Mezzomondo

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ATTENZIONE: i fatti descritti sono assolutamente di mia fantasia.
Mi sono ispirata a quello che ho trovato sui vari siti di appassionati per ricostruire un pò il passato di uno dei miei personaggi preferiti.
A voi la lettura, spero vi piaccia!

"Tutti abbiamo delle persone morte, questo non è un pretesto per farne morire altre lungo la strada!"

Io mi chiamo Rocket. Rocket Raccoon.
Sono stato sottoposto a degli esperimenti genetici.
Mi hanno fatto a pezzi e poi mi hanno riassemblato più volte, fino a che non sono diventato un mostro.
Ora assomiglio molto ad un procione terrestre con caratteristiche umane.
Riesco a parlare, e camminare a "due zampe".
Prima ero un reietto, tutti mi evitavano. Per questo avevo deciso di lavorare come agente della sicurezza per la colonia di malati mentali di Mezzomondo.
Non avrei mai immaginato che quel lavoro mi avrebbe portato ad avere brutti ricordi.

- Allarme Rosso, tentativo di evasione in corso. Tutti gli addetti alla sicurezza verso l'uscita dell'ala ovest-
-e che cazzo, proprio adesso doveva scattare l'allarme?- dissi, correndo per i corridoi a passo svelto.
Mi avevano detto che, da un paio di mesi, avevano introdotto nella colonia un soggetto pericoloso e imprevedibile.
Non sapevo nulla di lui, tranne che era affetto da un disturbo della personalità multipla.
Appena svoltai l'angolo, andai a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno. Una ragazza.
- stupido coso!- gridò, cercando di soppassarmi.
Io l'afferrai per la divisa e la feci cadere a terra, puntandogli il fucile alla testa.
- un passo falso e ti faccio saltare in aria il cervello... sei il soggetto AM-982 vero?-
- non sono un numero idiota!-
- va bene, va bene... come ti chiami allora?-
- Megan...- mi rispose, spostandosi una ciocca di capelli corvini.
Lei sembrò lentamente calmarsi... prese dalla cintura dei pantaloni un coltello e lo tirò via, come se quello fosse il suo segno di resa.
- scusami, scusami tanto... io non volevo-
"Due secondi prima voleva fare chissà che cosa e adesso mi chiede scusa?!"
- non sono un tipo che accetta le scuse così facilmente.-
Lei si alzò e la accompagnai in una cella.
Non fece nessuna resistenza e si fece chiudere li tranquillamente, forse perchè aveva il mio fucile ad alto calibro piantato sulla schiena.
- dopo quello che hai combinato, rimarrai qui per un pò immagino-
Lo stesso giorno, venni a sapere che due miei colleghi erano stati gravemente feriti da quella ragazza e io ero l'unico ad esserne uscito senza un graffio.

"È successo di nuovo"
Lei era li davanti a me, appoggiata alla parete.
Teneva una sua coetanea bloccata come per farsi scudo e aveva poggiato un coltello da cucina sulla sua gola.
- Meg, non avevi detto che volevi guarire? Così peggiorai la situazione-
Lei non disse niente, continuava a fissarmi e cercava di appiattirsi più che poteva contro il muro ad ogni mio passo.
- lascia andare Emily... ti prometto che non ci saranno conseguenze se la lasci andare ora-
Si tranquillizzò un pò e lasciò la presa sulla ragazza.
Lei corse via terrorizzata.
Megan invece emise un debole "scusa Rocket", tenendo lo sguardo basso.
- fai sempre danno tu... dai, andiamo nella tua stanza-
Lei si incamminò nel corridoio svelta, cercando di evitare gli sguardi timorosi degli altri pazienti.
- sono un mostro- mi disse mentre entrava nella sua stanza.
Io sospirai...
- se sei un mostro dal punto di vista mentale, io lo sono dal punto di vista fisico-
- i procioni sono carini!- affermò accarezzandomi la testa e sedendosi sul letto.
Rimasi sulla porta, come per controllarla.
Non sapevo bene se rimanere e stare con lei o andarmene e progettare bombe per distruggere qualche luna.
- io non sono un procione. Non c'è nulla come me, tranne me- dissi, decidendo di rimanere.
Lei emise una leggera risata.
Era strano vederla cambiare atteggiamento in pochissimo tempo, ma ormai dopo un anno ci avevo fatto quasi l'abitudine.
- Rocket, mi stavo domandando una cosa...- mi disse puntando gli occhi azzurri verso di me.
- che vuoi adesso?-
Entrai definitivamente nella stanza.
- tu hai mai avuto amici?-
- no, mai. Tutti mi chiamano roditore e non vogliono avere nulla a che fare con me.-
- e io? Non sono tua amica?-
- tu sei un soggetto pericoloso. Sto tanto con te solo perchè sono un addetto alla sicurezza-
- va bene...-
Mi sentii un pò in colpa ma decisi di non darci troppo peso.
Mi sedetti accanto a Megan nel letto, ma lei mi spinse via.
- ehi! E perchè adesso?!-
- mi riempi tutto il letto di peli!- disse lei ridacchiando.
- sei un'idiota, io non perdo peli! Sei tu quella che sembra che hai un cespuglio in testa, depilata-
Esplose definitivamente in una sonora risata.
- non c'è niente da ridere scema-
- si che c'è!- riuscì a dire tra le risate.
- tsk, ti farei saltare la faccia in aria-
Senza nemmeno accorgermene, mi ritrovai tra le sue braccia, che mi stringeva quasi a stritolarmi.
- ma che fai? Lasciami!-
- tu sei l'unico amico che ho qui...- disse.
La sua voce quasi tremava... si mise a piangere a dirotto con me tra le braccia.
- mi stai bagnando tutta la divisa!!-
- scusa, non volevo!...-
Mi lasciò solo dopo aver valutato di avermi stritolato a sufficenza.

Per Megan l'unico sfogo era il disegno.
Disegnava quello che voleva fare appena fosse guarita e anche i suoi demoni interiori.
Una volta vidi un ritratto che raffigurava se stessa e l'altra, che lei chiamava "Quella".
Era dentro di se, come due facce di una stessa medaglia.
Qualche tempo dopo, Meg mi fece vedere un disegno a matita di me stesso.
Quel ritratto era così bello che mi dimenticai che quello nel foglio ero io, non somigliava per niente al mostro che immaginavo.
Anzi, con quello sguardo fiero sembravo quasi un eroe.
Forse era così che mi vedeva lei.
Non un reietto, un carceriere o un verme.

- muoviti, corri! Più veloce!-
Mi tiravo dietro Megan facendola correre più veloce che potevo.
- non ce la faccio Rocket, non ci riesco- mi disse lei con il fiatone.
- si che ce la fai! Usciremo da qui e ti porterò al sicuro!-
Un'altra esplosione ci fece cadere sul pavimento.
- stanno continuando a bombardarci!- gridò uno dei pazienti che correva verso l'uscita.
Mi alzai di scatto aiutando Megan a fare lo stesso.
Ripresi a correre con lei dietro con un solo pensiero nella testa: salvarla.
La presi per mano e la tirai con me per farla correre più veloce.
Sapevo dove andare, ma le esplosioni avevano fatto cadere dei soffitti e ridurre a macerie parte dei corridoi.
Un'altra bomba e non sentii più la presa della mano di Megan sulla mia.
Una delle macerie l'aveva colpita e bloccata al pavimento.
- Megan! Resisti!- gridai, cercando si spostare quell'enorme trave dalla sua schiena.
- Vattene! Io ormai non posso più scappare, vai via!- mi disse cercando di spingermi via con un braccio.
- sei impazzita?! Non ti lascio qui! Sei l'unica amica che ho!-
Le bloccai il braccio e cercai ancora di toglierle quella cosa di dosso.
Le lacrime iniziarono a scendermi, e anche lei aveva iniziato a singhiozzare.
- Rocket, ti prego... io è come se fossi già morta... non voglio che pure tu faccia questa fine per colpa mia...-
- io non me ne vado! Puoi scordartelo scema!-
Mi accarezzò la testa con fare materno e il suo braccio schivolò lentamente a terra.
- Meg?! Megan dì qualcosa! Megan!!-
Nessuna risposta.

Mi svegliai di scatto ritrovandomi nel letto della navicella dei Guardiani.
Per terra nell'angolo, piantato dentro al vaso, il piccolo Groot mi guardava preoccupato.
- io sono Groot?- mi disse, inclinando un pò la testa di legno.
- non ho fatto un brutto sogno idiota-
- io sono Groot!-
- ho gridato nel sonno?! Tsk, non é vero-
Mi girai quasi contrariato.
- io sono Groot...-
- non stavo sognando della colonia...-
- io sono Groot.-
- lo so che ormai mi conosci! Ma non é un buon motivo per ricordarmi quelle cose testa di legno!-
- io sono Groot...-
- pff, scusa il cacchio...-
Lui si girò un pò triste e arrotoló le braccia ramose al corpo.
- e va bene...- dissi, prendendo il vasetto e mettendomelo accanto al letto.
- per fortuna, non te ne sei andato pure tu...-


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