davvero" gli stappo la birra e inizio a fare su un po' d'erba. Ci trasferiamo in terrazza a fumare e a parlare, è sorprendentemente facile aprire un dialogo, e Francesco ascolta attentamente quando gli parlo della mia passione per la mixologia, ed io resto rapita dal suo rapporto con la scrittura.Parliamo per tutta la notte, come se ci conoscessimo da tutta la vita. Restiamo a fissare il sole che sorge e inonda i tetti vicini, Francesco mi mette un braccio attorno alle spalle e mi attira a lui "Sono contento che stai bene, con quel pugno mi sono preoccupato seriamente." Gli sento sussurrare nei miei capelli, prendo coraggio e gli lascio un bacio sulla guancia "Grazie per essere rimasto" Francesco sorride e mi stringe di più. Il momento viene interrotto dal suo telefono, Francesco risponde ed io mi allontano per lasciarlgi un po' di privacy. Entro dentro e metto a fare il caffé, quando è pronto afferro una manciata di biscotti e porto tutto fuori, facciamo colazione in silenzio.
Una mano sulla mia mi riscuote dai miei pensieri, alzo lo sguardo e trovo Francesco che mi fissa, resto immobile mentre l'altra mano mi prende il mento e controlla in che stato si trova la mia faccia. "Meno male che hai messo il giaccio subito, nemmeno ti è rimasto il livido, ti fa ancora male?" "Solo un pochino, dopo ci rimetto il ghiaccio" sussurro guardandolo negli occhi.Stavolta il momento è interrotto dalla mia migliore amica che spalanca la porta di casa ed entra come una furia "ELENA DOVE CAZZO SEI! GESÙ MI FARAI SCOPPIARE IL CUORE SE NON ESCI FUORI SUBITOOO!!!" Scatto in piedi come una molla, seguita a ruota da Francesco che mi guarda sconvolto "Nina sono qua! Smetti di urlare perpiacere! Che succede?" Mi viene in contro un uragano "CHE SUCCEDE? ODDIO MI CHIEDE ANCHE CHE SUCCEDE! Succede che ieri sera hai staccato e sei sparita, dopo le migliaia di telefonate vengo a sapere che ieri ti hanno aggredita e che te ne sei andata con un tizio. Ma secondo te io come dovrei sentirmi, considerando che SONO ORE CHE TI CHIAMO E TU NON RISPONDI!" Nina mi scuote dalle spalle e questo riporta a galla il mal di testa, Francesco si accorge della mia espressione e sgancia la presa della mia migliore amica e mi fa sedere sul divano. Nina sbianca e in un secondo mi è accanto. Si rivolge a Francesco "Che le hai fatto? Perché sta così?" Il ragazzo alza le mani "Io nulla, ieri, come ti hanno detto, è stata aggredita da due uomini, io e il mio amico passavamo lì al momento giusto, l'ho riaccompagnata a casa ed eccoci qua, sta così per il pugno in faccia che ha preso." Nina sembra soddisfatta della sua risposta e torna a concentrarsi su di me "Tesoro scusa, non volevo essere così brusca, ma mi sono preoccupata a morte stanotte... Ok, facciamo così, vado a riempirti la vasca, ti fai un bel bagno caldo, ti rilassi e dormi qualche oretta, va bene?" Sorrido e annuisco ma Nina è già in bagno. Guardo Francesco che è rimasto un po' interdetto dalla mia amica e ridacchio della sua faccia sconvolta "Scusala, è un pelino iperprotettiva, ma grazie per essere rimasto." Francesco sorride e mi sposta i capelli dietro l'orecchio "Sono contento anche io di essere rimasto, ora però devo scappare, altrimenti fra poco, da quella porta, entrerà urlando pure il mio amico!" Ridiamo assieme mentre lo accompagno, prima di uscire Francesco si gira e mi abbraccia, sono praticamente inglobata nel suo profumo e mi scappa un sospiro che spero non raggiunga le sue orecchie, si stacca e mi lascia un bacio sulla fronte, "Ciao Elena, riposati." Con l'ultima carezza si gira e inizia a scendere le scale, io indietreggio e chiudo la porta.
Nina mi trascina al bagno e mi fa compagnia mentre sono immersa nell'acqua bollente. Inevitabilmente il discorso vira su ieri sera e su Francesco, con le domande a raffica di Nina a malapena riesco ad infilare un si o un no, finché non mi stufo "Amor è solo il tipo che mi ha aiutata ieri sera, nulla di che, lo sai come la penso. È stato super gentile e super carino, ma è ora di tornare alla vita vera, basta farti film." Ridiamo e torniamo a spettegolare di argomenti più leggeri.Finalmente pulita e sopratutto sola mi metto a fare ordine, sul tavolino del terrazzo, sotto una bottiglia di birra, trovo un foglietto con un numero sopra, non c'è bisogno di leggere il nome per sapere che è di Francesco, sorrido e lo appoggio sul comodino, poi metto la sveglia per le 15 e finalmente crollo.
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Entanglement
FanfictionLa storia di Elena e di come Francesco si è insinuato nella sua vita.