Capitolo 13

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Non appena io e Giulia usciamo dal portone, veniamo subito fermate dalla ragazza più insopportabile e brava del mondo, Clara Russo. Come può essere così questa ragazza?

«Ragazze, volevo solo dirvi che sarà inutile provare a ottenere il ruolo di Giulietta nello spettacolo». Clara ci osserva come se fossimo... beh vorrei dire "spazzatura", ma non voglio essere così cattiva, però... Clara ci sta osservando come se fossimo spazzatura.

«Perché? Non mi sembra che la maestra abbia già dato i nomi», le risponde Giulia. Dovevo dirle che sarebbe stato vano chiederle spiegazioni, dal momento che la ragazza, che abbiamo di fronte, si sente chissà chi.

«Oh, cara Giulia, proprio tu non puoi dire niente. Non sei praticamente mai venuta a lezione...». Giulia apre la bocca, ma non riesce a emettere nessun suono.

«Cara Clara, forse hai ragione», poi Giulia gira il volto verso il mio e rivolgendosi a me, dice: «Devo andare Ali, ci sentiamo». Così, le do un baio sulla guancia, sussurrandole che non deve pensare minimamente alle parole di questa stronza. Le dico proprio così, sì!

Rimaste sole io e Clara, quest'ultima mi guarda e poi continua il suo show.

«Alice, anche tu sarai esclusa. Non potrai mai essere Giulietta. Poi, hai sentito la maestra, vero? Ha già in mente chi potrà essere e ha detto anche che le ragazze del primo anno potranno pure essere la protagonista. Cara Alice, sono del primo anno e sono la più brava. Fai due per due. Adesso devo andare. Un bacio». Fa il gesto di mandarmi un bacio e poi se ne va. Chiudete le tende. È finito lo show di Clara Russo!

«Hai il sopracciglio alzato. Come fai?... Si può sapere...» riconosco subito quella voce. È la voce di Edoardo Villa. Un altro pallone gonfiato.

«Mi capita quando parlano persone, che non riesco a sopportare» lo fisso e poi continuo «A proposito, ora è ancora alzato, perché sto parlando proprio con una persona irritante».

Lui scoppia a ridere e mi risponde, dicendomi «Félicie, devo proprio dirti che no, non è alzato il tuo sopracciglio» sorride e continua «Quindi, questo vuol dire che non mi trovi poi così insopportabile e irritante, come hai detto tu poco fa». Sbuffo... è impossibile, è così odioso questo ragazzo.

«Me ne vado. Ciao» lo saluto. Prendo le cuffie da borsone e metto la mia canzone preferita «Bad Blood» di Taylor Swift.

Sono così immersa nelle parole della canzone che non mi accorgo che una cuffia mi viene rubata. Naturalmente da chi? Dal pallone gonfiato.

«Ohh sei letteralmente incazzata, piccola Félicie...», Edoardo ascolta ancora un po' le parole della canzone e continua, traducendone alcune «"Ora scorre cattiva sangue tra di noi" ... Mi devo ricordare di non farti mai arrabbiare, piccola Félicie». Io lo fisso e gli rispondo, dicendo: «Ormai è troppo tardi. Tu mi fai innervosire anche quando non ci sei e sento il tuo nome». Con la coda dell'occhio lo vedo fare quel suo ghigno beffardo.

Ascoltiamo in silenzio Taylor Swift, passano due o tre canzoni quando sbotto, non facendocela più.

«Perché mi stai seguendo?»

«Non ti sto seguendo. Ti sto solo mettendo alla prova per dimostrarti che tu non mi detesti»

«Per dimostrarmi questo, che tra parentesi non è assolutamente vero, non devi seguirmi!», sbuffo.

«Piccola Félicie... comunque, è vero non ti sto solo mettendo alla prova, ti sto accompagnando, che è diverso tra parentesi dal seguirti, voglio solo dirti che devi stare lontana da Alex». Rimango un po' perplessa. Ero sicura che lui ci avesse visti, ma non sapevo che lui lo conoscesse. Certo, lui è sempre lì, quindi può averlo anche visto più volte, ma non ha il diritto di dirmi chi deve starmi accanto.

«Come fai a conoscere Alex?» gli chiedo per prima cosa, poi, arrabbiata, anzi infuriata, gli dico «Non puoi dirmi cosa devo fare e cosa no!». Mi viene in mente subito un'altra domanda, ma aspetto che lui risponda almeno alla prima cosa che gli ho chiesto.

«Avanti, come lo conosci?»

«Non posso dirtelo, però, ascoltami, stagli lontano» ribadisce.

«Perché ti interessa poi così tanto? Avanti, dimmelo» gli faccio la domanda, che avevo in mente prima.

«Io ti ho avvertita. Adesso me ne vado». Senza nemmeno salutare, ritorna indietro.

Detesto Edoardo Villa. Prendo lo specchietto che ho dentro il borsone e mi guardo.

Ah, lo sapevo! Il mio sopracciglio è alzato. Questo sta a significare che non lo sopporto. Non riesco a sopportare Edoardo e i suoi sbalzi d'umore... tutti questi sbalzi d'umore mi fanno solo innervosire ancora di più.

«Ho il sopracciglio alzato, pallone gonfiato». Mi sono girata e gliel'ho urlato. Mi ha sentita perché si è fermato per un attimo, ha stretto i pugni e poi ha ripreso a camminare.

Così, mi rimetto le cuffie. Anche se ascolto la voce di Taylor Swift, quello che rimbomba nella mia mente sono le sue parole. Nonostante io non mi fidi di lui, non capisco perché io debba stare lontano da Alex. A parte il fatto che ho parlato con lui una sola volta per ora, non mi sembra un cattivo ragazzo, anzi tutt'altro.

Apro la porta di casa, i miei non ci sono perché hanno tutti e due il turno in ospedale. Ancora è presto per pranzare, ma non è presto per fare merenda. Prendo un cornetto e vado in camera mia. Prendo il computer e guardo un po' "One tree hill". Cerco di immergermi nella storia, ma quelle parole mi risuonano in testa.... continuamente e incessantemente... 

Sei sempre stata tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora