Hermione gemette, rigirandosi nel letto.
C'era qualcosa di diverso nel dolore di quella mattina. Sembrava che la stesse aspettando. Aspettasse che gli desse un ordine. Che lo dirigesse. Che lo mettesse sulla strada giusta.
Come doveva controllarlo oggi?
Si alzò a sedere e si appoggiò alla testiera del letto, cercando di ignorare la pulsazione che ancora una volta aveva origine nel suo addome. Poteva eliminare quella sensazione, ma perché non vedere cos'altro poteva fare prima? Se in qualche momento fosse diventata troppo forte e avesse voluto che si fermasse, sapeva come fare.
Hermione strinse gli occhi e si concentrò. Si concentrò sull'origine del disturbo, visualizzandosi mentre lo raccoglieva tra le mani. Afferrarlo per riformarlo e rimodellarlo per i suoi bisogni.
Prendilo, prendilo, prendilo.
Un odore fetido e marcescente le invase le narici e interruppe il suo pensiero. Si alzò di scatto dal letto e si diresse confusa verso la cucina. Era passato così tanto tempo dall'ultima volta che aveva pulito?
Il disordine la fece arrabbiare. Le prove della sua precedente isteria e della sua fissazione per le zanne erano a pezzi sul pavimento e sui banconi. Le mosche avevano preso il sopravvento, creando i loro piccoli regni disgustosi sulla frutta in decomposizione.
Avrebbe potuto recuperare la bacchetta dalla camera da letto e sistemare la situazione con qualche incantesimo mirato.
Oppure poteva fare qualcosa di nuovo.
Chiuse gli occhi e attinse al suo nuovo, crescente pozzo di potere interiore. Come una pentola d'acqua sull'orlo dell'ebollizione, sembrò sobbollire per un tempo spropositato prima di raggiungere finalmente lo stato richiesto.
La magia le uscì con una tale ferocia da mandare in frantumi le finestre.
Ma Hermione poteva riparare i vetri più tardi. Perché sulla scia del suo colpo c'era un'abbondanza di frutta perfetta e matura. Verdure immacolate e scintillanti. Carni e formaggi dall'aspetto appetitoso.
Aveva preso la sua magia e aveva estirpato il marciume.
Aveva riportato in vita le cose morte.
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Malfoy si allontanò dal suo solito muro e si avvicinò a lei. "Buongiorno".
Educato e corretto. Nessun accenno al fatto che l'aveva portata a un orgasmo da far tremare le gambe contro la parete della sua biblioteca neanche dodici ore prima.
"Malfoy".
L'ultima volta che aveva pronunciato quel nome, la sua lingua spietata le aveva fatto il giro del clitoride. Non l'aveva nemmeno pronunciato, ma aveva ansimato a un livello di decibel decisamente troppo alto per l'altezza dei soffitti di casa sua.
"C'è qualcosa che ti aspetti dalla tua giornata lavorativa?", chiese.
"Io...", si accigliò, perplessa e cercando di ricordare. "No", disse infine lentamente. "Non credo che ci sia qualcosa...".
Si interruppe e lo guardò mentre arrivavano al solito punto di separazione nelle mattine in cui non lo invitava nel suo ufficio per incontri privati non proprio professionali.
Improvvisamente il dolore le pulsò dentro. La vibrazione acuta la rese audace. Stasera avrebbe potuto scoprire altre proprietà fisiche di quella sensazione.
E quell'uomo l'avrebbe aiutata a farlo.
"Non vedo l'ora di vederti più tardi, stasera".
"Ah, sì. Ieri avevi detto che volevi avere un approccio più pratico ora, è così?".
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A Safe, Devoted Darkness - by HeyJude19 (DRAMIONE)
Fanfiction(TRADUZIONE ESEGUITA SU CONSENSO DELL'AUTRICE) Hermione non credeva in cose come le auree, dopotutto aveva abbandonato la Divinazione, ma dallo spazio percepiva un brivido. Faceva pensare a un luogo infestato e contorto. La casa abbandonata alla fin...