OLIVIA
Arriviamo a danza,indossiamo le punte e entriamo in sala. Io e Penny svolgiamo tutti gli esercizi con precisione mentre l'insegnante, girando per la sala, guarda tutte noi con sguardo severo. Il suono della musica risuona in tutta la sala. Sento che i miei piedi stanno per mollare. Devo resistere, non posso mollare. Ho purtroppo anche un'altra sensazione: la lezione sta per terminare.
Vorrei non finisse mai. Sia per la mia passione sia per ciò che vuole dirmi Penny. Non so cosa voglia dirmi ma non credo sia qualcosa di bello. Sarà che io sono tutto tranne una persona positiva, sarà che sto affrontando un brutto momento, ma Penelope aveva un espressione del viso diversa dalla sua solita allegra e spensierata.
Alla fine della lezione io e le mie compagne ci dirigiamo nei camerini e cerco di prepararmi il più lentamente possibile in modo tale da parlare con la mia amica il più tardi possibile. So che non è bello procrastinare le cose, so che il mio comportamento non è corretto ma è più forte di me. Osservo la mia amica sciogliersi i suoi capelli biondi e parlare con una ragazza. Chissà cosa vogliono dirsi? Penso ad alta voce e per questo tutte si girano verso di me. Divento rossa dall'imbarazzo ma nel giro di pochi minuti tutte se ne sono dimenticate. In fondo l'essere umano è così, da tanto peso al giudizio altrui, ma alla fine gli altri dopo appena pochi minuti si saranno già dimenticati di te...
Penso troppo infatti mentre tutte tranne Penny se ne erano già andate io sono ancora immersa tra i miei pensieri.
Finisco di cambiarmi in fretta e appena finisco Penny mi trascina fuori dagli spogliatoi e mi dice quella frase che non avrei mai voluto sentire dire "ti devo parlare". Me lo dice con amarezza, ha le lacrime agli occhi. Prima, quando è venuta da me, non sembrava così preoccupata. Ora invece si. Prima era la solita Penny, quella bimba dai lunghi capelli biondi che più di dieci anni fa mi salutò con la manina per la prima volta. Da quel giorno divenne la persona più importante della mia vita. Era solare, dolce, gentile. É stata la prima persona di cui ho parlato dei miei problemi con la ansia e lei mi ha sempre aiutato, anche quando non glielo chiedevo. Capiva come stavo solo guardandomi negli occhi. Vederla così cupa mi fa stare male.
Respiro profondamente e annuisco.
La mia migliore amica mi trascina con forza fuori dalla scuola di danza e appena usciamo mi dice :<< Andiamo a prendere un gelato, così ti parlo con calma>>
Sarò strana io ma appena sento la parola gelato il mio umore cambia radicalmente. Sul mio volto spunta un sorriso a trentadue denti e rispondo di sì con la testa.
<< Ok, andiamo>> Mi dice Penny. Mi sembra quasi sollevata nel vedermi felice. Iniziamo a camminare in silenzio, un silenzio agghiacciante fino a quando la strada, che fino ad ora era tutta dritta, si divide in due. Per arrivare alla gelateria, infatti, ci sono due opzioni : passare per il parco o per la città.
Io e Penelope sappiamo più che bene che passare per la città provocherebbe sguardi della gente su di me.
Infatti ci guardiamo con uno sguardo complice e prendiamo la strada del parco, senza rivolgerci parola. Anche se non capisco cosa stia succedendo io e lei riusciamo a capirci
Non so bene perché ma nessuna delle due riesce a parlare.
Continuiamo il tragitto con il solito silenzio. Prendere la strada del parco però resta sempre qualcosa di magico. Essere circondata da alberi e fiori, il rumore della natura, quella tranquillità che in città è impossibile trovare mi creano un infinità di emozioni e una sensazione di benessere che raramente provo. Soprattutto in questo periodo, cioè quello autunnale, il paesaggio mi fa impazzire. I colori, lo scricchiolio delle foglie, il clima mite,gli alberi non del tutto spogli con quelle ultime foglioline che provano a restare attaccate ai rami con vigore. Mi ricordo che da piccolina odiavo l'autunno, mi dava una sensazione di angoscia. E invece adesso pagherei oro per restare per sempre in autunno. Le cose cambiano molto anche troppo...
Io e Penny avevamo chiamato l'autunno la stagione delle foglie cadenti. Avevamo anche dato un nome al parco dove passavamo sempre, ma è anche quello dove ci troviamo tutt'ora. Me lo ricordo ancora, si chiamava il bosco dei sogni. Passavo ore a sognare qui dentro. Per me questi sono ricordi dolci, non ho tanti ricordi così dolci e per questo me li tengo stretti, sono dei ricordi che mi fanno bene. Quasi mi scende una lacrimuccia e continuo a guardare il paesaggio incantata con i miei occhi che fanno scintille, penso che Penelope se ne sia accorta, lo nota da come mi guarda. Ormai la conosco troppo bene.
<<Penny>> Le dico <<TI ricordi di quando passavamo ore a sognare a un nostro futuro nel mio castello>>Vedo che gli occhi della mia amica diventano lucidi.<<SI>> Sorride. << Me lo ricordo molto bene>>
<<E ti ricordi che per noi questo periodo non era l'autunno?>> Faccio una piccola pausa.<<Questa era la stagione delle foglie cadenti, e non ci trovavamo nel parco ma nel bosco dei sogni?>> Le domando.
<<Me lo ricordo>> E mi sorride. Fa un attimo di pausa << Ti voglio bene Olly, ricordatelo.>> Mi dici con espressione diversa dalla sua solita.
La guardo con area interrogativa. Penny è sempre molto affettuosa con me e con tutti ma continua ad avere uno strano atteggiamento. Ok sto iniziando a preoccuparmi seriamente. Cosa vorrà dirmi? È così strana e io ho paura di perdere anche lei, l'unica persona a cui tengo veramente. Dopo qualche momento di riflessione le chiedo<< Che succede Penelope?>> << Sei strana>>
Mi osserva per un po' e poi sospira: <<è complicato Olly, molto complicato. Ma credo che tu debba sapere. Aspetta ancora un po' Olly, solo qualche minuto. Devo dirtelo con calma. Si tratta di una questione di minuti. Siamo quasi arrivate in gelateria. Non posso dirtelo qui. Ti conosco bene, devo dirti questa cosa con calma.>> Inizio a sudare freddo e quasi scoppio a piangere. Ho paura. Vorrei urlare. Perché è così difficile le mie emozioni? Vorrei dire quello che penso.
Accelero il passo.
Voglio sapere.
Devo sapere.
Arriviamo in gelateria in silenzio, con una tensione che si tagliava.
<<Prendi un tavolo e non farti vedere se no non si scrolleranno più di dosso, io vado a prendere il gelato.>> Mi dice la mia amica.
<<ok>> Dico. E se ne va.
Dopo pochi minuti la vedo avvicinarsi con due gelati.
<<Grazie>> dico.
Passiamo minuti in silenzio. Sono io a romperlo.
<<Vai dritta al punto>> Faccio una pausa.
<< Che succede?>>
<<prima fammi una promessa. Non arrabbiarti, non scoppiare a piangere.>>Dopo queste parole inizio ad avere ancora più paura.
<< Promesso. Ora fammela tu una promessa. Dillo tutto d'un fiato senza giri di parole>>
<< Mi trasferiso a Parigi>> A quel punto vedo tutto il mondo cadere di fronte i miei occhi.
La mia unica certezza.
L'unica persona che ci è sempre stata.
L'ultimo pilastro che reggeva la mia vita.
Via.
Se ne va.
Mi lascia sola.
Vuoto.
Vuoto è la parola giusta per descrivere quello che provo. Mi sento totalmente vuota.
Scoppio in lacrime. Piango veramente tanto e scaccio via Penelope quando cerca di consolarmi. Non parlo quanto vorrei. Faccio solo due domande. Ancora in lacrime chiedo:<<Per quanto tempo e da quanto lo sai Penelope?>>
<<Non lo so, Forse un anno, due o forse tutta la vita. Lo so da tanto>> Ride amaramente. << Dal tuo sedicesimo compleanno, lo so da un anno e mezzo. Non ho avuto il coraggio di dirtelo. So che è un brutto momento, pensavo che ieri stessi meglio e pensavo di dirtelo, ma quando ti ho vista nel tuo letto a piangere ho capito che non avrei dovuto dirtelo subito. Vado via a gennaio>>
Non aggiungo altro, me ne vado.
Mi sento uno schifo.
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foglie d'autunno 🍂
RomanceCi sono dei ricordi, così tanto tristi, da dover essere dimenticati. Ma l'amore , molte volte, viene dimenticato insieme a essi ed Olivia, la futura erede al trono, ne è la prova. Ci sono dei sogni che,secondo alcuni, sono impossibili da raggiunger...